L’estate di Antonio Nibali procede tra le colline delle Marche nella Filottrano di Michele Scarponi. Il siciliano si è trasferito da quelle parti già da qualche tempo, con la moglie e la loro piccola Mariasole. Ma soprattutto in questo primo scorcio di stagione il corridore della Trek-Segafredo si è mostrato pimpante come poche altre volte lo avevamo visto. Buone prestazioni alla Coppi e Bartali, al Tour of the Alps e soprattutto al Giro di Svizzera, dove si è ritrovato a lottare faccia a faccia con dei veri “mammasantissima”.
Con lui abbiamo parlato del suo futuro, che tra l’altro presto potrebbe essere lontano dal fratello Vincenzo, come accadde nei suoi primi anni da professionista quando era nelle fila della Nippo-Fantini.
Antonio, che voto dai alla tua stagione sin qui?
Direi un 7,5-8. Non ho fatto molte corse e quando le ho fatte ho cercato di essere protagonista. Alla fine, anno per anno ho cercato, riuscendoci, di migliorare.
E al Giro di Svizzera ti abbiamo visto competitivo tra i grandi…
Mi sentivo bene. In verità volevo provare a far classifica, ma poi in una tappa il gruppo si è spezzato in discesa e sono rimasto dietro. A quel punto non avendo più ambizioni per la generale era inutile tenere duro e ho cercato di portare a casa qualcosa, come la maglia dei Gpm. L’ho persa all’ultimo giorno. Io e Samitier ci siamo “scornati” tutto il giorno e Woods che ha vinto un solo Gpm ci ha fregato. Però è importante crederci sempre, divertirsi e provarci… altrimenti non sai mai come va.
Adesso cosa farai?
Vengo da una settimana di riposo. Sto riprendendo con gli allenamenti proprio in questi giorni. Farò il Tour de Wallonie, San Sebastian… Vuelta.
In casa Trek-Segafredo Ciccone era il capitano designato sin da inizio stagione per la Vuelta, ma magari dopo le Olimpiadi potrebbe cambiare qualcosa: per te che avventura sarà?
Su carta il capitano è lui, però dopo la convocazione alle Olimpiadi non so cosa voglia fare Giulio. Io mi farò trovare pronto, proverò a vincere qualche tappa e ad aiutarlo il più possibile. E se dovessi restare con i migliori potrei provare ad anticipare un po’, ad attaccare prima. Vedremo come andrà giorno per giorno.
Ma dove può arrivare Antonio? Prima hai detto che sei migliorato, sei ancora abbastanza giovane (deve compiere 29 anni, ndr)… Sarai mai in lotta per un grande Giro? Per delle corse a tappe più brevi? Per le maglie di miglior scalatore?
Alla fine non è facile vincere. Vedi come vanno le cose anche in base a come stai in quella gara e spesso le cose succedono per caso. Per la classifica in un grande Giro non penso, semmai potrei mirare a qualche tappa. Sì, potrei puntare alle classifiche a punti per i Gpm visto che in salita tengo bene. Ma come ho già detto il mio obiettivo è migliorare, che poi è lo stesso di tutti quanti.
E tu, oltre ai dati del computerino, da cosa vedi che sei migliorato?
Dal fatto che quando torno a casa anche dagli allenamenti più duri sto meglio, recupero bene. Sento che il fisico li assimila bene.
Questo discorso sul prosieguo della tua carriera, del fatto che sei migliorato, ci porta anche a pensare ad un futuro lontano da tuo fratello Vincenzo: questa cosa ti “spaventa” o ti dà più stimoli?
Mah, prima o poi questo momento arriverà e dovrò staccarmi da lui (tra i due ci sono otto anni di differenza, ndr). Vincenzo ha deciso di continuare almeno un altro anno e vedremo se sarà ancora l’ultimo insieme oppure no. Ma per me sarà normale andare avanti anche senza di lui.
In che senso?
In fin dei conti è già successo quando Vincenzo era ad altre corse e io ho lavorato per un altro capitano. Per esempio quando ero in Bahrain ho lavorato per Izaguirre e loro spesso chiedevano di me perché ero uno che aiutava. Non mi facevo i fatti i mei e mi ammiravano per questo, perché davo sempre il 100%.
E senza Vincenzo o un altro capitano di turno, visto che stai migliorando e che hai anche vissuto in toto la vita da gregario, se ti dicessero che sei il capitano pensi che saresti in grado di svolgere questo ruolo?
Credo di sì. Alla fine le gare sono sempre quelle, sia che sei il leader che il gregario: devi comunque dare il massimo. Semmai le cose cambiano nella gestione del dopogara, hai più impegni, c’è più tensione. E’ lì che devi saperti gestire.