Salvo interventi esterni dell’ultima ora, la Federazione francese di ciclismo ha deciso che dalla prossima stagione gli juniores potranno correre senza più limitazione dei rapporti. Solo gli allievi saranno tenuti a rispettare il vincolo attuale del 46×14. Si è arrivati alla decisione dopo lo studio affidato a una commissione tecnico/scientifica che ha permesso di rispondere a una lunga serie di quesiti.
Nove punti chiave
Gli esiti sono ben dettagliati in un rapporto pubblicato sul sito federale, ma si possono sintetizzare in una serie di punti.
1) L’utilizzo di uno sviluppo più breve non sviluppa negli anni la qualità della velocità per uno sprint.
2) Limitare lo sviluppo nelle gare non è una condizione per promuovere la velocità. La velocità dipende soprattutto dalle qualità ereditarie, dalla crescita, dalla coordinazione e dalle qualità muscolari. Per questo è necessario variare enormemente i lavori di forza e la velocità di pedalata.
3) Per sviluppare un valore massimo di potenza, il ciclista deve trovarsi in una situazione in cui sarà in grado di utilizzare una cadenza ottimale.
4) E’ auspicabile che i ciclisti sviluppino prima e ulteriormente le loro qualità di forza per essere efficienti a lungo termine, senza tuttavia eliminare il lavoro a velocità diverse, comprese le velocità massime.
5) Lo sviluppo della forza a lungo termine nei bambini aiuta a ridurre il rischio di lesioni e ad aumentare le possibilità di successo ad alte prestazioni. E’ un fattore di salute e successo a lungo termine.
6) Il problema con gli sport come il ciclismo è che gli stimoli non sono abbastanza forti da svolgere un’azione ottimale.
7) Il lavoro ad alto ritmo è vantaggioso per l’apprendimento perché accelera lo sviluppo della coordinazione.
8) La diversità dei percorsi avrà un impatto maggiore dell’intervento sullo sviluppo metrico.
9) Imparare a usare il deragliatore è più vantaggioso che limitare lo sviluppo.
L’esempio di Martinez
Del tema avevamo già parlato dopo il Giro della Lunigiana, quando alcuni atleti francesi fra cui Lenny Martinez, ammisero di allenarsi utilizzando una gamma di rapporti completa e poi di correre nelle prove internazionali con il 52×14 imposto dall’Uci. Lo spirito che anima queste limitazioni è ispirato da due principi: quello di voler rispettare lo sviluppo fisiologico degli atleti e concedere pari opportunità a tutti i corridori, volendo arginare la superiorità di quelli che sfoggiano un’indubbia precocità atletica.
Si ha fretta, nelle famiglie, nei piani dei procuratori e nelle squadre. Se l’under 23 di primo anno può correre nel WorldTour, è persino logico che abbia nelle gambe la forza per girare il 53×11. Si vuole il giovane fenomeno, siamo quasi stufi di scriverlo. Ma se la Federazione asseconda questa pressione anziché porvi limiti, autorizza di fatto l’andazzo. Come se la Stradale togliesse i tutor dall’autostrada perché le auto moderne sono più veloci e chi le guida ha fretta di arrivare.
La scelta dei percorsi
In Francia il dibattito è accesissimo, perché le argomentazioni proposte da chi sostiene la bontà dell’innovazione trovano terreno fertile. La limitazione dei rapporti – essere costretti a usare il 52×14 invece del 53×11 – dà sicuramente risultati apprezzabili in pianura, ma sulle salite la gamma di rapporti attualmente in uso permette sviluppi che in ogni caso richiedono sforzi notevoli.
L’obiezione che viene mossa a questo punto è che proprio i percorsi delle gare juniores dovrebbero essere rapportati alla loro età e alla loro fisiologia. Per cui non andrebbero proposte salite lunghe al 12 per cento, come accade abbastanza spesso, per evitare che i ragazzi siano costretti a sobbarcarsi carichi di lavoro per loro eccessivi.
Ovviamente tutto sarà basato sulle scelte dei preparatori, dei tecnici e degli atleti. Resta da vedere se l’Uci vorrà avallare la scelta francese, oppure interverrà per imporre la sua legge o ancora inizierà a valutare se valga davvero la pena eliminare il blocco a livello mondiale. Innegabilmente infatti la scelta dei francesi avrà ripercussioni internazionali.