Alla fine del viaggio, il bicchiere mezzo pieno di Vingegaard

28.07.2025
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Di nuovo secondo sul podio di Parigi, Jonas Vingegaard ha trascorso chilometri e chilometri alle spalle di Pogacar e parecchio tempo a dichiarare improbabili strategie. Dato che nessuno alla Visma-Lease a Bike ha mai descritto il dettaglio del piano, la supposizione più coerente con quanto si è visto è che il programma mirasse a stancare Pogacar. Lo hanno tenuto sotto pressione dal primo giorno, esposto a tensioni e attacchi. E anche se alla fine lo sloveno ha portato a casa il quarto Tour, non c’è dubbio che sia arrivato in fondo con le energie agli sgoccioli, come egli stesso ha ammesso ieri dopo la vittoria.

Vingegaard ci ha provato. Non tanto quanto sarebbe servito, ma se alla fine Van Aert è riuscito a staccare Pogacar a Parigi, è stato perché Tadej è arrivato all’ultima tappa obiettivamente stanco. Se non fosse accaduto che anche il danese è arrivato in fondo senza gambe, il piano avrebbe dato i frutti sperati. La sua Grande Boucle non è stata semplice, iniziata fra le polemiche per le dichiarazioni di sua moglie e il consiglio di Bjarne Riis che lo vedrebbe meglio ormai in un’altra squadra.

«In alcune tappe – dice il danese, in apertura con la famiglia al via dell’ultima tappa – ho raggiunto delle prestazioni di altissimo livello. In altre tappe, ho avuto la mia prestazione più bassa da diversi anni. Quindi questo Tour conferma che sono stato il miglior Jonas di sempre, ma anche che posso avere giornate negative».

Gli attacchi più decisi di Vingegaard sono venuti sul Mont Ventoux, in uno dei giorno meno brillanti di Pogacar
Gli attacchi più decisi di Vingegaard sono venuti sul Mont Ventoux, in uno dei giorno meno brillanti di Pogacar

Le pedivelle corte

Cercando una maniera per venire a capo dello strapotere di Pogacar, quest’anno Vingegaard ha sostituito le sue pedivelle da 172 mm con altre da 160 mm per le tappe su strada e 150 mm per le cronometro.

«In questo Tour, Jonas era quello con le pedivelle più corte – ha detto a L’Equipe Mathieu Heijboer, direttore delle prestazioni di Visma-Lease a Bike – ma ci sono stati altri corridori con le stesse misure. Sapevamo già che le pedivelle più corte sono probabilmente più efficienti, ma la maggior parte dei corridori non era aperta al cambiamento. Poi alcuni hanno deciso di provare e questo ha creato l’opportunità anche ad altri».

Aver visto Pogacar, passato dalle 172,5 alle 165, ha fatto sì che Vingegaard abbia accettato di sottoporsi a dei test fuori stagione e poi apportare un cambiamento radicale. Il danese è uno dei corridori con la più elevata cadenza di pedalata e inizialmente le pedivelle più corte rendevano la sua cadenza ancora più alta. Per questo ha optato per le 160 mm su strada, lasciando le più… audaci 150 per la crono, in cui ha fatto meglio di Evenepoel. Con la pratica, ha dunque iniziato a usare un dente in meno e quindi un rapporto più lungo. Grazie a questo, Vingegaard si è dimostrato più forte che in passato sulle salite più impegnative. Si è avvicinato (lo scorso anno perse per 6’17”, quest’anno il passivo è stato di 4’24”), ma non è bastato.

A La Plagne, i tre del podio sono arrivati insieme e Vingegaard ha battuto Pogacar nello sprint ristretto
A La Plagne, i tre del podio sono arrivati insieme e Vingegaard ha battuto Pogacar nello sprint ristretto

Obiettivo Vuelta

Così, mentre Pogacar ha fatto dubitare della sua partecipazione alla Vuelta (la UAE Emirates annuncerà la formazione nei prossimi giorni), Vingegaard guarda al futuro senza entrare troppo nei dettagli, ma confermando che il Tour, così com’è, sta diventando un’ossessione.

«Ho sempre detto – spiega – che mi piacerebbe partecipare al Giro un giorno. Non dico che sarà già l’anno prossimo, ma dobbiamo discuterne con la squadra. Faremo i nostri piani quest’inverno e vedremo. Innanzitutto ora avrò una settimana più o meno rilassata prima di ricominciare ad allenarmi. Si tratterà principalmente di aspettare di sentirmi di nuovo fresco. Poi avremo solo due settimane e mezzo di allenamento, il che non… lascia molto tempo. Però l’ho fatto due anni fa ed è andata abbastanza bene (nel 2023, Jonas chiuse la Vuelta al 2° posto dietro al compagno di squadra Sepp Kuss, ndr). Spero di riuscire a farlo ancora».