Rota: «Stavo per smettere, ma riparto dal WorldTour»

Giada Gambino
13.02.2021
5 min
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Il nuovo corridore della Wanty Intermarchè, Lorenzo Rota, per fare un po’ di altura è andato in Sicilia e si è rifugiato nel caldo clima dell’isola e per sfruttare al meglio l’Etna, dove ha trovato la compagnia di Chirico alle prese con gli ultimi giorni di ritiro. Ma, ad accompagnarlo nei caldi innevati allenamenti siciliani, c’è anche Simone Velasco. Così, il bergamasco, 25 anni, si racconta tra i burrascosi momenti passati e il tanto ottimismo per il futuro… 

Com’è entrato il ciclismo nella tua vita ? 

Giocavo a calcio e non mi faceva impazzire. Un mio compagno di scuola un giorno mi disse che sarebbe andato a provare una bici da corsa, insistetti con i miei genitori per fare ciclismo. E così iniziai. 

Lo scorso anno alla Vini Zabù, Rota ha ritrovato il giusto feeling con il ciclismo
Nel 2020 alla Vini Zabù, Rota ha ritrovato il feeling
Le prime garette… 

Andavano abbastanza bene, fin da piccolo me la sono sempre cavata. Dai dilettanti in poi è cambiata la musica, il livello si è nettamente alzato, ma sono riuscito a difendermi. I primi anni da professionista sono stati duri, forse sono passato troppo presto dal momento che ciò è avvenuto al primo anno U23 e non ero pronto fisicamente e mentalmente. La fatica dei primi anni probabilmente è stata anche dettata dal fatto che non avevo un grande feeling con la squadra, la Bardiani. 

Dodici mesi fa… 

Avevo quasi smesso di correre. Dopo quattro anni con la Bardiani, nonostante i vari piazzamenti, non ero riuscito a trovare una squadra, avevo avuto dei contatti ma non erano andati a buon fine. Ho passato la prima parte dell’inverno ad allenarmi duramente nell’attesa di un contratto che, fortunatamente, nonostante il ritardo, è arrivato dalla Vini Zabù

Quel quinto posto al Laigueglia ? 

Avendo svolto un inverno di intenso allenamento, fin dalle prime corse mi sono sentito bene e in condizione. Quel piazzamento è stata la conferma del fatto che anche io potevo ritagliarmi un posto tra i professionisti. Dopo certi momenti difficili, iniziare la stagione così è stata un’iniezione di fiducia e, non a caso, le corse dopo sono andate tutte abbastanza bene. Nel mio momento migliore, però, si è fermata la stagione a causa del Covid, ma ero comunque già contento di ciò che avevo fatto

Sull’Etna, Rota si è allenato con Chirico e Velasco, sceso con lui in Sicilia
Sull’Etna, Rota si è allenato con Chirico e Velasco
E adesso nel WorldTour…

Nella scorsa stagione ho ritrovato qualcosa in più, forse sono maturato sia fisicamente che mentalmente. Sono comunque riuscito a mantenere un buon livello pre e post quarantena e questo mi ha permesso di farmi notare dalla Wanty Intermarchè. Mi hanno contattato e nel giro di due giorni ho avuto il contratto… ho colto l’occasione al volo!

Questa maturità da cosa è scaturita?

Col senno di poi siamo tutti bravi a parlare, ma penso che essere passato presto tra i professionisti non sia stato un punto a mio favore. Mi ha fatto prendere tante batoste. Non ho cambiato molto il mio modo di allenarmi da un punto di vista tecnico, ma ho visto una crescita nell’affrontare ciò che mi succede, le gare e l’allenamento. Ho fatto quel salto di qualità di cui avevo bisogno per essere competitivo e stare tranquillo. Adesso vedo corridori giovanissimi come Remco che riescono a fare cose incredibili, ma per quanto mi riguarda non è stato così. Ho avuto anche un paio di cadute brutte che mi hanno fatto perdere condizione e ritmo. A quei livelli, ritrovarti a inseguire qualcuno che va più forte di te non è semplice. 

Cosa non ti ha fatto mollare nel periodo buio? 

Ho sempre sostenuto una cosa… Se avessi avuto la possibilità di esprimermi nel modo in cui volevo, con certi materiali e certe programmazioni di calendario, avrei potuto fare qualcosa di buono. Finalmente quando lo scorso anno sono arrivato alla Zabù ho ritrovato tutto ciò e ho iniziato ad affrontare il ciclismo in modo diverso: per obiettivi. Sapevo che se avessi continuato ad allenarmi nel modo giusto, prima o poi qualcosa di bello sarebbe saltato fuori. Non volevo smettere con il rimpianto di non aver dato tutto. 

Rota ha ammesso di essere passato troppo presto. Qui con l’amico Masnada
Rota: «Sono passato troppo presto». Qui con l’amico Masnada
Oltre la bici, qualche passione ? 

Non ne ho di particolari o meglio… le moto! Tempo fa sono riuscito ad andare a vedere una gara di MotoGp e spero di poter andare presto a vederne una di Formula Uno. 

In questa nuova stagione…

Mi piacerebbe fare una buona prima parte e mi sto preparando per quello, in modo da poter staccare un poco a maggio e fare un finale altrettanto buono. So che è un obiettivo abbastanza grande, ma mi piacerebbe essere competitivo nelle corse di un giorno e migliorare i piazzamenti che ho fatto lo scorso anno in gare come il Lombardia o la Milano-Sanremo. Fare quel passettino avanti per entrare in top 10.

Quale grande corsa a tappe è nel tuo calendario ? 

Farò la Vuelta probabilmente. Le corse di tre settimane, se devo dire la verità, non sono mai riuscito a prepararle al meglio. Per questo penso che concentrarmi sulle gare in linea che rispecchiano più le mie qualità sia la cosa migliore. 

Da under 23, Rota ha vinto il Giro delle Pesche Nettarine. Qui con Pearson e Garosio
Da U23, ha vinto il Pesche Nettarine: qui con Pearson e Garosio
Un ricordo indelebile che ti ha regalato il ciclismo ? 

Una trasferta fatta con Masnada lo scorso anno in Colombia. Tralasciando l’allenamento, ci siamo ritrovati in un mondo completamente diverso dal nostro. Vedere altre culture e modi di vivere così lontani da noi ti arricchisce a livello personale

Fausto Masnada… 

Mi alleno spesso con lui a Bergamo. Gli devo tanto, il suo essere meticoloso e il suo allenarsi in modo professionale è stato una fonte di ispirazione e mi ha aiutato davvero molto. Ha ottenuto tanti risultati, è un grandissimo atleta e lo ha dimostrato anche al Giro 2020. Lo vivo tutti i giorni e vedo come va e dove può arrivare… davvero lontano.