Lorenzo Conforti, spunti tecnici e racconti di un neopro’

30.12.2023
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BENIDORM (Spagna) – Lorenzo Conforti è uno dei giovani della Green Project-Bardiani (fra pochi giorni VF Group-Bardiani-Faizanè). Uno di quei ragazzi che su carta ha fatto il salto dagli juniores ai pro’, come succede a molti colleghi che poi emigrano all’estero, ma lui ha scelto di restare in Italia. Le cose si possono fare bene anche qui… se si è nel posto giusto.

E nel gruppo di Reverberi può crescere con decisione. Lorenzo è affidato alle cure di Mirko Rossato, che appunto tira le redini del “devo team”.

Lorenzo ha concluso la sua prima stagione tra i grandi. Un po’ U23 un po’ professionista: 50 giorni di gara, quattro top 10, due maglie bianche in altrettante corse a tappe e una crescita avvenuta nel corso dell’anno, tanto da diventare un uomo prezioso nel treno di Enrico Zanoncello nelle gare asiatiche di fine stagione.

Conforti (classe 2004) in allenamento sulle strade di Benidorm. I volumi crescono (foto Gabriele Reverberi)
Conforti (classe 2004) in allenamento sulle strade di Benidorm. I volumi crescono (foto Gabriele Reverberi)
Lorenzo, hai archiviato la tua  prima stagione da under 23 e insieme da pro’: come dobbiamo definirla?

Un po’ e un po’! E’ andata bene. Ho vissuto belle esperienze anche all’estero. Abbiamo preso parte sia a corse importanti che a corse con gli under 23. Sono soddisfatto. Ho imparato tanto anche dai compagni, dando una mano quando potevo. E ora siamo già proiettati verso il secondo anno da professionisti… tra virgolette. 

In una nostra precedente intervista, si parlava anche del tuo motore. Questa stagione ti ha aiutato a capire che tipo di corridore sei?

Certo, ho capito che non sono uno scalatore, quello è poco ma sicuro. Credo di potermi definire un passista veloce. O comunque un corridore che si difende anche in salita. Un corridore moderno, come ce ne sono molti adesso. Ho un buono spunto, un buon picco di velocità. Mi so destreggiare abbastanza bene nelle volate e magari questo potrebbe essere un aspetto da approfondire.

Hai detto di aver aiutato e hai parlato di volate. In Cina e Malesia hai lavorato parecchio per Zanoncello…

Mi trovo molto bene con Enrico. Lì ero l’ultimo uomo, anche perché mi so muovere in gruppo. Mi piace anche l’adrenalina della volata. Come detto, questo potrebbe essere qualcosa che possiamo curare anche tra gli under 23 nella prossima stagione.

Lorenzo, in testa al gruppo, in azione al Langkawi, dove ha lavorato molto per la squadra
Lorenzo in azione al Langkawi dove ha lavorato molto per la squadra
Hai fatto 50 giorni di corse e risultano solo tre “DNF”, cioè tre ritiri, e paradossalmente sono tutti e tre in corse under 23. Come mai?

Uno di quei tre DNF è stato alla Gand, quel giorno abbiamo trovato una giornata folle: due gradi, pioggia, vento… E’ stata una gara particolare. Un altro ritiro è stato a Poggiana e l’altro di nuovo in Belgio. Le corse under 23 sono diverse da quelle dei professionisti. Se sei in “giornata no”, che non hai gambe, è difficile andare avanti perché si corre parecchio all’arrembaggio. Parti e sei subito a tutta. E a quel punto andare all’arrivo diventa difficile. Tra i pro’ invece la partenza magari è più lenta. E anche se è veloce è più controllata. Se non hai il compito di andare in fuga o comunque di fare un certo lavoro, ti puoi gestire, nascondere, salvare in qualche modo. E anche se ti stacchi, strada facendo trovi il gruppetto.

Corse a tappe, ne hai fatte parecchie…

Ne ho fatte sette.

E cosa ti sembra? Riesci a recuperare bene o arrivi nel finale col fiato corto?

