La valigia era pressoché pronta. In pratica, mancava soltanto la nuova maglia del Team Total Drect Energie per completare i bagagli e volare in Bretagna. Dopo due Tour de France consecutivi, invece, Niccolò Bonifazio non sarà alla partenza della Grande Boucle che scatta oggi. Una doccia fredda che ha lasciato svuotato il ventisettenne ligure di Diano Marina, già pronto però a riscattarsi sin dalle prime occasioni che si troverà davanti.
Che effetto fa vedere spegnersi il sogno così in extremis?
Brucia, perché ci arrivavo con uno stato di forma perfetto. Ho fatto il campionato italiano senza particolari ambizioni perché il percorso era troppo duro per me e così avevo già la testa al Tour, impaziente di partire.


La squadra che cosa ti ha detto riguardo all’esclusione?
Hanno fatto delle scelte tecniche, decidendo di puntare sulle fughe e sulle tappe in salita. Quest’anno non c’era proprio spazio per gli uomini veloci.
Hai pensato a come riorganizzare la stagione?
Non è stato detto, ma all’inizio dell’anno ho avuto il Covid e questo ha creato parecchi problemi nella preparazione, perché a gennaio sono rimasto fermo a casa. Ho corso poco e non è stato un bell’inizio di stagione, però nei test successivi avevo i miei numeri migliori degli ultimi anni, a dispetto della malattia.
E’ stato difficile ritrovare la forma?
Sono un esperto nelle preparazioni invernali, avendo sempre vissuto in una zona dove c’è sempre bello e non manca mai la possibilità di allenarsi. Volevo partire forte anche quest’anno, già da novembre mi ero mentalizzato per arrivare al top a marzo.


Anche perché la Milano-Sanremo è la tua corsa di casa, basta passare sul Poggio per accorgesene, trovando tante scritte per te…
Sono nato a 10 chilometri dalla Cipressa, per cui per me Cipressa e Poggio sono la routine negli allenamenti e anche ora che vivo a Montecarlo continuo a farle come salite appena posso. Purtroppo, a causa di questo “buco” di allenamenti di 20 giorni, mi è mancato qualcosa a livello fisico e all’ultimo chilometro del Poggio mi sono staccato. Con il senno di poi, non si sa, perché la preparazione è stata giusta, ma mi sono mancati quei due minuti di resistenza in cima al Poggio per arrivare giù coi migliori quest’anno.
Senza Tour, come cambia la tua estate?
Viene a mancare l’obiettivo a cui tenevo di più, ma mi riscatterò con le corse di fine stagione. Agosto, settembre e ottobre mi farò trovare super pronto e spero di fare davvero bene. Penso e spero che correremo tanto in Italia, per cui spero che mi vediate là davanti. Non mi sono sorpreso della sua vittoria, ha trionfato praticamente senza appello.
Esclusione a parte, come va con la compagine francese?
Mi trovo bene, a parte questo inizio di stagione che non ha girato per il verso giusto, e con loro ho il contratto che mi lega ancora per un altro anno, vediamo come andrà.


Parlando d’Italia, ti aspettavi il morso del cobra al campionato tricolore?
Sonny (Colbrelli, ndr) andava già forte al Delfinato e con una condizione così su quel percorso, un corridore come lui non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione. Ha stravinto e con quella forma lì al Tour si leverà parecchie soddisfazioni.
Il tuo sogno per il futuro?
Sto pensando di lasciare un po’ perdere l’obiettivo Sanremo, ma ogni anno ci ricapito in mezzo. Quest’anno ho evitato le salite, ho lavorato tantissimo sull’esplosività e sulla forza perché avevo pensato alle volate di gruppo del Tour. Sono sempre stato fissato sul peso per passare le salite perché un chilo o due in più sono determinanti a un certo livello e fanno sì che ti stacchi. Per questa stagione, ho deciso di rimanere un po’ più pesante e ho avuto i miei frutti perché ho fatto tutti i miei record in volata, compreso quello sul minuto. Dispiace, perché mi sentivo davvero pronto per lasciare il segno in Francia.
Che lavori hai fatto?
Tante volate, innumerevoli ripetute da seduto sulla sella o in piedi. Mi sono concentrato su questi sprint da un minuto “alla morte” per essere ancora più forte. Nel nostro gruppo di allenamento siamo in tre o quattro e c’è sempre mio fratello Leonardo. Averlo di fianco mi motiva a dare il 120 per cento, è sempre molto bello.