In auto con la Human: dietro le quinte della crono del Giro Women

09.07.2025
6 min
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BERGAMO – Dove la devo portare? Al Sentierone, grazie. E’ il botta e risposta scherzoso “a mo’ di taxi” con la diesse Giorgia Bronzini appena saliamo sull’ammiraglia della Human Powered Health poco prima della crono d’apertura del Giro Women di domenica scorsa. Da Chorus Life al Sentierone, appunto, per un totale di 14,2 chilometri nelle vie di Bergamo.

Sfruttando la disponibilità del team WorldTour statunitense, ci accordiamo sui dettagli da rispettare: ore 13,41 partenza di Katia Ragusa, quindi presentazione in zona ammiraglie almeno dieci minuti prima. Alla guida c’è Bronzini, nel sedile destro posteriore il meccanico spagnolo Joaquin Novoa (ex pro’ per due stagioni alla Cervélo) mentre a noi tocca il posto del passeggero davanti facendo ben attenzione a non interferire con tutta la strumentazione extra di bordo.

Postazione di controllo

Le ammiraglie attuali sono sempre più delle piccole “regie mobili” grazie a dotazioni indispensabili e altamente tecnologiche per seguire la gara e dialogare con la propria squadra. Poco prima di partire Bronzini ci illustra a grandi linee ciò di cui dispone l’auto. «Anche se io – ammette serenamente – non ho mai avuto troppa confidenza con questi macchinari».

La plancia della Skoda della Human ha il classico grande schermo del navigatore di serie che all’occorrenza diventa una piccola tv attraverso un pulsante nero aggiunto all’apparecchiatura standard. Sulla parte destra del cruscotto invece è installato un portatablet in cui vedere la mappa del percorso su VeloViewer con la segnalazione di ogni riferimento. Dalla curve alle rotonde, agli spartitraffico, oltre ovviamente ai chilometri percorsi e da percorrere. Oppure ai dati di salite e discese.

«Essendo una crono – prosegue Bronzini – non accendiamo la televisione, ma nelle tappe in linea la colleghiamo. Inoltre abbiamo un’antenna per il segnale WiFi ed anche altri tablet su cui vediamo gli aggiornamenti dei risultati, dei tempi intermedi e altri dati di questo genere. Questo avviene specialmente se ti stai giocando una gara a tappe e magari la crono è negli ultimi giorni».

«Infine chiaramente – conclude la descrizione Giorgia lanciando un appello – abbiamo radio corsa e la radio per parlare con le ragazze. Quest’ultima per me è fondamentale per la sicurezza delle atlete. Non capisco ancora perché nelle competizioni più importanti, tipo mondiale ed europeo, non la facciano usare. Lo ripeto sempre: fosse stato possibile, magari la povera junior svizzera morta (Muriel Furrer, ndr) avrebbero potuta rintracciarla subito e salvarla. Mah…»

Pronti, via, traguardo

Ormai ci siamo, gli speaker annunciano la partenza di Ragusa. La 28enne vicentina passa davanti a noi e 13 secondi dopo parte anche la nostra crono con le prime esortazioni ed indicazioni da parte della diesse piacentina verso la sua atleta.

La prima curva ampia a destra viene disegnata da Ragusa in posizione sulle protesi in piena velocità sbigottendo sia Bronzini che Novoa per il primo rischio preso forse inutilmente. Da lì in avanti, fino al giro di boa, siamo accompagnati da incitamenti e raccomandazioni, anche quelli che possono sembrare scontati come la respirazione.

La parte finale della crono è quella più complicata. Uno strappo secco che sfiora la città alta di Bergamo da fare metà di slancio e metà di grinta, poi una serie di curve, svolte e dossi rallentatori da fare con attenzione e, possibilmente, senza calare il ritmo. Gli ultimi tre chilometri tornano ad essere per grandi passisti.

Ai 250 metri c’è la deviazione ammiraglie. Bronzini dà le ultime indicazioni sulla curva a destra ed il rilancio sui sampietrini fino al traguardo. E lascia in radio Ragusa con un sentito e sincero elogio per la prova disputata tenendo conto delle sue caratteristiche poco avvezze alle cronometro.

