Sforzi lattacidi, cosa sono e come si migliora?

08.10.2024
5 min
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Uno degli aspetti sul quale si deve migliorare per essere performanti nelle corse di un giorno è riuscire a esserlo quando la fatica ti morde le gambe. La differenza si fa nel momento in cui gli altri mollano, mentre i migliori riescono a tirare fuori ancora qualche sprazzo di energia. Ce ne siamo accorti al mondiale di Zurigo, quando Pogacar ha attaccato a 100 chilometri dal traguardo con un allungo che sembrava innocuo e poi si è trasformato nel capolavoro che tutti abbiamo ammirato. In quel frangente l’unico che ha avuto il coraggio di prendere le sue ruote è stato Andrea Bagioli. L’azione del corridore della Lidl-Trek, che vi abbiamo raccontato ha aperto in noi uno spiraglio di curiosità. Come si migliorano le proprie prestazioni nel momento in cui è richiesto quel qualcosa in più per fare la differenza? In allenamento si tratta di fare dei lavori lattacidi. Per capire in che modo si migliorano queste prestazioni ci viene in soccorso un preparatore: Paolo Artuso

«Si tratta di un discorso più ampio – esordisce il preparatore della Red Bull-Bora Hansgrohe – perché la prestazione nel ciclismo è data da due variabili: la fase aerobica e quella anaerobica. La seconda riguarda il nostro sforzo massimale, ed è rappresentata dalla VlaMax, cioè la massima potenza anaerobica o potenza glicolitica (la massima energia che un ciclista o atleta può esprimere attraverso il sistema energetico anaerobico lattacido). Per capire le le qualità anaerobiche bisogna fare dei test, uno degli ultimi visti è quello del VLA Max».

Artuso è approdato alla Bora-Hansgrohe dal 2023. In precedenza lavorava alla Bahrain
Artuso è approdato alla Bora-Hansgrohe dal 2023. In precedenza lavorava alla Bahrain
A cosa serve?

Si capisce che tipo di corridore si ha davanti. Innanzitutto ci sono due modi per calcolarlo: in laboratorio o su strada. In laboratorio si controlla il lattato basale prima di iniziare a pedalare, si fanno degli sforzi brevi massimali da 15-30 secondi e poi si misura di nuovo il lattato ogni minuto per un po’. Da questi valori si guarda il delta tra il valore basale e quello più elevato misurato per poi dividerlo per la lunghezza del test. Su strada è sicuramente più veloce e semplice e si utilizzano dei software di analisi.

Una volta terminato?

Si effettuano dei prelievi all’atleta ogni minuto. Per avere un valore si calcola il delta tra il lattato basale e quello massimale e si divide per il tempo. Da qui esce un numero compreso tra 0 e 1. Se il valore è vicino allo zero vuol dire che abbiamo davanti un corridore da corse a tappe. Viceversa, se il numero si appresta sopra lo 0,5 allora l’atleta che si ha davanti è adatto alle Classiche o alle volate.

Zurigo 2024: Bagioli ha provato a reggere l’accelerazione di Pogacar, ma l’ha pagato a caro prezzo
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Per un far sì che un corridore sia completo cosa bisogna fare?

Cercare di lavorare su tutti i parametri, ma serve attenzione, bisogna bilanciare le cose. Per esempio un ciclista con una VLA Max troppo bassa, potrebbe trovarsi in difficoltà in gara in determinate condizioni. Ad esempio: una tappa con brevi salite, una partenza a tutta o un prologo. Viceversa un ciclista con un valore più alto sarà in difficoltà su tappe con salite lunghe.

In che senso?

Partiamo dal presupposto che un atleta ha due picchi di forma durante la stagione. Facciamo un esempio: se l’obiettivo della prima parte dell’anno sono le Classiche allora si lavorerà sulla parte anaerobica. Al contrario, se nella seconda metà della stagione si vuol performare in un grande Giro si lavora sulla parte aerobica. 

Per Tiberi questo tipo di sforzi devono essere allenati, ma serve programmare la stagione in maniera diversa
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Mettiamo il caso che un corridore voglia essere performante nelle corse di un giorno.

Si deve abituare il suo fisico a lavorare con alte scorte di glicogeno. Quindi dovrà fare degli sprint a tutta. Un esercizio che faccio fare spesso ai miei atleti è: tre sprint massimali di 30 secondi con un recupero di 8 minuti tra l’uno e l’altro. Il recupero è una fase fondamentale, perché il corridore deve essere il più fresco possibile tra una ripetuta e l’altra. In questo modo aumenta la glicolisi, quindi l’energia nella parte anaerobica. 

Cambia qualcosa quando ci si avvicina alle gare?

Il tempo di recupero si accorcia, in modo da tollerare al meglio il lattato. Il tempo tra una ripetuta e l’altra diventa di 30 secondi, così da abituare il fisico a lavorare in fase lattacida. 

I test del VLA Max e del VO2 Max si possono effettuare sia in laboratorio che in strada (foto Iens’Art content&agency)
I test del VLA Max e del VO2 Max si possono effettuare sia in laboratorio che in strada (foto Iens’Art content&agency)
Lo sforzo fatto da Bagioli dietro Pogacar quindi cos’è?

Un mix tra fase aerobica e anaerobica. In quel caso Bagioli ha fatto uno sforzo massimale di cinque minuti. Quindi servono sia la fase aerobica e anaerobica. Serve avere un alto valore del VO2 Max, che si allena nella fase di preparazione. Poi quando ci si avvicina alle gare sistemi il VLA Max. 

E’ possibile allenare uno sforzo del genere in allenamento?

Io sono un preparatore che crede nel processo di crescita, ma allo stesso modo penso che nulla sia paragonabile alla gara. Servono mesi di lavoro e un insieme di fattori. Puoi perfezionare le diverse fasi ma nulla sarà mai paragonabile allo sforzo della gara. I numeri fatti da Pogacar sono talmente alti che non è detto che siano replicabili, nonostante ci si alleni al meglio.