EDITORIALE / Due cose che vorremmo dirvi su Davide Cassani

09.08.2021
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Se si vincono le elezioni dicendo che si cambierà tutto, prima o poi bisognerà cominciare a farlo. Per questo non desta stupore il fatto che il presidente Dagnoni voglia ridisegnare anche la struttura della nazionale dei professionisti, affidandola ad Amadio e dandole o provando a darle i tratti di una squadra WorldTour. Pertanto è comprensibile anche che in questa fase Cassani possa risultare ingombrante, perché indubbiamente a partire dal 2014 Davide ha messo il piede in ogni contesto federale. In sostanza quello che ha fatto e che gli è stato permesso di fare perché utilissimo alla causa, è stato far funzionare una federazione che per tanti aspetti era bloccata su meccanismi superati e apparentemente insuperabili. Gli stessi che Dagnoni (con Cassani nella foto di apertura) sta cercando di smantellare.

Europei juniores a crono 2019, comunione di intenti fra Rino De Candido, Davide Cassani e Marco Villa: vittoria a Piccolo
Europei juniores a crono 2019, comunione di intenti fra Rino De Candido, Davide Cassani e Marco Villa: vittoria a Piccolo

Gli amici giusti

Cassani ha sfruttato le sue conoscenze e messo in atto quel che a suo tempo fece inorridire la società civile, allorché il Ministro del Lavoro Poletti disse che in Italia è più facile trovare lavoro sfruttando le conoscenze del calcetto che mandando in giro curriculum. Andando in bicicletta con i potenti d’Italia e alcuni grandi sponsor, Cassani è riuscito a dirottare interesse ed energie sul ciclismo. Lo ha reso figo in ambienti in cui altrimenti non avrebbe attecchito. E così sono arrivate risorse e attenzione mediatica. In questo modo è rinato il Giro d’Italia degli Under 23 e nella scia di tutto questo, anni dopo e con l’arte e gli agganci del presidente Di Rocco, si è potuto organizzare lo stesso mondiale di Imola. Cassani ha rimesso in moto la pista cavalcando il concetto della multidisciplina e a dispetto di quanto si sente, ha messo i tecnici delle varie discipline nella condizione di parlarsi e scambiarsi nozioni ed atleti.

Lo ha fatto per arricchirsi? E’ stato il migliore dei tecnici? Si espone troppo? Non se ne può più di vederlo in televisione? Ha sbagliato qualche convocazione? Mandarlo via sarebbe un crimine?

Mentre Davide Cassani era a casa, Dagnoni e Malagò hanno festeggiato assieme ai medagliati della pista
Mentre Davide Cassani era a casa, Dagnoni e Malagò hanno festeggiato assieme ai medagliati della pista

Nessuno è intoccabile

Nel mondo del lavoro le cose cambiano, posizioni si aggiornano e altre vengono azzerate. Nessuno è intoccabile, immune da errori o dura per sempre. E soprattutto, riprendendo quanto detto prima, se si vincono le elezioni dicendo che si cambierà tutto, prima o poi bisognerà cominciare a farlo.

Quello di cui si potrebbe discutere sono i modi. L’articolo apparso ieri sulla Gazzetta dello Sport, assai simile a quello secondo cui Cassani non avrebbe portato Nibali a Tokyo, sembra quasi la spinta affinché il romagnolo dia le dimissioni. E forse, proprio in virtù del tanto impegno che ci ha messo e a fronte del poco apprezzamento, Davide a questo punto potrebbe andarsene cogliendo l’occasione per raccontare il modo in cui ha lavorato negli ultimi tempi. La sensazione invece è che non ne abbia l’intenzione, preferendo lasciare ad altri la decisione.

Il 4 gennaio del 2014, Davide Cassani riceve da Martini e Di Rocco la proposta di diventare tecnico azzurro
Il 4 gennaio del 2014, Davide Cassani riceve da Martini e Di Rocco la proposta di diventare tecnico azzurro

La scelta di Dagnoni

Non sarà un problema. Il percorso del presidente Dagnoni fin qui non si è fermato davanti a nulla. Nonostante Di Rocco sia stato decisivo nella sua elezione, lo ha presto salutato non appoggiandolo nella corsa al Coni e schierandosi dalla parte di Malagò che ormai è il più grande amico del ciclismo e forse non per caso ci ha concesso il portabandiera. Di Marchegiano, che si diceva fosse dietro alla sua campagna, non parla più nessuno. Norma Gimondi, utile alla causa, è stata tirata a bordo nonostante fosse stata candidata da Martinello. Per quale motivo il presidente dovrebbe fermarsi davanti alla resistenza di Cassani? Del resto è nel suo pieno diritto comportarsi nel modo più funzionale al progetto.

Quello che ci chiediamo, nell’augurarvi una buona settimana, è se l’Italia abbia bisogno di vivere un europeo e un mondiale guidata da un tecnico sfiduciato e sotto lo sguardo sornione e un po’ cinico di chi ha già in mano il nuovo nome.