Damiano Caruso, funghi, inverno, Monti Iblei

Damiano, calore di Sicilia, profumo di casa…

Giada Gambino
20.11.2020
4 min
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Damiano pedala lasciandosi alle spalle Ragusa verso Giarratana. Il suo sguardo è sicuro e determinato come quando è in testa al gruppo a tirare. Si volta per guardare qualcosa, allunga il braccio ed indica una struttura lontana. 

«Quella è la mia scuola superiore – sorride – il primo giorno del primo anno, lì… ho incontrato mia moglie».

Ancora caldo

Continua a pedalare e, dopo avere percorso chilometri e chilometri d’asfalto, inizia a scalare Monte Lauro. Le sue narici si allargano, respira profondamente. 

«Mi piace l’aria dei Monti Iblei: è fresca e pulita. Da qui – dice il guerriero della Bahrain-McLaren – passano poche macchine, c’è serenità, l’unico rumore è quello del vento e di qualche foglia che sfiora l’asfalto. In questo periodo c’è ancora tanto caldo. Il paesaggio è prevalentemente giallo, quasi bruciato dal sole ed il terreno è asciutto. D’inverno, invece, è tutto di un verde così intenso e acceso che mi ricorda le Ardenne».

Damiano Caruso, Tour de France 2020
Il Tour de France è un viaggio di 21 tappe, fatto di alti e bassi
Damiano Caruso, Tour de France 2020
Il Tour è un viaggio di 21 giorni, un’avventura

Sicilia nel cuore

Si guarda intorno, i suoi occhi brillano. «Sono innamorato di questi posti, mi hanno accompagnato in tutti gli allenamenti e momenti importanti della mia vita. La mia terra, per me, è insostituibile. Il clima della Sicilia mi permette di allenarmi anche a novembre in pantaloncini. Abbiamo temperature simili a quelle del sud della Spagna. Molti ciclisti devono spostarsi per trovare un luogo ideale per allenarsi senza patire il freddo, io invece ho la fortuna di abitarci, di esserci nato. Ho sempre tratto dei privilegi nel vivere in una città siciliana. Forse l’unico problema è che ad agosto c’è così caldo che anche quando stai in acqua al mare sudi!».

Accenna appena un sorriso che si nota grazie alle fossette che si creano sulle sue guance, poi chiude gli occhi come se qualcosa gli fosse tornato alla mente…

La sua gente

«I sacrifici sono stati tanti, sono dovuto crescere velocemente e mi sono dovuto adattare a varie condizioni; ma l’ho sempre fatto con volontà, motivazione e tanta passione. Questi ultimi sono aspetti che tutt’oggi sono sempre presenti nella mia personalità. Ho sempre voglia di migliorarmi, di rendere felici ed orgogliosi i miei tifosi e la mia famiglia. In questi anni sono riuscito a crearmi uno staff di persone che mi vogliono veramente bene. Che mi aiutano ogni giorno e mi accompagnano in ogni allenamento, per far sì che possa andare tutto per il meglio. Vado sempre in bici con le stesse persone: poche, ma buone. Non mi piace avere attorno tanta confusione quando devo allenarmi seriamente».

Castello di Portopalo, Ragusa, Damiano Caruso
Castello di Portopalo, Ragusa: con questo panorama è bello allenarsi
Castello di Portopalo, Ragusa, Damiano Caruso
Castello di Portopalo, bello allenarsi così

Color tramonto

I colori del completino della Bahrain-McLaren si accendono, è un caso, ma sono proprio gli stessi dei tramonti della sua terra. Si alza sui pedali per fare uno scatto sino alla cima del monte, ha un’aria soddisfatta e allegra.

«Ogni volta che finisco un allenamento o raggiungo una meta – dice Damiano – penso a quanto sia bello l’arrivo di Parigi del Tour. La Grande Boucle l’ho sempre interpretata come un viaggio di ventuno giorni dove ci sono momenti belli, brutti, energici e noiosi. Ma quando tagli il traguardo dell’ultima tappa, indipendentemente dal tuo risultato, hai la consapevolezza di aver terminato una delle corse più importanti al mondo. E questo ti fa sentire forte ed orgoglioso. Soprattutto se, come nel mio caso, riesci ad arrivare tra i primi dieci dimostrando a tutti, e a se stessi, la propria costanza e tenacia nonostante il periodo particolare che si è affrontato».

Damiano Caruso, figlio Oscar 2018
Damiano con il figlio Oscar, al Giro d’Italia 2019
Damiano Caruso, figlio Oscar 2018
Con il figlio Oscar, al Giro d’Italia del 2019

La nostalgia

Scende dalla bici, l’appoggia ad un albero ed ammira il panorama che offre il Monte Lauro, sospira…

«Quando sono lontano da casa – racconta Damiano – mi mancano questi posti che tanto mi hanno dato e continuano a darmi. In realtà, quando sono lontano da casa mi manca tutto ciò che c’è nella mia terra. Soprattutto i miei figli. Quest’anno non ho potuto festeggiare il primo anno di Greta, ma a causa del Covid, stando a casa, ho vissuto momenti che con il mio primogenito, Oscar, avevo potuto osservare solo tramite un cellulare. I primi sorrisi, i primi passi, i primi dentini…».

Lui è il mio papà

«Oscar, adesso, inizia a guardarmi in televisione quando gareggio, comprendendo sempre di più il mio mondo. I suoi compagnetti, quando gli dicono che mi hanno visto in televisione, lo rendono felice ed orgoglioso. Qualche giorno fa, però, sono andato a prenderlo all’uscita da scuola, aspettandolo fuori dalla porta dell’aula. Quando i suoi compagni mi hanno visto, si sono messi a correre venendomi incontro per salutarmi. Hanno ignorato i rimproveri della maestra che diceva loro di tornare in classe. Oscar si è un po’ infastidito. “Lui è il mio papà – ha iniziato a dire – lasciatelo stare!”. Ho ancora la sua voce che rimbomba nella mia mente». 

Damiano ride, risale sopra la bicicletta e, come un fulmine, scende verso Ragusa per riprendere la sua routine da “normale” papà. Lanciato verso un nuovo lungo viaggio e i sapori che gli regalerà la nuova stagione…