Vedo che vado bene dai. Il Langkawi, che era comunque una delle più lunghe che ho fatto, mi ha dato fiducia. Erano otto tappe e in più venivo dalla Cina, altre quattro tappe. Mi è sembrato di recuperare molto bene. Semmai ho avuto qualche piccolo calo durante la corsa. Magari dopo un po’ avevo 20 chilometri di calo, ma poi riuscivo a riprendermi abbastanza bene. Non so spiegarmi il perché. Magari sarà una mia caratteristica, magari saranno delle cose che svaniranno da sole col passare del tempo e con l’adattamento alle corse dei pro’.  Comunque si parla di chilometraggi che, passando da juniores a professionista, sono aumentati di tanto.

Potrebbe anche essere una questione di alimentazione?

Volendo sì. Su questo stiamo lavorando. Anche durante il ritiro, il nutrizionista ci dava molte dritte. Però come ho già detto io vengo dagli juniores, sono ancora alle basi. Ora invece, sto cominciando a capire come ci si alimenta, sia in corsa che fuori. Ma l’importante è soprattutto in corsa. I miei compagni più grandi mi raccontano che anche in questo senso è cambiato molto.

Conforti al Liberazione, una corsa che è nelle sue corde e magari anche un obiettivo 2024 (Instagram – @liisaphotoss)
Conforti al Liberazione, una corsa che è nelle sue corde e magari anche un obiettivo 2024 (Instagram – @liisaphotoss)
Anche per il 2024 sei nel gruppo dei giovani, ma con un anno in più di esperienza. Hai cerchiato in rosso qualche gara?

Il GP Liberazione a Roma mi è sempre piaciuto. Quando ero junior l’ho fatto solo al primo anno e poi l’ho rifatto quest’anno da under. Sono andato bene e sono stato anche sfortunato perché avevo Pinarello, che poi ha fatto terzo, nel gruppetto con me. Lui ha anticipato ed è stato bravo. Io stavo facendo la volata per il quarto posto. Ero in un drappello di dieci corridori, imboccando l’ultima curva mi si è staccato il pedale e alla fine ho fatto undicesimo. Quindi se proprio dovessi indicare una gara, intanto direi questa. Un po’ perché mi piace e un po’ perché ho un conto aperto, diciamo così!

Invece parlando di esperienze, cosa ci racconti delle ultime trasferte in Asia? Insomma, ritrovarsi a fare certi viaggi a 19 anni non capita spesso…

E’ stato davvero bello. Oltre al viaggio, vedi un ciclismo diverso. Ho raccontato ai ragazzi che escono con me quando sono a casa tante cose. Mi ricordo in particolare una sensazione, un pensiero che ho avuto in corsa durante una delle ultime tappe Langkawi. Noi avevamo Zanoncello come leader. Enrico doveva fare la volata. Mancavano una trentina di chilometri all’arrivo, c’era la EF che tirava e noi gli eravamo dietro. Ad un certo punto ho pensato. «Che strana cosa. Questi sono corridori veri e io sono tra loro». Mi sono reso conto in corsa di essere con gente di quel calibro. E devo dire che mi sono venuti un po’ di brividi. A volte è bello già solo esserci, poi magari andando avanti sarà bello entrare sempre più nel vivo della corsa.

Lorenzo, sei in una famiglia di ciclisti: anche tuo fratello Matteo correva…

Tutti: dal primo all’ultimo. Da mio “babbo” che ha iniziato ad andare in bici per un problema al ginocchio, a mia sorella Chiara che ha 7 anni, ed è una giovanissima.

Lorenzo con la sorellina Chiara. Magari anche lei un giorno sarà una professionista
Lorenzo con la sorellina Chiara. Magari anche lei un giorno sarà una professionista
Adesso però il gioiellino di casa sei te…

Per ora sì, ma spero che lo diventi anche mia sorella.

Lei ti chiede mai qualcosa del “tuo” ciclismo?

Parecchio. Quando sono libero le dedico molto tempo, la porto a scuola. Mi ricordo quando io ero un giovanissimo e se avevo l’occasione di andare in bicicletta con un esordiente mi sembrava di andare con chissà chi. Lei ha l’opportunità di avere un fratello professionista in casa e le sembra di avere un mito. Non mi perdo un suo allenamento. Anzi, certe volte usciamo insieme!

Forte…

Se ho il giorno di scarico, magari faccio anche la “doppia uscita”, che poi si tratta di fare cinque chilometri al pomeriggio dopo la scuola. Lei è contentissima. Addirittura usa il mio casco di quando ero piccolo. Non ha voluto neanche togliere il nome e così gira con la scritta Lorenzo Conforti sulla testa!