Tra i grandissimi che si sono visti in corsa la scorsa settimana c’era finalmente anche Primoz Roglic. Lo sloveno è la grande stella annunciata del prossimo Giro d’Italia, il primo Grande Giro in programma. E’ chiaro, dunque, che ci fosse parecchia curiosità intorno a lui, tanto più che torna alla corsa rosa dopo averla vinta alla sua ultima partecipazione.
L’atleta della Red Bull-Bora-Hansgrohe ha esordito alla Volta ao Algarve e ne è uscito con un rincuorante ottavo posto. Ma “rincuorante” è un termine che va analizzato per bene. Al netto dell’acqua gettata sul fuoco, infatti, i 49” incassati da Vingegaard nei 19,6 chilometri della crono finale hanno un certo peso.


Quasi allarme
Roglic, come sempre, è parso sereno, mite… e di poche parole. Dopo la crono si è limitato a dire: «Mi sono divertito molto ed è stato bello. Non ho raggiunto il massimo e non sono stato il miglior Primoz in Algarve. Ho davvero deciso che era solo l’inizio della stagione e che ho ancora molto lavoro da fare».
Il che può anche starci. Chi deve andare forte al Giro (e poi anche al Tour) è normale che non sia già al top e che la condizione cresca progressivamente, ma il distacco resta importante. Il picco di forma Roglic dovrà toccarlo a maggio. Tuttavia ci sono alcuni aspetti da considerare.
Una cosa che ha colpito più di qualcuno è stato il comportamento della Red Bull-Bora nella seconda tappa, quella in salita. A un certo punto della frazione, quando ormai mancavano meno di 20 chilometri all’arrivo, Tratnik e un altro compagno hanno preso in mano la situazione, quasi a voler spianare il terreno a Roglic.
Tutto lasciava presagire un suo attacco. Poi, però, ad affondare il colpo sono stati altri: Almeida e Christen, entrambi della UAE Emirates, e Primoz si è trovato a correre di rimessa. Ecco dunque un primo indizio che qualcosa non ha funzionato. O non è andata secondo le aspettative.


Verso il Giro
Roglic e la Red Bull hanno previsto un avvicinamento al Giro d’Italia con grandi volumi di allenamento, anche in altura, e poche gare. Oltre all’Algarve, Primoz prenderà parte solo al Catalunya. E’ chiaro, dunque, che in Portogallo fosse davvero lì per “allenarsi”.
«Mancavo dall’Algarve da un po’ – ha detto Roglic – bisognava pur iniziare da qualche parte. Per me questa è stata una semplice corsa per cominciare a mettere i primi chilometri di gara nelle gambe. Sono venuto anche per la crono finale che era importante per noi. Come è andata? Io sono tranquillo: sono esattamente dove dovevo essere».
Che sulla crono ci fosse grande interesse è vero. E questo non solo ai fini della prestazione, ma anche per verificare le piccole modifiche effettuate durante l’inverno. Roglic e Specialized hanno lavorato anche in pista.


Quasi come nel 2023
Da casa Red Bull-Bora e lo stesso Roglic non sono arrivate grandi dichiarazioni. E allora si possono generare dei ragionamenti. Fare solo due gare prima del Giro è una bella scommessa. Questo perché Roglic vuole fare anche il Tour e, da quel che trapela, non per andare a caccia di tappe. Lo sloveno e il suo staff vogliono quindi limitare al massimo gli sforzi “non controllati”, come ormai i preparatori chiamano le gare, e gestire invece i volumi e i carichi in allenamento.
A questo punto però viene da chiedersi se davvero potrà funzionare in vista del Giro: a 35 anni suonati, solo 12 giorni di corsa in totale, l’ultimo dei quali a 39 giorni dall’inizio della corsa rosa sono pochini. Va però detto che anche nel 2023, quando poi conquistò la maglia rosa, fece un percorso simile, con la Tirreno al posto dell’Algarve, per un totale di 14 giorni di gara. Probabilmente questa scelta è stata fatta per gestire l’altura in modo differente, cosa che potrebbe essere un passaggio chiave sulla via del successo.
«La strada è quella giusta – ha detto Primoz a botta calda alle TV dopo la crono – non ero al top, ma mi sono sentito bene». Diamogli fiducia, dunque. Il distacco nella crono, dicevamo, non è stato poco, però è anche vero che nel duro strappo finale lo sloveno è stato il più veloce. Ha guadagnato 3” anche su Vingegaard e questo ha dato una piccola, forse grande, spinta morale.