Anche per le donne è tempo di mondiali su pista a Santiago del Cile. Se per il settore maschile Salvoldi parte senza grandissime prospettive legate ai risultati, opposto è il discorso che riguarda le ragazze, perché Diego Bragato avrà a disposizione quasi tutto il meglio del settore. Quindi le attese sono ben diverse, anche se dei punti di contatto fra i due sessi ci sono, anche a livello di sperimentazione.
Il tecnico azzurro, al suo primo anno alla guida delle ragazze (ma con il supporto immancabile di Marco Villa, pronto anche a subentrargli visto che la moglie di Bragato è in dolce attesa) ha idee molto chiare sulla spedizione, alla quale tiene anche pensando a Los Angeles ’28.
«E’ vero – spiega Diego – che questi mondiali non valgono per la qualificazione olimpica, però ci danno i punti che ci permettono il prossimo anno di esserci nelle prove di Coppa del mondo e nei prossimi mondiali per poter iniziare la qualificazione. Quindi hanno un valore relativo ma non troppo, per quello è importante esserci ed è importante far bene. Noi lo prendiamo un po’ come un punto di ripartenza perché alle ragazze quest’anno non abbiamo chiesto super impegni. Avevamo gli europei a inizio stagione e poi abbiamo dato il secondo appuntamento a fine anno per i mondiali».


Hai avuto modo di lavorare con loro?
Ci siamo visti spesso in pista. E, devo dire, mi sono piaciute perché hanno chiesto loro di esserci e di lavorare, quindi le abbiamo lasciate libere, ma non hanno mai mollato la presa, dimostrando che ci tengono. Hanno partecipato a gare internazionali, Pordenone, Fiorenzuola, poi abbiamo fatto le gare ad Aigle, a Gand. E’ una ripartenza per un ciclo importante, ma sono fiducioso che andiamo con un gruppo che può far bene.
Le prospettive sono un po’ diverse rispetto al gruppo maschile. Salvoldi porterà molti giovani in questa occasione. Tu invece partirai proprio dallo zoccolo duro della nazionale… Come si presentano a questo appuntamento, visto che nelle ultime uscite su strada hanno mostrato di soffrire un po’ in questo periodo?
E’ vero che andiamo con lo zoccolo duro, ma sarà un’occasione per amalgamare il gruppo e reinserire Venturelli che per noi è una pedina importante. Dovevamo farlo agli europe, ma a causa di infortuni non siamo riusciti a lavorare bene per il quartetto, mentre qui vogliamo iniziare ad amalgamarla con il gruppo anche per la prova a squadre. Quindi per noi sarà l’occasione di vederla anche nel quartetto. Non nego che su strada ci sono stati degli alti e dei bassi, anche a causa di parecchi infortuni.


La cosa ti preoccupa?
Non tanto, ma devo considerare come si arriva a questi mondiali. La stessa Alzini ha vinto, ma ha dovuto recuperare da una serie di infortuni e quindi è stata un’annata un po’ particolare, per lei come per altre. Però non stanno male. Agli ultimi europei Guazzini e Venturelli hanno fatto bene: Federica ha vinto, la Guazzini ha dato un contributo importante nel team relay. E anche Martina Fidanza l’ho vista bene in questi giorni, quindi io sono abbastanza fiducioso, possiamo andare a far bene e tornare a riconfermarci tra quelle prime quattro del mondo che è il nostro posto, relativamente all’inseguimento a squadre.
Con l’ingresso della Venturelli, tecnicamente quanto cambia il quartetto?
Molto perché diventa un terzo o quarto ruolo che effettivamente incide parecchio, ci permette anche di girare un po’ le carte e di muovere anche in posizioni diverse le altre ragazze. Non avremo Elisa Balsamo al mondiale, con lei l’avevamo concordato e non significa che non ci tiene. Anzi di recente ha partecipato anche a una gara internazionale ad Aigle proprio per avere i punti che le serviranno per la Coppa del mondo e quindi ci sarà molto probabilmente Venturelli al suo posto. Cercherò di inserirla senza dover cambiare molto le dinamiche per adesso.


Per quanto riguarda la Madison riconfermerai la coppia olimpionica?
L’idea è quella, perché sono ragazze che stanno crescendo e ci credono e quindi hanno voglia di continuare a cimentarsi. L’intenzione con Marco Villa è proprio quella di riconfermare quella coppia lì.
Che mondiale ti aspetti anche dal punto di vista della trasferta, della tipologia del velodromo?
La pista io non la conosco, quindi per me sarà un po’ una scoperta. Le ragazze ormai sono abituate a cambiare fusi e spostarsi per il mondo, quindi penso che non sia un grosso problema arrivare ed adattarsi. Vedremo poi la situazione che troveremo, ma siamo tutti quanti abbastanza abituati a questo. Partiamo con le idee chiare, andiamo lì sereni e concentrarci su quello che dobbiamo fare senza troppe distrazioni, perché siamo una squadra che deve diventare solida anche nell’approccio a gare importanti.


Parlavi della Venturelli, ma chi altro stai considerando anche per entrare nel gruppo e che possa essere utile già in questo quadriennio?
Il gruppo delle ragazze che c’erano a Parigi è giovane e su quello lavoreremo con l’aggiunta di Venturelli che comunque ha lavorato con le ragazze anche in quel periodo. Quest’anno abbiamo fatto uno sforzo per allargare la rosa delle atlete a partire dalle under 23, ma non solo, che possono darci supporto nel progetto e anche, perché no, ricambio a questo. Abbiamo anche ragazze che vogliono rientrare, come Vitillo, Barbieri che sono elite e comunque a disposizione. Altre ragazze mi stanno contattando per tornare a lavorare anche su pista e questo mi fa piacere. Quindi diciamo che il gruppo è solido e formato, ma intorno ci sono atlete che hanno voglia di farne parte e che possono anche mettere in crisi le nostre scelte. E da selezionatore è la condizione migliore che si possa avere…