Jay Vine ha fatto scuola. La favola dell’australiano, emerso grazie alla piattaforma virtuale Zwift fino a essere ingaggiato dall’Alpecin Deceuninck ed emergere nel 2022 con due successi alla Vuelta come ciliegina sulla torta, ha spinto tantissimi altri appassionati a tentare la sorte attraverso rulli e app, per impressionare i team manager. C’è riuscito ad esempio Michael Vink, neozelandese già con un buon passato nel ciclismo (è stato anche campione nazionale) ma che ha trovato ingaggio all’Uae Team Emirates grazie alle sue prestazioni registrate dalla piattaforma MyWhoosh. E ci vuole provare anche Luca Vergallito.
Per presentarlo, bisogna partire da un antefatto: la storia di Vine ha talmente impressionato che Alpecin e Zwift hanno deciso di “istituzionalizzarla”, nel senso che è stato indetto un concorso con un contratto all’Alpecin Deceuninck per premio (e uno alla Canyon Sram per le ragazze). Si sono iscritti oltre 160 mila appassionati da ogni singolo angolo del mondo, ora sono rimasti in 5. E Vergallito c’è…
Un passato da ciclista
Venticinquenne milanese, anche Vergallito ha un passato ciclistico, che appare però piuttosto lontano: «Io ho iniziato a pedalare da ragazzino per stare con la mia famiglia. Facevamo lunghe passeggiate ed era divertente, ma non pensavo all’agonismo anche perché mi dedicavo più all’atletica e al triathlon, la bici mi serviva quel tanto che bastava per lo sport multidisciplinare. Che però richiedeva tempo e applicazione e sinceramente a un certo punto mi aveva un po’ stancato. Così mi dedicai solamente al ciclismo».
Che categoria eri?
Ero già junior, feci un anno e mezzo col Team Giorgi. Poi passai under 23 con la Named Sport Kemo e l’Overall, ma non ottenevo risultati, non risaltavo, nel frattempo mi concentravo sempre di più nello studio, così non andai più avanti. Ero iscritto a Scienze Motorie, ma la bici non l’avevo mollata, mi piaceva allenarmi e oltretutto mi interessava anche dal punto di vista dello studio perché già allora ero intenzionato ad intraprendere la carriera di preparatore.
Agonisticamente non hai fatto più nulla?
Dal 2017 no, ma poi durante la pandemia ho visto che era scoppiata la moda della bicicletta e anch’io ho rispolverato la mia, ho ricominciato ad applicarmi un po’ di più proprio perché c’era questa gran voglia di uscire in un contesto così diverso. Ho iniziato amatorialmente e allora ho pensato di iscrivermi a qualche Granfondo. I risultati sono subito arrivati, ma nel contempo pedalavo anche in casa, allenandomi con Zwift.
Nelle gran fondo come sei andato?
Mi sono tesserato per il team Om.Cc conquistando per due anni di seguito la GF Sestriere-Colle delle Finestre. Ho vinto lo scorso anno la Fausto Coppi e la Re Stelvio, quest’anno ho trionfato anche alla GF di New York e recentemente nel medio della Tre Valli Varesine. Tutto ciò mi è servito anche per il concorso, ma mi rendo conto che rispetto a molti altri amatori sono avvantaggiato avendo più tempo per allenarmi: chi ha un lavoro fisso deve ritagliarsi gli spazi e non è semplice. Io invece ho spesso la mattina libera ed è ideale per allenarsi, quasi fossi davvero un professionista.
Dicevi che ti è servito per il concorso: in che misura?
La formula del concorso è abbastanza semplice: intanto chiunque può iscriversi ed io ero abbastanza incuriosito, quindi ho pensato di provarci. L’app registra i risultati di ognuno attraverso una serie di allenamenti programmati: 4 dove viene richiesto il massimo impegno, 6 con sforzo non massimale. Poi i coach procedono a una prima scrematura sulla base dei risultati migliori. I candidati che rimangono (e sono già molto pochi) vengono contattati. Viene richiesto l’invio di materiale, dal proprio curriculum (e qui mi sono serviti i risultati nelle Granfondo, oltre al mio passato agonistico giovanile perché faceva punteggio a prescindere dai risultati) ad alcuni dati di allenamento. A quel punto ne sono rimasti 16 per sesso, poi si è proceduto a un’ulteriore scrematura e siamo rimasti in 5.
Zwift quanto lo usi?
Molto d’inverno, poi meno. Chiaramente in caso di brutto tempo o per chi lavora è una gran comodità, ha un che di attraente, permette di fare allenamenti intensi anche in casa. Quando il tempo è bello però la voglia di uscire e andare in bici è più forte.
Conoscevi la Zwift Academy?
Ne avevo già sentito parlare lo scorso anno ma non mi ero applicato in maniera particolare. Poi sono stato convocato nel Team Italy, ho fatto qualche manifestazione virtuale, l’idea mi è piaciuta e mi ci sono dedicato più assiduamente.
Conoscevi la storia di Jay Vine?
Sì e mi piace tantissimo, lo ammiro molto e lo seguo, spero molto di incontrarlo in occasione della finale.
Ecco, parlaci di quel che ora avverrà all’interno del concorso…
Andremo al primo ritiro dell’Alpecin, durerà una settimana. Avremo un paio di giorni di ambientamento, anche per conoscere i ragazzi e la struttura, poi ci saranno giornate con prove alternate su Zwift e su strada, allenandoci anche con i pro’. Alla fine i dirigenti del team esamineranno quanto fatto e decideranno a chi dei 5 finalisti offrire il contratto, non so se nella squadra principale o quella Development. Non verrà comunicato subito all’interessato, credo che ci sarà una comunicazione ufficiale anche perché il concorso è seguito molto mediaticamente attraverso video e tappe ufficiali, quindi non so ancora bene come sarà il finale.
Speri di esserci, ossia di essere tu il prescelto?
A questo punto sì, ma non mi faccio domande su chi dovrò affrontare, guardo a me stesso, a far bene le mie cose. Diciamo che mi piacerebbe per riannodare le fila con il mio passato.