MILANO – Il quarto appuntamento dell’evento “Come Corre la Bike Economy” promosso dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi, ha portato al centro del dibattito la bicicletta e le possibilità ad essa collegate per costruire un futuro più sostenibile. Il mondo delle due ruote arriva da un quadriennio di crescita costante, e le proiezioni parlano di una progressione sempre più forte e solida. La Bike Economy è una delle economie più dinamiche al mondo, che nel 2019 ha mosso 55 miliardi di euro, mentre nel 2032 si prospetta che il mercato possa arrivare a un valore complessivo di 232 miliardi di euro.
Il cuore di questo progetto e del movimento legato alla bike economy sono le piccole e medie imprese, attori capaci di rivoluzionare il mercato del lavoro e quello tecnologico. Da sempre la bicicletta è uno strumento antico e allo stesso tempo capace di innovare e rinnovarsi. Le emozioni che ci legano al passato e alle gesta dei grandi campioni ci ricordano che la sua forma non cambia, ma la sua struttura è ormai profondamente mutata.


Il territorio
Protagonisti di uno dei quattro momenti di confronto, che hanno visto alternarsi sul palco diversi attori della Bike Economy, sono stati Paolo Bellino, CEO e General Manager di RCS Sport & Events, Roberto Salvador, Giro-E Director e Davide Cassani, Ambassador di Suzuki Bike Day (i tre sono insieme nella foto di apertura).
E’ toccato a Paolo Bellino il delicato compito di introdurre all’interno del contesto quello che è il valore di una corsa come il Giro d’Italia (che proprio oggi presenterà il percorso del 2026). L’evento sportivo che da 108 edizioni porta l’Italia e le sue bellezze in tutto il mondo, diventando una vetrina per i territori attraversati.
«Il Giro d’Italia – racconta Bellino – è da sempre l’evento più duro al mondo che si corre nel Paese più bello. Nel corso delle edizioni del 2023 e del 2025 abbiamo avuto modo, grazie a Banca Ifis, di constatare il valore di questo evento, che nell’ultima edizione è stato di oltre due miliardi di euro. Il Giro non è solo economia, è anche emozioni e sostenibilità. In ogni città di tappa portiamo avanti dei progetti legati al riciclo e siamo arrivati a numeri superiori al 92 per cento. L’attenzione al territorio è fondamentale per noi, un aspetto importante è quello legato a cosa lasciamo nei comuni attraversati. Abbiamo visto che il passaggio di una corsa come il Giro d’Italia porta un incremento del quaranta per cento dell’utilizzo della bicicletta. Sono numeri incoraggianti, che ci spingono a continuare e proseguire con il nostro percorso».


Elettrico e divertimento
Dal 2019, quando fece il suo esordio accanto al Giro d’Italia, il Giro-E è cresciuto a dismisura, diventando un vero evento nell’evento. Pedalare grazie al supporto di un motore sulle strade dove a poche ore di distanza si sarebbero affrontati i grandi campioni si è rivelata una mossa tanto semplice quanto azzeccata. Nel corso degli anni il Giro-E ha toccato tutta la nostra penisola, diventando uno spot per chi non ha mai avuto il coraggio di spingersi oltre la propria immaginazione.
«Il nostro evento – spiega Roberto Salvador – si è rivelato anche un solido test per le biciclette elettriche, dimostrando che grazie allo sviluppo tecnologico portato avanti in questi anni nessuna salita è impossibile. Abbiamo anche vinto quella che era la ritrosia di molti appassionati, la e-bike permette di godere della pedalata e dei paesaggi circostanti. L’utente ha modo di alzare lo sguardo e rimanere incantato dai territori nei quali pedala. Con il Giro-E siamo riusciti a portare soggetti diversi, non tutti ciclisti o appassionati, e la cosa incredibile che abbiamo notato è che chi pedala in certi luoghi torna. Lo stesso vale per gli spettatori a bordo strada o a casa, il ciclismo professionistico e le gesta dei grandi campioni sono uno spot unico capace di valorizzare e rendere iconiche certe aree del Paese».


Suzuki
L’ultima parola è toccata a Davide Cassani, figura di riferimento del ciclismo italiano, ambassador di Suzuki Bike Day. Un evento nato cinque anni fa (la prima edizione è avvenuta nel 2021) e volto a promuovere l’utilizzo della bici allo scopo di valorizzare i territori attraversati.
«Siamo partiti con un ritrovo a Carpegna – racconta Cassani – tra Emilia-Romagna e Marche, con l’obiettivo di radunare chi ama pedalare e trovare un punto di contatto con il territorio. Poi, grazie al supporto di Suzuki ci siamo spostati all’Autodromo di Imola. Il senso era di unire il mondo dei motori con quello della bici. Negli anni il Suzuki Bike Day è cresciuto così tanto che abbiamo deciso di spostarci e arrivare all’Autodromo di Monza. In un territorio che ama la bici ma presenta delle difficoltà maggiori a livello di logistica. Devo ammettere però che vedere tanti appassionati (si parla di 2.500 partecipanti, ndr) ci ha fatto capire di essere sulla buona strada».


Momento cruciale
“La bicicletta è il termometro di un Paese”, è un tema che si è ripetuto spesso durante l’incontro avvenuto il 27 novembre scorso presso il Palazzo Giureconsulti a Milano, a due passi dalla frenesia di Piazza Duomo che si prepara ad accogliere le prossime Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026.
Mai come ora la bicicletta è sinonimo di transizione e di un futuro più attento a quelle che sono le politiche sociali ed economiche di un Paese. E mentre a Roma qualche settimana la protesta contro le ciclabili e le zone 30 nelle città, portata avanti da Fratelli d’Italia, finiva con una partecipazione misera l’Italia continua a pedalare. I passi da fare sono sotto gli occhi di tutti, le politiche portate avanti sono servite come prima spinta a far emergere un’esigenza di una mobilità diversa, dolce. Ma gli avvenimenti degli ultimi giorni, con la morte di Viola Mazzotti a Bologna, investita da un camion mentre stava percorrendo un attraversamento ciclabile, ci fanno capire che molto ancora c’è da fare.
La bicicletta spinge per emergere, tante realtà territoriali se ne sono accorte e ne stanno facendo il fulcro del proprio turismo. Ora è necessaria una strategia che possa coinvolgere tutti gli attori al fine di realizzare infrastrutture capaci di collegare in modo sicuro, continuo e intermodale i vari snodi turistici ed economici del Paese.