L’estate di Niccolò Bonifazio si sta dimostrando più che positiva. Potrebbe essere il momento del suo riscatto dopo un avvio un po’ tumultuoso. Il corridore ligure si è ritrovato a rincorrere la condizione dopo gli intoppi invernali. L’ultima volta che lo avevamo visto, si stava scaldando sui rulli prima della Scheldeprijs. La sua bici era posizionata dietro al bus, protetta dal vento gelido che sferzava le lande affacciate sul Mare del Nord. Niccolò aveva la sua consueta grinta, ma col senno del poi sapeva che forse non era al top.
Verso il riscatto
«Cosa funzionato e cosa no? Mi sono preparato molto bene a novembre e dicembre scorso e posso dirvi che andavo già molto forte – racconta Bonifazio – Poi sono dovuto rimanere a casa a causa del Covid. Sono stato fermo per 21 giorni. Tre settimane senza allenarmi anche perché non si sapeva quale fossero gli effetti dell’allenamento con il coronavirus. Ho fatto giusto un po’ di lavoro muscolare. Il mese dopo per recuperare ho fatto quasi 90 ore di allenamento, ma forse mi sono affaticato troppo. Andavo abbastanza forte tra marzo e aprile ma non ho colto troppi risultati e di fatto la prima parte di stagione finita lì (proprio alla Scheldeprijs, ndr).
«Sarei dovuto andare al Tour, mi ero preparato bene, ma poi la squadra ha deciso per una formazione più adatta alla montagna quindi mi sono fermato un’altra volta. A quel punto ho iniziato subito a pensare al finale di stagione. E devo dire che è partito anche bene con un primo ed un secondo posto».
Bonifazio, infatti, si trova in Belgio. Sta facendo tutte gare di un giorno. Ha vinto la Grote Prijs Jef Scherens e altro ieri alla Egmont Cycling Race ha sfiorato la vittoria. «Erano strade molto difficili, tecniche, strette e non sono molto adatte a me. O quantomeno non sono quelle che preferisco. Mi piacciono gare un po’ più vallonate e lineari, magari anche con qualche salitella visto che ho vinto corse con 3.000 metri di dislivello. Quando sono in forma preferisco corse più dure».
Sagan in vista
Menare forte questa estate, potrebbe essere una sorta di credito per Bonifazio in vista della prossima stagione, quando alla TotalEnergies arriverà un certo Peter Sagan. L’arrivo del tre volte campione del mondo potrebbe non facilitargli troppo la vita in squadra e togliergli spazio.
Sagan è un corridore che tutto sommato ha caratteristiche simili a quelle di Bonifazio e visto il suo appeal, il suo nome e l’intera operazione di ciclomercato impostata da Bernaudeau potrebbe creare qualche problema a Niccoló, che ha ancora un anno di contratto.
«Ma io non credo che Peter mi creerà dei problemi – spiega Bonifazio – Non sono preoccupato del suo arrivo. Quello che mi chiederà la squadra io farò. Sono pronto a tutto. Sono tanti anni che facciamo volate insieme. Anzi a volte ci siamo anche allenati insieme a Monaco, sia con lui che con gli altri. Vero, abbiamo caratteristiche fisiche simili e, perché no, potrei anche tirargli la volata. È un ruolo che ho già fatto e che mi riesce anche bene. Poi magari se non è in giornata è lui che aiuta me! Ma certe cose è presto per dirle, bisogna vederle in corsa, sul momento».
Fisico tosto
Ma Bonifazio non è tosto solo nella testa, lo è anche nel fisico. Come detto, in questi giorni il ligure si trova in Belgio. Ha archiviato alcune gare ed altre ne ha nel mirino, tra cui la Bruxelles Classic.
«Questa è una corsa che mi piace molto – dice – Da qui in poi punterò a tutte le gare possibili e cercherò di fare sempre il massimo».
Niccolò ha davvero fame e grinta. Quando parla è deciso. E presto capiamo anche il perché. «Tra il Covid dell’anno scorso, che ha bloccato gran parte della stagione, e qualche problema mio quest’anno, in due stagioni ho fatto poche corse e tantissime ore di allenamento. E questo ti può distruggere soprattutto ad un tipo come me che si allena moltissimo e in modo molto intenso. Tanti colleghi mi chiedono: ma come fai? Io rispondo che il mio fisico è differente ed è difficile da allenare. Bisogna stancarlo, altrimenti non migliora. Mi devo allenare molto, davvero… Alla Parigi-Nizza dell’anno scorso, per esempio, andavo veramente forte, ma venivo da ben tre mesi di lavoro. Un lavoro molto costante e intenso, senza intoppi… segno che quando sto bene riesco a fare “cose carine”».