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Il giorno dopo la Roubaix, parlando di guanti con Mohoric

Enzo Vicennati
19.04.2022
5 min
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Anche se alla fine la Roubaix se l’è portata a casa Van Baarle, non si può negare che Matej Mohoric sia stato l’indiscusso protagonista della corsa. E allo stesso modo in cui alla Milano-Sanremo portò in corsa il reggisella telescopico, nella corsa del pavé ha sperimentato assieme al resto della squadra, dei nuovi guanti Prologo contrassegnati dal nome CPC/Energrip, che parla di forza e di presa. Al di là del risultato, è stato il suo atteggiamento nel parlarne ad averci colpito. Si è fermato appena sceso dal pullman. Ci ha lasciato fotografarli e ha accettato di approfondire il discorso dopo la corsa.

Prima del via, le mani di Mohoric: la Roubaix sta per cominciare
Prima del via, le mani di Mohoric: la Roubaix sta per cominciare

«I guanti in una corsa come la Roubaix – ha detto prima di andare al foglio firma – servono innanzitutto come protezione per le mani in caso di caduta. Poi servono anche per assorbire le vibrazioni. Grazie al nuovo sistema CPC/Energrip di Prologo, questi guanti assorbono più vibrazioni rispetto ai modelli che usavo in passato con il padding tradizionale. I guanti devono avere anche tanto grip, è fondamentale, e questi creano un effetto vacuum che migliora la presa. Alla Roubaix è indispensabile che le mie mani siano a posto, questo mi permette di concentrarmi al 100 per cento sulla corsa».

La resistenza dell’atleta

Ha detto tutto d’un fiato, senza leggere. Se un corridore è così coinvolto nella scelta, nella prova e nell’utilizzo dei guanti, abbiamo pensato, oltre a essere un grande tester, ha anche un grande cervello.

Vediamo dunque come è fatto il palmo del guanto Energrip. Assieme al dipartimento performance dell’Università di Besancon, Prologo ha studiato le zone della mano più sollecitate durante la pedalata e il tipo di stimolazione ad esse associato. Lo studio ha visto il ricorso a elettromiografia e vari altri test, grazie ai quali sono stati sviluppati diversi tipi di coni 3D che compongono il CPC. L’elettromiografia soprattutto ha permesso di valutare la resistenza del ciclista alle sollecitazioni. Il risultato è un guanto in grado di dissipare più vibrazioni rispetto ad altri modelli sul mercato, lasciando i muscoli più freschi e meno intorpiditi.

  • Dall’osservazione del palmo di Mohoric, si riconoscono le tre zone del guanto Energrip
  • Nell’area azzurra, i coni danno la presa. Nell’area gialla avviene l’ammortizzazione
  • La parte azzurra centrale favorisce la circolazione dell’aria ed elimina umidità
  • Dall’osservazione del palmo di Mohoric, si riconoscono le tre zone del guanto Energrip
  • Nell’area azzurra, i coni danno la presa. Nell’area gialla avviene l’ammortizzazione
  • La parte azzurra centrale favorisce la circolazione dell’aria ed elimina umidità
  • I flussi d’aria impediscono che all’interno della mano si accumuli il sudore

I flussi d’aria

Andando a guardare la foto del palmo, per come ce l’ha mostrata Mohoric, è evidente che il guanto sia suddiviso in porzioni: ciascuna di esse ha caratteristiche diverse. 

La parte anteriore a semicerchio, la Grip Zone, è quella deputata alla presa sicura del manubrio. Proprio fra i suoi tasselli si inseriscono tre canali per la circolazione dell’aria, supportati da una porzione circolare sul palmo: parliamo dunque della Air Zone. Infine la Shock Zone, che va dal centro fino al polso, quella su cui il corridore poggia il peso.

  • Con la tecnologia CPC i nuovi guanti smorzano le sollecitazioni del manubrio
  • Tutta la Bahrain Victorious al via della Roubaix con i nuovi guanti
  • Con la tecnologia CPC i nuovi guanti smorzano le sollecitazioni del manubrio
  • Tutta la Bahrain Victorious al via della Roubaix con i nuovi guanti

Coni diversificati

L’uso di diversi tipi di coni permette di rispondere a esigenze specifiche: oltre a smorzare le vibrazioni, viene favorita la circolazione dell’aria, creando l’effetto vuoto di cui parlava Mohoric. Il flusso d’aria è un fattore chiave per un guanto. Il nuovo modello Energrip ha un’ampia area di raffreddamento con più canali per la circolazione interna dell’aria.

«Oltre al sistema che permette più grip e assorbe meglio le vibrazioni – ci ha spiegato ieri Mohoric in un successivo confronto – questi guanti sono studiati per garantire la termoregolazione della mano. Questo elimina calore e sudore, mantenendo fresco il palmo. Parlando della Roubaix, significa che non si formano le vesciche, come nel caso di chi corre senza guanti. Comunque alla fine della corsa, i 50 chilometri di pavé vero li ho sentiti, però molto meno a confronto delle edizioni passate».

Dopo la Roubaix, le mani di Mohoric stavano meglio che in altre occasioni
Dopo la Roubaix, le mani di Mohoric stavano meglio che in altre occasioni

Anche in allenamento

E ora che la Roubaix è alle spalle e che Mohoric ha nel mirino la Liegi-Bastogne-Liegi prima di tirare un po’ il fiato e rientrare alle gare per il Giro di Slovenia, pensa che userà ancora questi guanti?

«Sì, sicuramente li userò anche nelle altre corse – ci ha salutato ieri, nel giorno di Pasquetta – e anche in allenamento. Non esco quasi mai senza guanti, proprio perché nel caso di caduta le mani sono quelle che possono creare più dolore».

Era la prima lezione di Giancarlo Ferretti ai suoi corridori più giovani. Che cosa succede se cadete alla prima tappa del Giro d’Italia e non potete più stringere il manubrio?

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