Il team Vangi Sama Ricambi ha conquistato la classifica a squadre riservata alla categoria juniores, un risultato che arriva al termine di una stagione fatta di crescita e di conferme. Matteo Berti, alla guida della formazione toscana da due stagioni, si sta godendo un momento di pausa dall’attività. Anche se la preparazione in vista del 2026 è già iniziata, non in maniera così assidua ma il lavoro non manca (in apertura foto Facebook).
«Diciamo che siamo in piena preparazione per il prossimo anno – racconta Berti – e inizieremo a fare sul serio tra non molto. Tutto sta andando bene e penso riusciremo a mettere insieme un bel team anche nella stagione che verrà. Mi auguro riusciremo a toglierci delle belle soddisfazioni.
«Rispetto alla stagione appena conclusa – spiega il diesse – avremo due atleti in meno, passiamo da diciotto a sedici. Ci saranno otto ragazzi al primo anno nella categoria juniores e altri nuovi di secondo anno. Qualitativamente mi sembra una squadra ben assortita».



Arrivate da un risultato importante, con la vittoria della classifica a squadre…
Sì, assolutamente. Ci è mancato un po’ qualche risultato importante nelle corse nazionali e internazionali. Però tutti i ragazzi, in generale, si sono comportati bene e questo ci dà sicuramente tanta soddisfazione. A un certo punto della stagione la classifica a squadre è diventata un obiettivo, sia per la società che per i ragazzi.
Un termometro di una stagione positiva?
Il livello degli altri team che ci siamo messi alle spalle era sicuramente elevato, basti pensare al fatto di aver battuto una realtà come il Team Fratelli Giorgi. Ci siamo portati a casa una bella soddisfazione, ma se dovessi pensare a qualcosa da migliorare direi che sarebbe bello alzare l’asticella negli appuntamenti più importanti.


Restate una squadra che esce tanto dall’Italia per correre…
Per noi fare un certo tipo di attività anche all’estero è un obiettivo. Una cosa che abbiamo sicuramente notato è che il livello medio si sta alzando parecchio. Gli appuntamenti internazionali diventano importanti per la categoria juniores, perché rappresentano sicuramente una vetrina in prospettiva futura. Purtroppo il ciclismo sta abbassando tanto l’età in cui andare alla ricerca di talenti.
In questi anni hai visto corridori diversi, è cambiato tanto il movimento giovanile?
I ragazzi iniziano ad essere consapevoli che si deve andare forte da juniores, chi più e chi meno. Ma ormai questa è la categoria che fa da spartiacque. Rimango convinto che ogni corridore debba fare il proprio percorso. Tutti vogliono andare nei devo team ma si può diventare professionisti facendo anche un cammino parallelo. Gli esempi non mancano, uno su tutti a mio avviso è quello di Fiorelli che nel 2026 correrà con la Visma. Il suo percorso fa capire che il lavoro paga.


Hai avuto in squadra un ragazzo come Sambinello, il pensiero ai devo team era così radicato anche in lui?
Era un ragazzo con una fame agonistica importante, ma non aveva il pensiero di arrivare in un devo team. E’ stata la conseguenza dei risultati fatti nei due anni da juniores. Anche altri miei atleti avevano “fame” agonistica ma senza l’assillo di arrivare. Ora c’è una maggiore ambizione di arrivare in quelle squadre. Continuo a pensare che anche i miei ragazzi passati in team continental (ad esempio Meccia e Toselli, ndr) possano arrivare al professionismo.
L’anno prossimo mancheranno squadre come il Team Fratelli Giorgi o l’Aspiratori Otelli, che cambiamento sarà?
Strano e non facile da digerire. Il confronto con certe realtà fa crescere i corridori e noi come squadra. Non sarebbe corretto pensare che senza di loro il cammino possa essere più agevole, anche perché molti ragazzi rischiano di rimanere senza squadra. E’ un aspetto che ho notato già quest’anno.


E’ già così evidente?
Molti dei miei corridori hanno fatto fatica a trovare una sistemazione da under 23, sono arrivati a firmare contratti in inverno. Cosa che sinceramente non ci era capitata in precedenza. Il rischio è che con la chiusura di qualche team e la rincorsa ai talenti l’imbuto si restringa già agli allievi, escludendo tanti ragazzi da questo sport.