Se ne va anche gennaio e da stanotte inizierà il lungo volo di ritorno verso l’Europa delle squadre e degli inviati dalla Vuelta a San Juan, mentre è già iniziato il rientro dall’Australia. Una puntatina nel deserto arabo, con Saudi Tour appena iniziato e UAE Tour in arrivo, prima di atterrare a casa e si concluderà la prima fase… esotica del calendario. Corse al caldo, il modo per gratificare un pubblico (australiano e argentino) altrimenti escluso dal grande ciclismo.
Velocisti e campioni non si sono sottratti alla sfida, in barba ai calcoli più prudenti. L’Australia ha visto la ribalta vittoriosa dei due atleti arrivati alla strada dalla Zwift Academy – Jay Vine ha vinto il Tour Down Under, mentre Loes Adegeest s’è portata a casa la Cadel Evans Great Ocean Road Race – e di atleti come Simon Yates e Pello Bilbao. L’Argentina invece ha segnalato le prime accelerazioni di Evenepoel e Bernal, ha ribadito la classe innata di Filippo Ganna, regalato un volto nuovo alle volate con Welsford e si è consegnata prevedibilmente a Miguel Angel Lopez.
Certi avvertimenti
Prevedibilmente, certo. Era stato palese, in occasione del primo incontro alla vigilia della corsa, che Superman morisse dalla voglia di riscattarsi dopo il licenziamento dall’Astana. Il medico con cui è stato messo in relazione di recente ha raccontato di avergli dato dei consigli legati all’alimentazione. Il suo procuratore lo ha lasciato libero, pur ammettendo di non ritenerlo un corridore dopato. Il Team Medellin lo difende a spada tratta, accusando l’Astana di ipocrisia e scarsa umanità. E così alla fine, in attesa che la famosa indagine porti a qualcosa, un corridore di livello WorldTour come Lopez (al netto delle sue stranezze più volte evidenziate) si ritrova ai margini per una telefonata ricevuta dalla squadra kazaka. Uno di quegli avvertimenti amichevoli tipici delle regioni più calde, con cui si fa intendere tutto e l’esatto contrario. Un altro modo, già visto in precedenza, con cui si esercita il potere.
Campionati colombiani
Lo stesso trattamento è toccato infatti a Quintana, messo ai margini dalla positività al Tramadol, che non è vietato in nessun’altra parte del mondo al di fuori del ciclismo. Nairo non trova squadra e difficilmente ci riuscirà. Per lui si tratta di una seconda scivolata: non dimentichiamo gli integratori sospetti che gli furono trovati due anni fa e per i quali tuttavia fu prosciolto. Usando il Tramadol e sapendo di non poterlo fare, il colombiano ha commesso una leggerezza purtroppo imperdonabile e adesso è atteso ai campionati nazionali colombiani, dove come Lopez farà il diavolo a quattro per farsi vedere e lanciare un nuovo appello ai team WorldTour, dopo quello di qualche giorno fa.
Sia Lopez che Quintana sottolineano di avere passaporti biologici nella norma.
Apprensione per Bernal
Accanto a Higuita, secondo a San Juan e in continua crescita, il quarto colombiano che più tiene in apprensione i tifosi è Egan Bernal. Il fuorigiri all’Alto del Colorado lo ha pagato con un’infiammazione del ginocchio battuto nella caduta del primo giorno, di cui nessuno si era accorto. Egan è il solito modello di determinazione e simpatia, ma non ha ancora l’aspetto di un corridore in salute. Le sue gambe sono ancora sottili, i polpacci non hanno la tonicità di quando vinse il Giro, nel muoversi per infilare la maglia osserva ancora mille cautele. L’incidente mostra i suoi segni, inevitabilmente. E certamente per andare al Tour contro Pogacar, Vingegaard e chissà chi altri, dovrà lavorare sodo, crescere e sperare che il tempo gli basti. Il suo livello migliore rischia di non bastare.
Attacco a Evenepoel
Egan non ha mai dominato. Vinse il Tour del 2019 grazie al vantaggio sull’Iseran, prima che il resto della tappa venisse neutralizzato per grandine. E poi al Giro del 2021 ebbe il suo bel da fare per contrastare i rivali. I successivi problemi alla schiena e l’incidente del 2022 hanno arrestato un processo di crescita che lo pone ora in posizione di svantaggio rispetto ai rivali del momento.
L’attacco della Ineos Grenadiers a Evenepoel c’è stato e ha fatto capire che gli stessi dubbi dimorano nella squadra britannica, che però ora fa quadrato attorno al piccolo colombiano, cercando di capire quale ruolo potrà avere in futuro Pidcock. Vorrebbero dirottarlo sui Giri, ma pare che Tom non abbia la minima voglia ancora di scegliere, divertendosi ancora molto in tutte le altre discipline.
Remco e Tadej
Insomma, la carne al fuoco è davvero tanta. Il UAE Tour ci proporrà il primo scontro fra Pogacar ed Evenepoel. Ieri Remco ha attaccato con Simmons nel finale piattissimo dell’ultima tappa argentina, mentre Pogacar sarà al debutto. La sensazione è che il belga arriverà negli Emirati per cogliere la prima vittoria di peso, mentre lo sloveno sarà al debutto stagionale, ma non si sottrarrà alla sfida.
Perciò in attesa di tornare a fusi orari uguali per tutti, vi diamo appuntamento a Montichiari dove vivremo la preparazione degli azzurri per gli europei su pista della prossima settimana e vi aspettiamo a Hoogerheide, da dove vi racconteremo i mondiali di ciclocross. Sarà pure appena iniziato, ma questo nuovo anno di corse promette già molto bene.