Bronzini durante la crono ha continuato a fornire incitazioni e indicazioni a Ragusa, tenendo sempre alta l’attenzione
Bronzini durante la crono ha continuato a fornire incitazioni e indicazioni a Ragusa, tenendo sempre alta l’attenzione

Campolunghi spiega

Un vecchio adagio del ciclismo dice che la cronometro si divide in tre momenti. Si parte forte, a metà si aumenta e si finisce a tutta. Forse può anche essere vero, però ormai le prove contro il tempo sono esercizi da fare con grande metodologia, sia fisica che mentale.

Al pullman della Human c’è Enrico Campolunghi, diesse e preparatore atletico della squadra che parla con le atlete dopo aver seguito alcune loro ricognizioni. Prima dell’orario di partenza, ogni ragazza ha una sua tabella cui attenersi. Ed anche in questo caso non c’è nulla di scontato.

«La crono di Bergamo – dice Campolunghi – l’abbiamo studiata nei minimi particolari. Durante la ricognizione il percorso va visto con attenzione, notando com’è l’asfalto o dove sono tombini o buche ad esempio. Sui rulli ormai tutto è chiuso ed esegui solo un programma di 20-25 minuti di lavoro prima di andare alla partenza.

«Fai una prima parte tranquilla – continua – poi una progressione ogni minuto aumentando l’intensità fino alla soglia, da mantenere per un paio di minuti. Si fanno ancora trenta/sessanta secondi di “sgasata” ed infine vai col recupero. In pratica non si fa la visualizzazione del percorso sui rulli. Questo riscaldamento serve per l’attivazione metabolica e neuromuscolare nervosa».

Enrico Campolunghi è diesse e preparatore atletico della Human. Soprattutto per le crono, allena fisico e mente delle atlete
Enrico Campolunghi è diesse e preparatore atletico della Human. Soprattutto per le crono, allena fisico e mente delle atlete

L’attesa prima di partire

In televisione o dal vivo, si è abituati a vedere la crono che inizia quando il corridore scende dalla rampa. C’è però tutto un dietro le quinte che in molti non si aspettano e che non è semplice da gestire. Quei famosi lunghi sospiri che tirano gli atleti prima del via hanno una storia.

«Avere gli orari di partenza – spiega Campolunghi – il giorno prima ed il prima possibile, ci permette di stilare le tabelle di riscaldamento con precisione inserendo tutti i riferimenti cronologici. Un’atleta deve arrivare in chiamata 15 minuti prima del via. Bisogna quindi tenere conto di quanto tempo ci impiega per andare in partenza dalla zona pullman. E quindi tenere conto di quando vestirsi e iniziare il warm-up. Da quando salgono sui rulli a quando partono possono passare tranquillamente 50 minuti.

Le atlete hanno una tabella oraria di riscaldamento da rispettare prima di recarsi alla partenza e attendere per 15 minuti il proprio turno
Le atlete hanno una tabella oraria di riscaldamento da rispettare prima di recarsi alla partenza e attendere per 15 minuti il proprio turno

Quindici minuti sedute

«E quando arrivano in zona partenza – sottolinea Campolunghi – per regolamento devono aspettare sedute il proprio turno, senza pedalare. Lì devono saper gestire l’aspetto mentale e la tensione. Devono essere brave a concentrarsi, ignorare le distrazioni e pensare alla gestione della gara come è stata preparata. Magari bere piccoli sorsi ogni tanto senza appesantirsi o solo se necessario. Anche questo quarto d’ora di attesa si allena attraverso meeting e colloqui individuali. Ne faccio spesso con le atlete».

Ecco che ci tornano alla mente le parole di Marco Villa su Guazzini e Venturelli dopo l’italiano a crono di qualche settimana fa, in cui hanno conquistato le maglie delle rispettive categorie. Il cittì delle crono diceva che partono con mezzo minuto di svantaggio proprio perché prima del via tendono più a lamentarsi per eventuali cose che non vanno, che a focalizzarsi sulle proprie grandi potenzialità. Insomma, nel ciclismo moderno non si può più lasciare nulla al caso.