L’intervento alla gamba. La Gazprom. Lo scoppio della guerra. La disoccupazione. Le convocazioni in nazionale. Il contratto con la Alpecin slittato e ti saluto Giro. Nessuna deroga dall’UCI. La firma con la continental. Il ritorno alle corse. E ora il mondiale. Se quando lo incontrammo alla Coppa d’Oro del 2021 gli avessimo anticipato la trama della sua stagione, probabilmente Nicola Conci avrebbe riso e nel dubbio si sarebbe affidato agli scongiuri. Al momento, il trentino si trova al Giro del Lussemburgo e come lui anche Matteo Trentin, ieri quarto di tappa. Entrambi della Valsugana, domani insieme lasceranno la corsa e faranno rotta su Malpensa, da cui partirà il volo per l’Australia.
Storie di Sicilia
Ieri Bennati ci ha raccontato di averlo convocato dopo aver toccato con mano la sua lealtà nelle corse disputate in primavera con la maglia azzurra.
«Quando Daniele mi ha chiamato – conferma Nicola – mi ha detto le stesse parole, ricordandomi una tappa del Giro di Sicilia, quella di Caltanissetta. Io ero senza squadra e stavo bene, avrei potuto fare la mia corsa. Ma eravamo lì con Caruso leader, così ho lavorato per lui e Damiano ha vinto. Bennati mi ha chiesto di avere la stessa testa ai mondiali e non sarà un problema. Ieri nella prima tappa del Lussemburgo dovevamo fare la volata con Sbaragli, invece un compagno che è in scadenza di contratto ha anticipato per i fatti suoi ed è arrivato secondo. Io penso che quando si fa una tattica, bisogna seguirla».
La guerra nel 2022
Un anno così non lo dimentichi neanche se lo vuoi. Anche perché doveva essere quello della rinascita dai problemi alla gamba e si è trasformato in una rincorsa asfissiante.
«A volte ci penso – ammette Conci – quello che ci è successo ha dell’incredibile. Non capita spesso che ti dicano che non puoi correre perché c’è uno che ha deciso di fare la guerra. L’ho trovato assurdo e la vicenda mi ha stranito sin dall’inizio. La guerra nel 2022, è da folli, eppure ogni volta che guardo un telegiornale la guerra è ancora lì!
«Però la vita va avanti, mi dispiace per lo staff e i compagni che ancora non si sono sistemati. Io ho da mantenere un affitto, ma ci sono persone che hanno un mutuo e una famiglia e tutto questo non è giusto. Per questo sono accanto a Renat (Khamidulin, team manager della Gazprom RusVelo, ndr) nella sua causa contro l’UCI. Ora si aspetta la sentenza del TAS, ma i tempi di solito sono lunghi».
Scatto mentale
Il 2022 doveva essere quello della rinascita e in qualche misura lo sta diventando. Gli anni alla Trek-Segafredo sono stati pesanti, a causa della gamba sinistra che non spingeva come la destra. Nicola ricorda la penultima tappa del Giro 2020, quando andò in fuga verso Sestriere e poi, ripreso, tirò per Nibali arrivando al traguardo dopo 8 minuti, prostrato e afflitto.
«Dissi a Baffi e Slongo – ricorda – che avrei preferito staccarmi perché non ce la facevo e non perché avessi una gamba che non spingeva. In modo parziale sento però che le cose stanno andando meglio. Mi sento diverso a livello di mentalità. Sono passato con grandi aspettative, ma sin dal primo anno la mia carriera è stata una continua decrescita. L’ho presa nei denti diverse volte e ho anche pensato di non essere adatto a questo mestiere.
«Ora invece sono contento del lavoro che faccio e non mi sento più fuori posto. Abbiamo salvato la stagione in calcio d’angolo e questa squadra è davvero un bel gruppo. Mentalità belga, si prova sempre a vincere, ma non se ne fa una malattia. Purtroppo però, il ciclismo di oggi è soprattutto programmazione e io, essendo arrivato a metà stagione, ricevo il calendario all’ultimo. Per questo sono curioso di vedere come andrà l’anno prossimo quando potrò scegliere le corse a avrò il tempo per prepararle».
Una grinta pazzesca
Pur essendo tesserato con la continental, Conci ha disputato parecchie corse con la prima squadra, con il solo sbarramento per quelle WorldTour. L’obiettivo è sempre quello di fare bene e possibilmente vincere, dato che da pro’ non è ancora riuscito a farlo.
«Non mi sembra di stare male – dice – e queste tre tappe saranno tre begli allenamenti, in cui possibilmente a farsi vedere. Qualche tempo fa parlavo con Jay Vine e gli dicevo che mi sarebbe piaciuto visitare il suo Paese. E’ incredibile che adesso in Australia ci andrò davvero, anche se avremo poco tempo per fare i turisti. Il mio ultimo mondiale corso fu quello di Bergen 2017 con gli under 23 e nei due anni precedenti i due da junior. Tornare in nazionale è una bella emozione. Sono stato riserva a Imola, se correrò in Australia dopo tanti problemi, avrò una grinta pazzesca».