OME – Campo Imperatore è lontana 600 chilometri, domani (oggi, ndr) si arriva sul Bondone e per i due fratelli Bais, Davide e Mattia, sarà finalmente aria di casa. Da quel giorno in Abruzzo, per il gigante della Eolo-Kometa forse la vita non sarà cambiata, ma di certo aver vinto una tappa ha cambiato la sua quotazione e la considerazione nel gruppo.
Basti pensare che il giorno dopo sono andati a complimentarsi con lui Thomas ed Evenepoel, corridori con cui non aveva mai parlato e con cui non avrebbe mai immaginato di parlare, per quella divisione sempre più marcata del gruppo in classi. Ma quando sei cresciuto facendo sacrifici e guadagnandoti ogni medaglia che t’hanno messo al collo, i voli pindarici li lasci agli altri. E Davide Bais, venuto fuori dalla scuola del burbero Bressan e poi passato alla corte di Stefano Zanatta, i piedi li ha ben saldi per terra.
Com’è a tanti chilometri e a dieci giorni di distanza pensare di aver vinto quella tappa?
Un effetto bellissimo, sono molto contento. E’ qualcosa di straordinario e adesso indosso anche la maglia blu. Cercherò di onorarla nella prossima tappa, che soprattutto è quella di casa.
Alla partenza del Giro ognuno ha i suoi progetti, i suoi sogni: tu sapevi di essere a questo livello o ti sei scoperto per strada?
Mi sono scoperto strada facendo. Posso dire che finora questo Giro è stato molto positivo per la squadra, non solo per me. Siamo riusciti a vincere una tappa e a raccogliere tutti dei bei piazzamenti fra i primi dieci. Siamo tutti molto contenti e motivati e questo è l’importante.
Dopo Campo Imperatore, Basso ha raccontato che state crescendo come nella Liquigas di allora tirarono su Sagan, Viviani e Nibali…
Con la squadra c’è un bellissimo progetto, grazie a loro sono passato professionista e ogni giorno riesco a crescere sereno e tranquillo. E’ una cosa molto importante e ogni giorno sto facendo dei passi molto importanti.
Bressan ha sempre parlato di te come di un novello De Marchi, ti ci rivedi?
De Marchi è sempre stato un punto di riferimento, essendo stato anche uno dei nostri compagni di allenamento in Friuli. Mi piacerebbe diventare un corridore come lui, che sta facendo una bellissima carriera. Lo ammiro molto.
Che testa serve per tenere la maglia blu e fare i punti che servono?
E’ una corsa nella corsa, forse anche due corse nella corsa. Ogni giorno bisogna andare all’attacco, ci sono molti Gpm, quindi bisogna puntare a quelli giusti per raccogliere i punti che servono. Bisogna studiare il percorso e capire dove si può riuscire, quali sono le salite su cui provare.
Di solito il vincitore di tappa il giorno dopo riceve le congratulazioni del gruppo. Come è andata per te?
E’ stato bellissimo ricevere i complimenti da tanti corridori, compagni in gruppo e gente fortissima con cui non mi sarei mai aspettato di scambiare due parole, tipo Thomas e Remco.
Torna per un attimo a Campo Imperatore: hai vinto come Einer Rubio a Crans Montana, senza mai mettere fuori il naso sino al finale…
Ho cercato di risparmiare il massimo. C’era tanto vento e a ruota si stava molto bene, allora ho cercato di limare il più possibile.
Pensi che sul Bondone riceverete una bella accoglienza?
Credo che ci saranno amici, parenti e tifosi in almeno tre punti. Più che una curva Bais, ci sarà la zona Bais. Penso che ci sarà un bel po’ di casino…