Non solo per scalatori? Roma presenta il Giro d’Italia numero 109

01.12.2025
8 min
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ROMA – Atteso, sognato, spoilerato, ma finalmente eccolo il Giro d’Italia numero 109 della storia. Un Giro accattivante e certamente duro, ma che sin da subito non sembra essere affatto impossibile. E questo, stando a quel che dicono gli atleti, potrebbe essere sinonimo di maggior spettacolo… specie se ci dovessero essere alcuni attesi protagonisti, due su tutti: Tadej Pogacar e, molto più probabilmente, Jonas Vingegaard.

TappaPartenza-ArrivoDistanza
1ª tappa (8/5)Nessebar-Burgaskm 156
2ª tappa (9/5)Burgas-Veliko Tarnovokm 220
3ª tappa (10/5)Plovdiv-Sofiakm 174
Primo riposo (11/5)
4ª tappa (12/5)Catanzaro-Cosenzakm 144
5ª tappa (13/5)Praia a Mare-Potenzakm 204
6ª tappa (14/5)Paestum-Napolikm 161
7ª tappa (15/5)Formia-Blockhauskm 246
8ª tappa (16/5)Chieti-Fermokm 159
9ª tappa (17/5)Cervia-Corno alle Scalekm 184
Secondo riposo (18/5)
10ª tappa (19/5)Viareggio-Massa (crono ind.)km 40,2
11ª tappa (20/5)Porcari-Chiavarikm 178
12ª tappa (21/5)Imperia-Novi Ligurekm 177
13ª tappa (22/5)Alessandria-Verbaniakm 186
14ª tappa (23/5)Aosta-Pilakm 133
15ª tappa (24/5)Voghera-Milanokm 136
Terzo riposo (25/5)
16ª tappa (25/5)Bellinzona (Svi)-Carì (Svi)km 113
17ª tappa (26/5)Cassano d’Adda-Andalokm 200
18ª tappa (27/5)Fai della Paganella-Pieve di Soligokm 166
19ª tappa (28/5)Feltre-Alleghe (Pian di Pezzè)km 151
20ª tappa (29/5)Gemona del Friuli-Piancavallokm 199
21ª tappa (30/5)Roma-Romakm 131
Totale km 3.458,2

All’Auditorium Parco della Musica, dove si è scoperto il percorso del Giro, il danese non c’è. Al suo posto c’è il compagno Simon Yates, la maglia rosa uscente. Ha le “guanciotte”, l’inglese: per adesso va bene così. Lancia ancora messaggi d’amore alla corsa rosa, dice come custodisca il Trofeo Senza Fine quasi come un totem, ma non rivela nulla sui suoi piani futuri e su quelli della sua squadra.

La Bulgaria e il Sud Italia

Ma andiamo al percorso. Si parte dalla Bulgaria e più precisamente da Nessebar, e si arriverà a Roma dopo 21 tappe, 3.459 chilometri e circa 50.000 metri di dislivello.
Nessebar è una cittadina di circa 15.000 abitanti, una sorta di Rimini della Bulgaria, le cui coste sono bagnate dal Mar Nero. La prima volta che ebbe a che fare con “l’Italia” fu nel 71 avanti Cristo, quando venne conquistata dai romani. A distanza di 2.100 anni, più o meno, vi ritorniamo per esportare una delle perle del Belpaese: la corsa rosa.

Tre tappe in Bulgaria, dunque, come ormai è prassi quando un Grande Giro scatta dall’estero. Un via veloce, ma con un urlo nel finale della seconda frazione: uno strappo di 3,5 chilometri al 7,5 per cento. Poi arrivo nella splendida capitale bulgara, Sofia.

Si arriva in Italia e si risale la Penisola dal Sud: Catanzaro è la prima località italiana a ospitare il Giro. Tappe mosse e veloci solo su carta. Quella di Potenza, come sempre sarà una volata che gli sprinter dovranno sudarsi.

Il Blockhaus e la crono

La musica cambia radicalmente con la settima tappa, la più lunga dell’intero Giro: la Formia – Blockhaus di 246 chilometri, con l’arrivo sulla mitica montagna abruzzese. Una delle scalate più toste dell’intera corsa 2026, tanto più che la si affronta dal versante di Roccamorice, quello più “cattivo”.
Il Blockhaus dà il via a una tripletta niente male, tutta appenninica, con anche i muri di Fermo e l’arrivo di Corno alle Scale.

