L’ultimo dell’anno, Elisa Balsamo l’ha passato sulla neve di Ponte di Legno. Il 2021 farà fatica a dimenticarlo. Non tanto per come era partito, ma sicuramente per come si è concluso. La vittoria di Leuven ha portato tutto con sé, trascinando via lo stress dell’avvicinamento alle Olimpiadi e quei giorni di tensioni conclusi con la rovinosa caduta nell’Omnium mentre un’egiziana le passava sopra.
Guardare avanti
La voce è squillante, le compagne di squadra e gli amici di sempre le hanno regalato una bellissima festa alla fine di novembre. E soltanto il… contatto sbagliato le ha impedito per precauzione di prendere parte al ritiro di dicembre della Trek-Segafredo.
«Avrò modo di rifarmi a gennaio – dice con una risata la piemontese, in apertura nella foto Trek-Segafredo – ma di sicuro è stato un anno più che positivo, soprattutto nella seconda parte. Non potevo chiedere di più. Certo, forse le Olimpiadi, ma nello sport ci insegnano che alla fine bisogna mandare giù e guardare avanti. E’ stato un anno molto impegnativo, in cui ho imparato tanto anche su me stessa…».
Il Giro e il Tour
La Trek-Segafredo l’avrebbe accolta con una bici nuova e bellissima e con raffiche di scatti fotografici per celebrare l’arrivo della campionessa del mondo, ma è rimasto tutto nel container.
«Della squadra – dice – mi sono fatto una bellissima idea. La prima percezione è quella di un ambiente molto professionale. Però nonostante la grande organizzazione, ho visto molta umanità. Nel modo in cui ci trattano e per come abbiamo parlato dei programmi. Inizierò a Valencia con una corsa a tappe, poi andrò al Nord per tutte le classiche, quindi farò Giro e Tour».
Il tetto del mondo
Sentiamo risuonare le parole di Elisa Longo Borghini prima e di Marta Bastianelli poi. Il ciclismo delle ragazze sta scalando la montagna. La fatica e le rivendicazioni delle ragazze di ieri hanno aperto la porta del WorldTour, del professionismo, della Roubaix e adesso del Tour. Ed Elisa è pronta per marciare nel futuro.
«Condivido le parole di Elisa e di Marta – conferma – stiamo lottando per raggiungere il professionismo a 360 gradi. I cambiamenti stanno arrivando e fa decisamente effetto pensare che correremo il Tour de France. Siamo cresciuti tutti guardandolo in televisione e pensare di partire da Parigi è davvero emozionante…».
Iride e Valcar
Dovrà farlo, come anche Alaphilippe, con la maglia iridata sulle spalle: una compagnia sicuramente squillante e importante, che ha già sperimentato nelle ultime settimane con la Valcar-Travel & Service.
«Non è una maglia semplice – ammette – ma se sei circondata dalle persone giuste, riesci a conviverci bene. La Valcar è stata l’ambiente ideale per questo debutto, la consiglierei a qualsiasi ragazza voglia debuttare nel ciclismo. Per me sono stati una seconda famiglia, in cui sono maturata poco per volta, lavorando bene, crescendo insieme. Parecchie ragazze sono partite verso team WorldTour, perciò vedo due strade. Potrebbero salire anche loro nel WorldTour, oppure diventare una squadra di crescita per le giovani. La categoria under 23 sta per nascere e avere la squadra giusta sarebbe fondamentale».
Natale in famiglia, l’ultimo dell’anno sulla neve. A 23 anni, questa ragazza ha già milioni di storie da raccontare, ma il bello è che mantiene il sorriso e lo sguardo di quando, ancora ragazzina, si affacciava sul grande mondo. E a pensarci bene, al di là dello spunto veloce e della lucidità in gara, sarà proprio questa normalità a portarla lontano.