Vingegaard, le pedivelle da 150 e bersaglio fisso su Pogacar

12.06.2025
5 min
Salva

Vingegaard che attacca nella prima tappa e poi fa la volata con Pogacar. Pogacar che scherzando gli chiede se voglia diventare un velocista e Vingegaard che ride. Poi la crono e il danese che fa meglio dello sloveno. Al Criterium du Dauphine manca ancora di affrontare le montagne, ma è chiaro che quei due si stiano studiando. Nulla di ciò che accade in questi giorni di Francia può ritenersi risolutivo, al Tour si suonerà un’altra musica, ma è un fatto che il danese della Visma-Lease a Bike, che nel 2022 e 2023 ha piegato Pogacar al Tour, si presenti alla sfida con credenziali migliori rispetto allo scorso anno.

Prima del via della corsa francese in svolgimento, che ha visto ieri la vittoria di Evenepoel nella crono di Saint Peray, Vingegaard si era raccontato con un gruppo di giornalisti. Abbiamo fatto la sintesi di un incontro molto lungo, da cui traspare il suo essere diverso.

Prima tappa del Delfinato: Vingegaard attacca, Pogacar risponde e vince la volata. Jonas è secondo
Prima tappa del Delfinato: Vingegaard attacca, Pogacar risponde e vince la volata. Jonas è secondo

Sui miglioramenti tecnici

L’obiettivo è portare al Tour il miglior Vingegaard di sempre: non può essere diversamente se vuole battere Pogacar. Ne hanno parlato a lungo nel team, partendo dal buono del 2024 cui Jonas era arrivato da vincitore uscente del Tour.

«Prima dell’incidente dell’anno scorso – ha spiegato – i miei numeri di potenza erano molto buoni e non avevo ancora raggiunto il peso ottimale. Quindi si è trattato più che altro di tornare a quel livello. A causa dell’incidente ho perso molta massa muscolare: al Tour ero leggero, ma non avevo la mia potenza abituale. Per questo abbiamo lavorato per recuperare potenza e poi da lì fare un altro passo avanti. In più abbiamo cambiato alcune cose. E’ uscito sui media ad esempio che sono passato a pedivelle da 150 mm. Ogni anno cerchiamo di migliorare il nostro equipaggiamento, forse anche il modo di prepararci per il Tour, ma ovviamente non è qualcosa di cui voglio parlare nei dettagli. Basterà aspettare per vedere se avrà funzionato».

Vingegaard è tornato al suo miglior rapporto fra potenza e peso e da quest’anno usa pedivelle da 150
Vingegaard è tornato al suo miglior rapporto fra potenza e peso e da quest’anno usa pedivelle da 150

Fra allenamento e corse

La caduta ai Paesi Baschi dello scorso anno ha falsato la preparazione del Tour. La commozione cerebrale di quest’anno alla Parigi-Nizza gli ha fatto perdere una settimana, ma l’impatto sulla preparazione è stato decisamente meno importante.

«Ho dovuto prendermi una settimana di riposo – ha detto – quindi ovviamente mi sento come se mi fossi perso la primavera. Però sto bene e di conseguenza ho ancora più motivazioni. A me piace gareggiare, ma a dire il vero mi è piaciuto molto anche lavorare a Sierra Nevada. Uno dei motivi è che siamo insieme con tutto il gruppo e l’atmosfera è davvero bella. E poi stando in ritiro abbiamo il tempo per ragionare su come si possa migliorare e sono pensieri davvero interessanti.

«Dieci anni fa si diceva che per raggiungere il livello migliore bisognasse soprattutto correre. Poi è arrivato il Covid, nessuno ha corso per sei mesi e una volta che abbiamo ricominciato, il livello era altissimo. Quindi tutti hanno fatto un passo in quella direzione. Non sto dicendo che ho fatto un passo ulteriore, ma che potrebbe non essere necessariamente un male prendersi una pausa più lunga dalle gare. Anche di questo parleremo dopo il Tour».

La Visma Lease a Bike arriva al Tour con un grande organico, cui si aggiungeranno dal Giro Van Aert, il vincitore Yates e Affini
La Visma arriva al Tour con un grande organico, cui si aggiungeranno (dal Giro) Van Aert, il vincitore Yates e Affini

La sfida con Pogacar

Pogacar lo condiziona. Forse non è ancora diventato il suo incubo peggiore, ma di certo è un tema ricorrente delle sue giornate. Lo stimolo per fare meglio, la foto sullo specchio prima di ogni uscita. Non è un caso che i tre momenti più belli vissuti da Jonas al Tour coinvolgano lo sloveno.

«Trovo davvero bello – ha spiegato Vingegaard – lottare sempre contro di lui. Quando non c’è, il livello è più basso e quindi è più facile vincere. La sua presenza mi permette di migliorare in termini di motivazione, di aumento del livello di competizione mio e dell’intera squadra. Penso che avere un avversario così tira fuori il meglio di me. So che devo dare il massimo ogni giorno per cercare di batterlo.

«Non a caso, il ricordo più bello che ho del Tour è la cronometro di Combloux nel 2023. Quel giorno è stato incredibile per me, per la squadra e anche per la mia famiglia, come l’anno prima quando ho preso la maglia gialla sul Col du Granon. Il terzo momento più bello invece è la vittoria di tappa dell’anno scorso, anche se già essere al via del Tour sia stato un grande successo, molto emozionante per me e la mia famiglia. Tutto quello che abbiamo passato l’anno scorso è stato incredibilmente duro. Quindi, essere riuscito a essere sulla linea di partenza è stato probabilmente uno dei più grandi traguardi della mia carriera».

La crono di Combloux al Tour del 2023 vide la disfatta di Pogacar, che perse 1’38” in 22,4 km. Mai visto un Vingegaard così forte
La crono di Combloux al Tour del 2023 vide la disfatta di Pogacar, che perse 1’38” in 22,4 km. Mai visto un Vingegaard così forte

La prima provocazione

Il Delfinato lo dimostra, anche nel suo correre senza timori reverenziali, sono pochi coloro che possono sfidare Pogacar reggendo lo sguardo. I più attaccano il numero e si preparano alla sconfitta.

«Ci sono alcuni elementi – ha detto invece Vingegaard – che mi fanno pensare di poterlo battere. Ad esempio il fatto che l’anno scorso al Tour de France non fossi al mio livello migliore. So che posso essere molto più forte, perché la preparazione è stata migliore e ogni anno si migliora in qualche aspetto. E’ stato così per me in passato: ogni anno ho guadagnato un po’ di livello e ora ci siamo concentrati davvero su questo. Credo davvero di poterlo battere e di poter fare molto meglio al Tour de France.

«E’ davvero impressionante come si sia comportato in primavera, le gare che ha fatto e le vittorie. Ma a essere onesti, come per il Tour de France, l’unica cosa che posso fare è concentrarmi su me stesso e sul dare il massimo. Quindi non penso a quanto sia stato bravo in primavera, anche perché non è detto che se sei stato il migliore in primavera, lo sarai anche al Tour de France».