Tu pedali, loro ti pagano: con Imatra lo shopping in bici

27.04.2021
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Tu pedali, loro ti pagano. Non è lo slogan di una squadra di professionisti, ma il meccanismo che c’è alla base di Imatra, l’app sviluppata da Imatra Sport Innovation, start-up fondata da due spagnoli e un italiano, che il mondo del ciclismo ben conosce: Simone Toccafondi. Toscano, residente da un pezzo a San Sebastian, Simone è stato a lungo il braccio destro di Mike Sinyard per i team Specialized, mentre da un paio di stagioni collabora con Bmc come figura di raccordo fra l’azienda e i gruppi sportivi. Imatra è il progetto cui sta lavorando con due amici, di cui parlavamo da qualche mese e in cui ovviamente crede molto.

Io pedalo, tu mi paghi?

Esatto. L’obiettivo è pagare i ciclisti in base ai chilometri che fanno, con una moneta virtuale che abbiamo chiamato Imatra Coin che potranno spendere in un Market Place in cui troveranno offerte da parte delle aziende, del settore e non solo, che hanno già scelto e che sceglieranno di aderire al progetto. Una valuta che cresce in rapporto all’attività fisica.

Un breve video in inglese spiega la filosofia e il funzionamento di Imatra
Come avviene il calcolo dei chilometri?

Un algoritmo esegue il calcolo metrico delle distanze normalizzate, nelle quale per ora si tiene conto di distanza, altimetria e pendenza. Tuttavia stiamo già lavorando con Alessandro Pezzoli del Politecnico di Torino per introdurre altri parametri che possano includere più partecipanti. L’idea è quella di democratizzare il rendimento in base alla disponibilità di tempo, a prescindere dal proprio livello di prestazione. Non tutti possono uscire per 4 ore tutti i giorni, ma non per questo non avranno accesso a tutti i vantaggi.

Dove si scarica Imatra?

Per ora è su Apple Store, ma stiamo lavorando per sbarcare su Android, che detiene il 75 per cento del mercato. Da fine giugno si attiveranno le offerte, per ora con 10-11 aziende.

Perché un’azienda aderisce a Imatra?

Perché è interessata al mercato globale e trova così il modo di intercettare clienti da ogni parte del mondo. Un domani, la proposta potrebbe però interessare anche ai negozianti o alle Pubbliche Amministrazioni, ad esempio per quelle che spingono sul cicloturismo o il bike sharing. Siamo in trattativa con San Sebastian, ad esempio, perché si possa pagare il noleggio bici con Imatra Coin e parliamo della stessa società che gestisce il parco bici di Madrid e Valencia e sta trattando per sbarcare a Berlino.

Quindi più pedalo e più guadagno e poi accedo alla scontistica sulla piattaforma.

Esatto, funziona così.

Chi sono i tuoi soci?

Due baschi. Un ingegnere senior che lavora alla parte tecnica, l’altro che viene dal mondo banking. Entrambi praticanti a buon livello e con assiduità. Per tutti e tre l’idea è quella di restituire qualcosa al ciclismo. Nel mio caso, avendolo sempre vissuto nel mondo agonistico, la molla è stato rendersi conto che la bicicletta è molto di più.

La schermata sintetizza i chilometri percorsi e la valuta virtuale guadagnata
La schermata sintetizza i chilometri percorsi e la valuta virtuale guadagnata
Che cosa significa Imatra?

E’ una cittadina della Finlandia, ma ad essere onesti il nome scelto inizialmente non era questo. Avevamo fatto tutto perché si chiamasse Blue Room, che però al momento di fare sul serio ci è stato sconsigliato, perché come nel ciclismo il blu è il colore di Shimano, nel mondo dell’informatica è quello di Microsoft. A quel punto, rovistando in un cassetto, trovai una scatola di occhiali che si chiamavano Imatra. Li produceva Safilo, che ai tempi sponsorizzava Valentino Rossi. Il nome ci piacque, il marchio era decaduto e ce lo siamo preso noi.

Come farai con Bmc?

Continuerò a lavorare con loro, sono un’azienda fantastica con cui mi trovo molto bene. Ma quando ho firmato, Imatra era già in divenire, per cui il mio è un contratto da consulente. Continueremo a vederci alle corse. Sarò al Romandia e poi ci vedremo al Giro.