Il suo cammino nel WorldTour femminile Francesca Barale l’ha iniziato come chi, entrando in un luogo di venerazione, si guarda attorno attento a qualsiasi cosa nonostante sappia tutto di esso.
«Da gennaio – ci racconta la giovane del Team DSM (che compirà 19 anni il prossimo 29 aprile) – sono ripartita da zero. Anche se da junior ho vinto tanto e sono sempre andata molto bene, qua inizia proprio tutta un’altra storia. E la motivazione è tanta».
La scalatrice di Domodossola ha esordito a inizio marzo disputando tre gare finora, ma per il momento il suo impiego è distribuito con accortezza. Sullo sfondo c’è prima la maturità, poi nella seconda parte del 2022 si dedicherà totalmente a quello che per lei, in questo momento della sua vita, è il cosiddetto “piano A”.


Francesca hai debuttato a Le Samyn. Com’è andata?
Bene, sono molto contenta della mia prova. Era una gara di 99 chilometri ed io credevo che mi sarei staccata dopo 30. Benché avessi lavorato bene in inverno, quella è una corsa difficile perché ha sì degli strappi che mi si addicono ma anche tanti settori di acciottolato in cui avrei potuto soffrire. Alla fine sono stata davanti, ho aiutato le mie compagne e mi sono staccata nell’ultimo settore a circa due chilometri dal traguardo.
La settimana dopo avete vinto il Gp Oetingen con la Wiebes, la prima delle sue tre consecutive…
E’ stata una grande giornata per la nostra squadra. Lorena è stata spaziale. Io sono caduta a metà gara ma sono riuscita a rientrare in gruppo. Ho speso tanto per farlo, ma anche se ero a tutta ho tirato nelle ultime fasi di gara. Poi Pfeiffer e Charlotte (rispettivamente Georgi e Kool, ndr) hanno fatto un gran lavoro per tirare la volata a Lorena. Personalmente è stata una bella soddisfazione.
La terza gara, il Trofeo Binda, invece si è chiusa con un DNF, un ritiro. Cos’è successo?
Niente di che, solo che vanno forte (confessa ridendo, ndr). D’altronde era la mia prima corsa WT. No, battute a parte, la neutralizzazione di mezz’ora dopo 50 chilometri di gara (a causa di un incidente stradale sul percorso, ndr) mi ha condizionata parecchio. Conosco il tracciato e stavo bene, ma alla ripartenza le squadre più attrezzate volevano fare gara dura e siamo andate a blocco da subito. Magari non l’avrei finita lo stesso, ma quello stop forzato l’ho patito. Tuttavia sono tranquilla. Fa tutto parte di questa prima parte di stagione, ho tempo per andare meglio.


Immaginiamo sia tutto legato all’impegno tra scuola e allenamento. Come li gestisci?
Finora tutto ok, la media dei voti è alta anche se ho fatto un po’ fatica a recuperare le lezioni perse per i ritiri o le gare. Riesco a conciliare abbastanza bene il doppio impegno. Esco da scuola alle 13,20 e alle 14 sono già in bici. Le difficoltà c’erano in inverno, ma ora che le giornate si sono allungate e col cambio dell’ora, tutto è più semplice.
Il tuo programma agonistico come si svilupperà indicativamente?
L’intenzione della squadra è quella di farmi correre in media 3-4 gare al mese, almeno fino a giugno. Fino al 13 aprile non farò gare. Approfitterò delle vacanze pasquali per andare su in Olanda nel nostro centro (il Keep Challenging Center a Sittard, ndr) per integrarmi al meglio con la squadra. In quelle due settimane comunque dovrei fare alcune corse in Belgio, vedremo quali. Non so ancora se farò il Giro Donne o il Tour Femmes. Dobbiamo ancora impostare la seconda parte di stagione.
Con le compagne come va?
Tutto bene. Ricevo consigli da parte di ognuna di loro, sono tutte molto disponibili. Così come i diesse, naturalmente. E al momento non sento la distanza fra loro in Olanda e me in Italia. Finora ho fatto tre gare con tre gruppi diversi. E’ un bene perché possiamo conoscerci meglio e affinare la sintonia in corsa. Siamo una formazione con una età media piuttosto giovane, ma ormai già esperta. Questo è anche uno dei motivi per cui ho accettato la loro proposta di venire qui.


La Wiebes è il faro della squadra. Ti ha dato qualche suggerimento particolare anche lei?
La sto conoscendo poco per volta. Sappiamo che lei deve finalizzare il nostro lavoro, che dobbiamo svolgere al meglio. Sia in ritiro che nella gara che abbiamo fatto assieme, mi ha subito detto di non strafare per proteggerla quando siamo ancora lontani dal traguardo. Non serve. Lorena è molto brava nel dirti come risparmiare o conservare energie per i momenti decisivi.
Quali sono gli obiettivi del 2022?
Difficile da dire, non ne ho di precisi al momento se non quello di imparare il più possibile. I miei tecnici vogliono farmi crescere senza troppa fretta, facendomi fare tanta esperienza. Poi di solito vengo fuori verso fine stagione. A quel punto vedremo cosa sarò in grado di fare.