Il disastroso Delfinato di Mas: Piepoli fa luce

14.06.2023
5 min
Salva

Se punti a fare un grande Tour de France, non vai al Delfinato a prendere quasi nove minuti. Questo pensava Leonardo Piepoli leggendo i numeri di Enric Mas, che allena ormai da due anni al Movistar Team. Sapevano di aver lavorato bene. Dati alla mano, in nessuna situazione dal 2021 lo spagnolo era andato così male. E anche se la corsa francese non gli ha mai portato fortuna, le sue esibizioni al Tour sono sempre state di altro tenore. Allora come spiegarsi il passaggio a vuoto? C’è da preoccuparsi?

«All’inizio non ero tanto tranquillo – ammette il pugliese – poi abbiamo scoperto che è stato male. Ce l’ha detto lui e non lo aveva fatto prima per paura si pensasse che accampasse scuse. Ha avuto la dissenteria. Considerato il tanto lavoro fatto, almeno adesso abbiamo una spiegazione plausibile e possiamo lavorare nella giusta direzione. In più ha il vantaggio o la sfortuna che alla Movistar la pressione non sanno cosa sia e si capisce perché non ne abbia fatto un dramma».

Enric Mas è nato ad Arta (Isole Baleari) nel 1995. Scalatore, è alto 1,77 e pesa 61 chili
Enric Mas è nato ad Arta (Isole Baleari) nel 1995. Scalatore, è alto 1,77 e pesa 61 chili
Hai parlato di grande lavoro: ultima corsa la Liegi, poi cosa ha fatto Mas?

Un po’ di vacanza, quindi  è stato a casa a Mallorca, infine è andato in altura ad Andorra. Ha lavorato davvero bene.

Quali risposte cercavate dal Delfinato?

Quali che fossero le risposte che cercavamo, non cerchiamo scuse: è andato piano e basta. Adesso siamo tutti convinti che sia stato per la pancia, ma in ogni caso dobbiamo trarre delle cose positive. Il Delfinato serviva per fare un ulteriore passo di crescita verso il Tour. Se avesse pagato il ritorno dall’altura, poteva fare quinto o sesto. Magari c’era una tappa in cui sarebbe andato bene e le altre no. Invece, il Delfinato è stato disastroso, ma questo non ci farà cambiare la linea.

Non ci saranno correttivi?

La sua linea cambierà solo se, entro i prossimi tre giorni, non gli sarà passata e continuerà ad avere problemi. Ma se passa l’isteria e riprende ad allenarsi per bene, c’è poco da fare. In carriera ha sempre fatto malissimo al Delfinato e poi al Tour è andato meglio, per cui non l’ha presa troppo male. Personalmente invece volevo uscirne con altre idee. Ragionare sul fatto che ci manchi il cambiamento di ritmo piuttosto che la tenuta… A livello personale, la cosa mi spiazza un po’.

Quando anche la crono ha parlato di un anonimo 55° posto a 3′ da Bjerg, per Piepoli è scattato l’allarme
Quando anche la crono ha parlato di un anonimo 55° posto a 3′ da Bjerg, per Piepoli è scattato l’allarme
Cosa c’è da fare adesso?

Ci sto ragionando. Spero che la dissenteria sia passata. Di solito si fa fatica a guarire quando si è sotto sforzo, ma adesso che ha avuto il tempo per recuperare e fare qualche passeggiata, magari se l’è lasciata alle spalle. Lo vedremo al primo allenamento. Sarà la solita uscita lunga e tranquilla e da lì capiremo come sta e io avrò indicazioni su come comportarmi.

Mancano venti giorni scarsi al Tour, cosa si fa d’ora in avanti?

Come ci siamo detti, se il Delfinato fosse andato in modo normale, ora sapremmo che magari c’è da lavorare sulla cronometro o su altri aspetti, sui punti deboli. Quello che comunque andava fatto, è stato fatto. Ora ci sarà capire strada facendo. L’inizio del Tour non è semplice, ma se Enric è in salute, non c’è da preoccuparsi. E’ sempre andato fortissimo, tolto l’anno scorso che si è fermato per il Covid. Quindi non mi preoccupo di come possa arrivare alle prime tappe del Tour, anche se non abbiamo avuto la possibilità di lavorare di fino.

Cosa significa?

Che a cose normali, sarebbe uscito dal Delfinato avendo ancora dei margini. Enric non ha il motore di Pogacar o Vingegaard, quindi per essere al loro livello, deve fare le cose alla perfezione, continuando a crescere fino all’inizio del Tour. Quei due magari vincono le corse all’80 per cento della condizione, noi dobbiamo essere oltre il massimo.

Per un po’, le discese sono state un problema per Mas a causa di una serie di cadute
Per un po’, le discese sono state un problema per Mas a causa di una serie di cadute
Farà i campionati nazionali?

No, perché volendo poi fare la Vuelta e tirare fino al Lombardia, per il quale ha un debole, andare ai campionati nazionali a Madrid rischia di essere uno spreco. E’ una distanza bastarda: potresti andare in aereo, ma forse è troppo vicino. Però di certo è lontano per andarci in macchina, sono quasi cinque ore. Perciò se ne sta a casa e basta.

Quindi non si è valutata l’ipotesi di inserire un Giro di Slovenia oppure il Giro del Belgio?

La squadra non li fa, ma non credo che aggiungere una gara a tappe prima del Tour servirebbe a qualcosa. Quando uno arriva che ha fatto per mesi le cose nel modo giusto, come nel suo caso, se raggiungi una buona condizione, poi le capacità di recupero, di assimilazione e di gestione della gara, tornano a galla e ti proiettano al tuo posto.

E tu pensi che arriverà comunque bene?

Credo che arriverà in condizioni decenti, ma non sono in grado di dire che arriverà quarto a pochi secondi dal podio, oppure ottavo a un minuto. In quei casi potremo capire se e quanto il Delfinato fatto così ci abbia penalizzato. 

Mas non sembra particolarmente preoccupato: «Sa di aver lavorato bene» dice Piepoli
Mas non sembra particolarmente preoccupato: «Sa di aver lavorato bene» dice Piepoli
Lui come se la passa?

E’ tranquillo, come se niente fosse. Dopo la corsa, domenica m’ha chiamato ed era tranquillissimo. Ha la sua percezione, non è un matto. Sa di aver lavorato bene e non è una dissenteria che cambia i valori, quello è vero. E tutto sommato, meglio sia successo al Delfinato che al Tour. Poi i colpi sfortunati ci sono sempre e questo magari gli farà alzare ancora di più l’asticella. Invece se non hai lavorato bene e hai trascurato certi dettagli, ti senti molto vulnerabile. Anch’io ho saputo tardi che stava male. Quando è andata storta anche la crono, ho arricciato il naso. In montagna è stato evidente che qualcosa non andasse.

Andrai ad Andorra per seguirlo fino al Tour?

Confermo: vado nel fine settimana. Per cercare di capire, ascoltare, rimettere insieme tutti i pezzi.