La stagione delle junior ha sicuramente due prime attrici come Federica Venturelli e Eleonora Ciabocco, ma alle loro spalle si sta distinguendo una ragazzina veneta che ha nella costanza di risultati la sua forza. Gli ordini di arrivo non mentono: Elisa De Vallier è pressoché sempre lì, appena dietro le due grandi rivali e la cosa non è sfuggita agli addetti ai lavori, perché tali risultati significano applicazione e rendimento garantito.
La ragazza della Conscio Pedale del Sile ha dalla sua una gran voglia di emergere, pur sapendo di avere ancora molto da apprendere e di avere ancora un divario dalle prime due, guardate più con ammirazione che con invidia.
«Vederle davanti non è una sorpresa – dice – avveniva così anche da esordiente e allieva, erano le prime assolute e continua ad essere così. Sanno dove possono arrivare e sono concentrate per questo, è questo il lato di loro che apprezzo di più».
C’è qualcosa di diverso rispetto a te?
Forse quella consapevolezza di se stesse che le porta ad avere sempre maggiore fiducia e convinzione e ad allenarsi meglio. Vedo con quale cura sono seguite, ma anche quanto impegno ci mettono, ma da questo punto di vista certamente non sono da meno, anche io prendo questa attività molto seriamente…
Quando hai iniziato?
Praticamente subito, perché i miei genitori sono appassionati di ciclismo. Mio padre gareggiava, come mio fratello e mia sorella maggiore. Andavamo a guardare le loro gare ma io mi annoiavo, mi piaceva di più pedalare. Così a 7 anni ho iniziato a fare anch’io le mie prime gare con la Sanfiorese, poi ho corso con le giovanili della Fassa Bortolo prima di passare al team attuale dove mi trovo molto bene.
E guardare le gare di ciclismo ti annoia ancora?
No, mi piace, cerco sempre di seguire le gare e di carpire qualche segreto ai migliori. Ma non nascondo che pedalare mi piace di più…
Dove ti trovi meglio in quanto a percorsi?
Preferisco quelli mossi, dove c’è salita, dove c’è possibilità di “agitare le acque”. Sono abbastanza veloce, ma non amo certamente gli sprint affollati, preferisco arrivi ristretti dove meglio riesco a sfruttare le mie doti che sto affinando con la pista.
A tal proposito notiamo che siete ormai in tante che dividete la vostra attività fra strada e pista…
I benefici sono evidenti, io avevo iniziato da allieva, poi a causa del lockdown ho dovuto lasciarla perdere. Ho ripreso da poco, praticamente quando ci sono competizioni nazionali ci ritroviamo tutte. Comunque ammetto che continuo a prediligere la strada, mi diverte di più.
Quali sono le specialità su pista che preferisci?
Quelle che più rispecchiano le caratteristiche delle prove su strada, quindi lo scratch oppure la corsa a punti. Le gare individuali non le amo molto, non solleticano la mia fantasia.
Qual è stata la gara più bella che hai finora disputato, quella che ti è rimasta maggiormente impressa?
Probabilmente quella Open di Noventa Vicentina dello scorso anno, dove ho vinto la volata di gruppo con gente importante alle mie spalle, anche la Zanardi che aveva appena vinto il titolo europeo. Allo stesso livello però metto anche una gara da esordiente vinta in Lombardia a Sabbio Chiese, perché vincere lì per una ragazzina veneta significa tanto, c’è sempre una forte rivalità fra di noi…
I tuoi continui piazzamenti non stanno passando inosservati. Ti accorgi di essere migliorata rispetto allo scorso anno?
Sì, tanto. Quando ho cambiato categoria ho avuto bisogno di tempo per abituarmi e prendere le misure. Ora va molto meglio, ma mi accorgo anche che c’è tanto da migliorare perché se qualcuna arriva sempre davanti significa che ci sono aspetti da mettere a punto e fare altri salti di qualità.
Tanti piazzamenti possono voler significare anche una chiamata in azzurro…
Sarebbe bellissimo. Darei qualsiasi cosa per indossare quella maglia e mi metterei a disposizione delle più forti, sarei pronta a correre solo per aiutare chi ha più possibilità e condividere un buon risultato perché lo sentirei anche mio. Sarebbe davvero una soddisfazione per me.
Tu che arrivi quasi sempre tra le prime 5, ai tricolori a cronometro sei arrivata dietro, come mai? Non ti piace quella specialità?
Mi piace ma so anche che va preparata bene e finora non ho potuto ancora farlo. Venivo da giornate impegnative, con molte gare e sin dal mattino mi sono sentita appesantita. E’ stata proprio una giornata no…
Veniamo alla tua quotidianità: come riesci a conciliare scuola e allenamenti?
Non è un problema. Io frequento l’Istituto Tecnico di Economia con indirizzo ragioneria, ho la media del 9 quindi credo di andar bene… D’inverno esco in bici appena finita la scuola con mia sorella e le amiche, d’estate la mattina, di solito fra le 2 e le 3 ore, ma al mercoledì facciamo allenamento di squadra e stiamo fuori anche 4 ore. Per fortuna il caldo non mi pesa e riesco a rendere bene.
C’è un’atleta nella quale ti rispecchi e che guardi come modello?
Elisa Balsamo, la campionessa del mondo, perché ha un po’ le mie caratteristiche, è velocissima ma tiene anche su certe salite. Io vorrei essere così.
Sogni un futuro da pro’?
E chi non lo fa? Spero di trovare una squadra buona per il prossimo anno ma so che non sarà facile, dipende molto dai risultati e anche da un pizzico di fortuna. Io comunque ce la metto tutta, se però non trovassi una via per raggiungere quel livello non mi fascerò la testa e cercherò un’altra strada.