TRAVERSETOLO – Dalla primavera ad oggi la condizione psicofisica di Anastasia Carbonari ha viaggiato su un ottovolante. Non è sempre sinonimo di buoni segnali – ed infatti qualcosa sotto c’era – ma da fine giugno tutto sembra essere tornato sotto controllo.
Alla 24enne italo-lettone della UAE Development Team ha fatto bene respirare sia l’aria di “casa” del Baltico sia quella nuova in Emilia Romagna. Carbonari si è riconfermata campionessa nazionale della Lettonia e contemporaneamente si è trasferita a vivere in provincia di Parma. Proprio da qua, dove l’abbiamo incontrata, è cominciata la sua seconda parte di stagione nella quale non mancano obiettivi stimolanti. Il suo piglio è decisamente migliore rispetto all’ultima volta che l’avevamo sentita.
Anastasia iniziamo dalla attualità. Come sono andate le ultime corse?
Recentemente ho corso il Baloise Ladies Tour in Belgio con il nostro team WorldTour. L’ho fatto in sostituzione all’altura. Sono molto contenta, sono andata al di sopra delle mie aspettative. Non pensavo di trovarmi con questa condizione. La concorrenza era piuttosto buona, c’erano sette squadre WorldTour. Il ritmo è sempre stato alto ed è stato importante ritrovarlo. Ho raccolto due top 10 e ci volevano per il morale. Maggio è stato un mese molto difficile che mi aveva buttato un po’ giù. E’ stato un sospiro di sollievo che mi dà ulteriori motivazioni per il prosieguo della stagione.
Cosa è successo a maggio?
Ho avuto qualche intoppo di salute. Me ne sono accorta tra fine maggio ed inizio giugno perché sia al Thuringen che alla Ruta del Sol mi sentivo sempre spossata e con un gran mal di gambe. Facevo fatica a recuperare. Dopo la gara in Spagna abbiamo fatto qualche accertamento e abbiamo scoperto con la dottoressa che in primavera avevo avuto il citomegalovirus. Gli strascichi sono piuttosto lunghi. Ora va meglio fortunatamente, grazie anche alla trasferta in Lettonia.
Lassù hai rivinto il campionato nazionale. Com’è andata?
Quest’anno il campionato baltico si correva ad Alytus in Lituania. Rispetto ad un anno fa il percorso era molto più tecnico e nel finale del circuito cittadino c’era uno strappo in pavé da fare quattro volte. La gara è stata resa dura proprio dalle lettoni, specialmente da Rozlapa e Laizane, perché sapevano che in un tracciato del genere ero più veloce di loro. Giustamente lasciavano a me, campionessa uscente, il grosso del lavoro per ricucire. Nell’ultima curva sono rimasta un po’ chiusa, ho perso qualche posizione e nella volata non sono riuscita a rimontare fino in fondo. Alla fine ho fatto quarta assoluta, ma è stato un risultato buono perché, appunto, non arrivavo da un periodo facile. Ci tenevo a rivincere e poter indossare ancora la maglia di campionessa nazionale. Era importante oltretutto in chiave mondiali, europei o addirittura per una possibile Olimpiade, qualora ci qualificassimo.
A proposito, che effetto ti fa sapere che correrai il mondiale?
Sono molto emozionata. La ero già l’anno scorso per gli europei, figuratevi stavolta dopo che l’anno scorso li avevamo dovuti saltare comprensibilmente per una questione logistica e di costi. Spero poi di correre anche l’europeo in Olanda a settembre. A casa forse sono più elettrizzati di me, ma ho detto loro che cercherò di stare lontana dalle possibili distrazioni o pressioni. Sono contenti comunque di come mi sto preparando.
L’avvicinamento a Glasgow come sta procedendo?
Intanto devo dire che questi grandi appuntamenti mi danno enormi motivazioni e mi mantengono maggiormente concentrata. Essere al via in Scozia sarà una bella soddisfazione, ma sto lavorando per arrivarci nelle migliori condizioni possibili. Sappiamo che il circuito del mondiale ha molti rilanci, da sforzi brevi ma ripetuti. Dopo il periodo sottotono, col preparatore abbiamo analizzato il tipo di gare che sarei andata a fare prima di Glasgow e abbiamo programmato allenamenti più mirati. Che poi è il solito lavoro che facciamo quando so che devo correre con la UAE Team ADQ. Prima dei mondiali correrò in Polonia a fine luglio (il Princess Anna Vana Tour dal 28 al 30 luglio, ndr). Punto ad arrivarci con una buona gamba.
Ad oggi come giudichi la tua esperienza tra le due vostre formazioni?
Il bilancio col Devo Team è molto buono ma è normale che correre con la WorldTour è sempre stimolante anche per il livello delle gare. Poi torni con una condizione migliore anche se c’è il rovescio della medaglia. Ovvero, facendo poche gare WT, quando le corriamo facciamo un po’ di fatica iniziale. Di certo c’è che sei a contatto sempre con atlete molto professionali. Al Thuringen ad esempio sono stata in camera con Marta (Bastianelli, ndr) e ho imparato molto da lei. Sa sempre come tirarti su di morale e darti il consiglio giusto. Ci mancherà tanto.
Anastasia Carbonari l’abbiamo sempre definita “lettone di Montegranaro”. Cosa ci fa in provincia di Parma?
E’ iniziata una nuova vita (sorride, ndr). Un paio di mesi fa il mio fidanzato è stato trasferito per lavoro, io l’ho seguito ed ora viviamo a Traversetolo. Mi trovo bene e non ho avuto problemi di ambientamento. Siamo un po’ facilitate perché, essendo sempre all’estero, siamo abituate ad andare su strade che non conosciamo. Adesso con le varie app come Strava, Wahoo o Street View riusciamo a trovare tutti i percorsi con le caratteristiche necessarie per allenarci. La zona è bella e nell’arco di pochi chilometri trovo salite lunghe, strappi, tratti vallonati o pianura. Tutto per lavorare al meglio. L’unica cosa che manca è un po’ la compagnia. Nelle Marche uscivo con gli amici dilettanti ed era utile sia per fare la sgambata di recupero che quella per alzare la media. In ogni caso anche questo cambiamento mi ha stimolato.