Casa Bonifazio, Leonardo presenta Niccolò

14.12.2020
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Leonardo Bonifazio è il fratello maggiore di Niccolò. Anche lui corre alla Total Direct Energie e anche lui è una ruota abbastanza veloce, nonostante un peso non eccessivo. La sua storia con il ciclismo ha un grande “buco”, lungo 5 anni. Era a ruota di Anthony Orsani quando l’allora tricolore junior cadde e perse la vita. Leo continuò per un po’, ma poi proprio non ce la faceva. La sua testa non seguiva le gambe. Era rimasta a quell’incidente. Salvo poi tornare in sella nel 2015. E’ stato alla Colpack e dalla scorsa stagione è nella Total con Niccolò, del quale Leonardo ci parla.

Prima però presentati, Leonardo…

Ciao, sono Leonardo Bonifazio sono nato a Cuneo il 20 marzo 1991, ma vivo ad Imperia! Ho iniziato a correre sin da piccolo perché la bici era un qualcosa di famiglia, ci andava mio nonno Goffredo e anche mio papà Marco. Lui è stato un dilettante e poi un amatore. Da quando ho ripreso a pedalare il momento più difficile non c’è stato, perché la difficoltà era andare a lavorare! Ho patito gli anni in cui dovevo passare e non ci riuscivo, sono anche andato in Francia ma è stata dura e ho trovato un ambiente che non mi piaceva. Poi ho fatto lo stage con la Direct anche grazie all’aiuto di mio fratello e adesso va bene così…

Leonardo Bonifazio è alla Direct Energie da questa stagione
Leonardo Bonifazio è alla Direct Energie da questa stagione
Bene adesso presenta tuo fratello!

Mio fratello è un tipo particolare, Niccolò è un pazzo! Però ci vogliamo bene… E anche se non sembra lui è uno che di ciclismo ne capisce davvero.

Com’è a tavola tuo fratello?

Lui è molto pignolo, invece se c’è da mangiare io mangio. Niccolò invece non si lascia andare. Feste, compleanni, Natale… si controlla.

E  negli allenamenti?

E’ sempre una battaglia. Anche sotto questo aspetto lui è molto serio. Molti lavori li facciamo insieme. Chi è più stanco si mette a ruota, però in linea di massima è sempre una lotta stimolante. Ci alleniamo nella zona di Sanremo. Da quelle parti ci sono strade e salite ideali per allenarsi, come il San Romolo. Lui e altri professionisti vengono da Montecarlo. Da lì ad Imperia ci sono un po’ più di 60 chilometri.

Qual è il primo ricordo che hai di lui che ti lega alla bici?

Difficile aver un primo ricordo perché siamo cresciuti insieme, anche con la bici. Vivevamo in un casa di campagna ed eravamo sempre fuori in giardino con le Mtb: cadute, sbucciature, sempre sporchi… ho ricordi d’infanzia. Però ricordo la sua prima vittoria. Avvenne sotto casa in pratica, qui ad Imperia, in un circuito in cui vinse anche nostro padre. All’arrivo c’era nonno e papà che lo aspettavano.

Quando siete a casa chi è che si da più da fare?

Quando eravamo, ormai viviamo separati. Le cose più importanti le facevo io. Non so, se c’era da fare una visita, prenotarne una… ci pensavo io perché Niccolò è piuttosto smemorato. Anche se a scuola andava meglio lui.

Niccolò Bonifazio e quella vittoria “sotto casa”
Niccolò Bonifazio e quella vittoria “sotto casa”
Che passioni extra ciclistiche ha?

Tutto ciò che riguarda i motori. E ultimamente anche vini e grappe, come è nato questo interesse non lo so, ma a me non regala nessuna bottiglia! In realtà è che non mi piace molto l’alcool. Lui è sempre lì che studia, sceglie, s’informa… però non che beva sia chiaro. Sono bottiglie che magari prende per accompagnare il pasto ogni tanto.

Che obiettivi ha Niccolò per il 2021?

Beh, come sempre la Milano-Sanremo, ce l’ha nel cuore. E’ la corsa di casa. Si spera possa far bene. Una volta già ha fatto bene, ci è andato vicino. Poi so che voleva provare anche la Roubaix, altra corsa che lo attrae. Ne ha parlato con la squadra. Loro gli hanno detto che non ci sono problemi. Ma preparare una corsa di un giorno non è mai facile, serve anche una certa dose di fortuna. Un altro obiettivo saranno le volate del Tour de France.

E tu, che obiettivi hai?

Io spero di cogliere qualche bel risultato, non che punti a questo o a quello. Per me intanto è importante correre. L’anno scorso non sono stato particolarmente fortunato. Dovevo fare le gare africane ma sono stato male e poi c’è stato il lockdown. Comunque mi sto preparando bene, anche oggi 4 ore e domani ne devo fare 5. Da noi c’è un buon clima e non dobbiamo andare chissà dove. Il mio periodo migliore di solito è aprile.

Una cosa che ruberesti a Niccolò?

Difficile dirlo. Io sono appassionato di bici vintage e Niccolò ne ha una di Oscar Freire, un’edizione limitata della Colnago. Io ha una De Rosa in titanio. Ognuno vorrebbe quella dell’altro. Ma per ora non gliela mollo!