La prima volta di Mattia ha il sapore di un ritorno

25.06.2021
5 min
Salva

C’è aria di prima volta per alcuni italiani del Tour. E se si tratta del primo assaggio per Davide Ballerini, con cui abbiamo parlato giusto ieri, non serve allontanarsi troppo per rendersi conto che anche Mattia Cattaneo, ugualmente in casa Deceuninck-Quick Step, non sappia assolutamente a cosa stia andando incontro.

Due profili diversi, i loro. Se il primo per caratteristiche tecniche potrebbe diventare un vero… animale da Tour, cacciatore di tappe con tutti i crismi, il bergamasco (in apertura nella foto Wout Beel) è sulla porta della riscoperta di sé ed è al via da Brest in appoggio ad Alaphilippe. Ciò detto, se un italiano si poteva individuare in passato con le caratteristiche tecniche per fare bene al Tour, Mattia era sicuramente uno dei più indiziati. Forte sulle salite regolari, forte a crono, terzo al Tour de l’Avenir, capace di vincere corse a tappe – il Giro delle Pesche Nettarine e il Giro d’Italia U23 – sin dai vent’anni.

Il Tour inizierà domani, ma già ieri alla presentazione era tornato il pubblico
Il Tour inizierà domani, ma già ieri alla presentazione era tornato il pubblico

«Sembrerà strano dirlo – racconta – ma nei miei primi quattro anni non ho corso tantissimo. Devo ancora maturare e spero che adesso vengano finalmente degli anni buoni. Non è tutto da buttare, ho comunque fatto le mie esperienze, anche se non in condizioni ottimali. A volte la vita non va come vuoi, ma devi continuare ad avanzare e mantenere il tuo ottimismo».

Terzo nella crono tricolore, dietro Sobrero e Affini, come nel 2011 da U23 dietro Mammini e Coledan
Terzo nella crono tricolore, dietro Sobrero e Affini, come nel 2011 da U23 dietro Mammini e Coledan

Scendere per risalire

Di Mattia Cattaneo a ben vedere si parlava ieri con il suo procuratore Massimiliano Mori. Fu lui, rendendosi conto che l’ambiente Lampre-Merida (in procinto di diventare Uae Team Emirates) non facesse più al caso suo, a suggerirgli di lasciare il WorldTour per ritrovare stimoli e voglia alla Androni. L’operazione andò bene, non tanto in termini di vittorie quanto di continuità. Vinto il Giro dell’Appennino del 2019, Mattia mise in fila una serie di piazzamenti molto promettenti che nel 2020 gli hanno riaperto le porte del WolrdTour, con una superiore consapevolezza di sé e la maglia della Deceuninck-Quick Step.

«Venire in questa squadra – spiega – mi ha fatto tornare a livelli alti e soprattutto costanti. Quando mi hanno cercato, ho subito detto al mio procuratore di accettare. Il gruppo conta tanto, per le persone e tutto quello che riguarda preparazione e materiali. Sono qui per aiutare Alaphilippe e magari provare a inserirmi in qualche fuga, perché comunque sto bene. Il terzo posto al campionato italiano della crono lo dimostra e mi soddisfa. Era la prima volta che ho provato a prepararlo e non sarà l’ultima».

Uno step importante

La stagione finora fa testo fino a un certo punto perché, come ha raccontato alla vigilia del Giro, alcuni dei programmi sono saltati a causa di Covid e le sostituzioni da fare. Però il segnale della svolta si era già avuto nel 2020, quando in una Vuelta da cui aveva poco da aspettarsi, è andato più volte in fuga, ha centrato il settimo posto nell’arrivo in salita di Aramon Formigal e il settimo nella crono con arrivo in salita al Mirador de Ezaro. Se non hai buoni numeri, non le fai certe cose a novembre.

«E così sono arrivato al primo Tour – racconta e sorride – una corsa di cui ho sempre sentito parlare, ma cui non ho mai preso parte. Credo che per starci bene dentro si debbano avere obiettivi ben precisi, perché poi se hai la gamba si vede. Spero e sono certo che per me sarà uno step importantissimo. Anche se si tratterà di tirare a lungo, va bene lo stesso. Ho buone sensazioni e sono super entusiasta dopo aver sempre corso il Giro e la Vuelta. Non so cosa renda il Tour così speciale, di sicuro una tappa qui può cambiare la tua carriera».