Questa tripletta farà sì che il gruppo arrivi alla cronometro individuale Viareggio – Massa, l’unica in lista, con la classifica già abbastanza delineata. La crono, dopo il giorno di riposo, potrà dare una grossa mano agli specialisti. E’ alquanto lunga visti i tempi moderni, 40,2 chilometri, e del tutto pianeggiante. Il nostro pensiero va ai Giri dell’epoca di Miguel Indurain.

Si va verso il finale della settimana attraverso tappe perfette per velocisti e uomini da fuga, prima del terzo grande arrivo a Pila, la montagna di Aosta. E’ una salita “da Tour”, con strada relativamente larga e pendenza regolare: 17 chilometri al 7 per cento. Un arrivo non impossibile ma duro. Pila è una di quelle scalate dove chi ha gamba può fare una bella differenza. Ma soprattutto, Pila arriva dopo una frazione tostissima: di 133 chilometri e oltre 4.400 metri di dislivello. Una frazione così può fare davvero tanto male.

Le Dolomiti e Roma

Dopo l’arrivo di Milano e il terzo, ed ultimo, giorno di riposo, l’ultima settimana si apre con la brevissima ma intensa Bellinzona – Carì: pertanto c’è un nuovo sconfinamento, in Svizzera. La salita di Carì è dura e potrebbe quasi essere la sorpresa di questa corsa: misura 11 chilometri e ha una pendenza media superiore all’8 per cento. Senza contare che arriva dopo il giorno di riposo. Questa frazione, e le due successive perfette per le fughe, porta agli ultimi due grandi tapponi.

Il primo di questi è la Feltre – Alleghe, più precisamente a Piani di Pezzè, affrontando nell’ordine Duran, Staulanza, Giau – che sarà Cima Coppi – e Falzarego prima dell’arrivo.
Il Giro d’Italia n. 109 si deciderà però a Piancavallo, con la doppia scalata della montagna friulana. Una curiosità: ancora una volta c’è una salita nel segno di Marco Pantani. Il Pirata vinse infatti sia a Piancavallo nel 1998, iniziando la rimonta nei confronti di Alex Zulle, sia a Piani di Pezzè dove conquistò il Giro dilettanti.

Il gran finale? Ancora a Roma. E’ il quarto anno consecutivo. «Speriamo che possa essere qualcosa di permanente così come Parigi è per il Tour de France», ha detto l’assessore dello Sport di Roma, Alessandro Onorato.

Simon Yates ha detto che vorrebbe esserci, ma prima dovrà vedere i programmi con la sua Visma-Lease a Bike. Il percorso però gli piace
Giro Italia, Simon Yates
Simon Yates ha detto che vorrebbe esserci, ma prima dovrà vedere i programmi con la sua Visma-Lease a Bike. Il percorso però gli piace

Non solo scalatori?

La mix zone dell’Auditorium si trasforma in una sorta di “Processo alla tappa”. Si cerca di capire se sarà duro, per chi sarà più congeniale e magari fare qualche nome. La nostra sensazione è che sia un Giro d’Italia equilibrato. Ci sono quattro scalate che più di altre potranno essere decisive: Blockhaus, Pila, Carì e Piancavallo. Ma nel complesso la terza settimana sembra più “morbida” del solito, specie nelle tappe finali. Manca la tripletta classica e chissà che non possa essere un bene per lo spettacolo e gli attacchi.

Altra considerazione, che magari a molti non piacerà: torna una vera tappa lunga all’interno di un Grande Giro. La Formia – Blockhaus misura 246 chilometri. Era da un po’ che non si aveva più il coraggio di proporre una frazione tanto lunga. Anche Vincenzo Nibali l’ha sottolineato. E’ il regalo di Mauro Vegni, che ha firmato la sua ultima creatura rosa? Forse… A noi una, sottolineiamo una, frazione così lunga piace. Aiuta a fare emergere gli uomini di fondo e chi ha doti di recupero. In tutto, le frazioni oltre i 200 chilometri sono quattro.

A questa dose di “vintage” si contrappone il moderno della frazione di Aosta: 4.400 metri di dislivello in 133 chilometri sono numeri che fanno tremare le gambe a tutti, soprattutto agli sprinter.

E’ quindi un Giro esclusivo per scalatori? Un cronoman come Remco Evenepoel, per esempio, non potrebbe scavare un solco importante e poi correre sulla difensiva? Non è stato un caso se prima abbiamo pensato ad Indurain. Vedremo chi vi parteciperà e che corsa, anche tatticamente, ne verrà fuori. Il terreno per attaccare o difendersi c’è tutto. Non resta che attendere l’8 maggio.