Van Aert è tornato in gara. Pensando all’oro olimpico

24.05.2024
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Sessantesimo posto a 2’52” dal vincitore Thibau Nys. Inizia così il Tour of Norway di Wout Van Aert, ma quel che è certo è che l’attenzione che il belga della Visma-Lease a Bike ha avuto da parte di addetti ai lavori e pubblico è stata ben superiore a quella del vincitore. Non poteva essere altrimenti dopo oltre due mesi di assenza dalle corse di uno dei “magnifici sei”, uscito con le ossa rotte (in senso letterale) dalla Dwars door Vlaanderen.

La terribile caduta di Van Aert, costatagli fratture a sterno, clavicola e diverse costole (foto team)
La terribile caduta di Van Aert, costatagli fratture a sterno, clavicola e diverse costole (foto team)

Al di là delle vittorie che in casa belga non sono mancate, l’assenza sua (unita a quella di Evenepoel) è pesata e non poco e intorno al suo ritorno alle gare si è creata una grande attesa, per questo un piazzamento di per sé insignificante ha avuto così grande risalto. Lo ammette anche Guy Van den Langenbergh, prestigiosa firma di Het Nieuwsblad.

Quanto si è sentita l’assenza di Wout Van Aert in questi due mesi per il ciclismo belga?

Molto, in realtà era l’unico che sarebbe stato in grado di competere con Van der Poel al Fiandre e alla Roubaix. Senza di lui la meccanica di queste corse è diventata un po’ prevedibile. Era il migliore in quel momento della stagione. Sono convinto, e molti come me, che avrebbe davvero potuto fare la differenza. Con la sua assenza, non c’era nessuno che potesse opporsi a VdP. Quindi sì, ci è mancato molto.

Per la Visma il ritorno del belga è fondamentale, in attesa di notizie più certe su Vingegaard
Per la Visma il ritorno del belga è fondamentale, in attesa di notizie più certe su Vingegaard
Che cosa avrebbe potuto fare Van Aert in questo Giro, che spazi avrebbe avuto?

Difficile da dire. Non ho visto tutte le tappe, ma ovviamente con il suo modo di correre, Wout è sempre in grado di vincere. A volte lo consideriamo un velocista, ma anche se rispetto a specialisti come Milan e Merlier ha qualcosa in meno, ha un treno a sua disposizione di prima qualità e penso che avrebbe avuto le sue occasioni. Sarebbe stato lui il protagonista. Quindi penso che forse avrebbe potuto vincere una o due tappe. È così forte, così versatile che può vincere tappe in ogni Grand Tour. Se è sulla linea di partenza puoi sempre aspettarti che possa alzare le braccia, questo è certo.

La sua bruttissima caduta di marzo che spazio aveva avuto sui media belgi?

Tanto. Nel bel mezzo di quella che chiamiamo Settimana Santa, c’erano tutte le grandi gare in arrivo e si stava preparando il terreno per il Giro delle Fiandre. Si sa quanto sia importante il ciclismo in Belgio: in Italia se guardi la Gazzetta dello Sport, il ciclismo lo trovi in fondo, in Belgio soprattutto in quei giorni era il primo argomento sportivo sui giornali. Lo schianto ovviamente è diventato una notizia molto importante da noi.

Van Aert ha ripreso a correre in Norvegia. Finora ha 12 giorni di gara con 2 vittorie
Van Aert ha ripreso a correre in Norvegia. Finora ha 12 giorni di gara con 2 vittorie
Gli appassionati in Belgio ora a chi sono più legati, a Van Aert o a Evenepoel, si è creata una rivalità fra le tifoserie come avveniva da noi ai tempi di Moser e Saronni?

Beh, non si può paragonare con quel periodo perché in quell’epoca tutti facevano le stesse gare. Wout predilige le classiche su pietre, Remco quelle delle Ardenne e anche nei grandi giri partono con obiettivi e compiti diversi. Quindi difficilmente si incontrano durante le gare. Ognuno ha i suoi fan, questo è certo, ma ci sono molte persone che sono tifose di entrambi i corridori proprio perché non si deve scegliere.

Wout riparte questa settimana dal Giro di Norvegia: a questo punto è la gara olimpica il suo grande obiettivo?

Lo è sempre stato. Anche senza l’incidente e il conseguente cambio di programma. La crono olimpica e la corsa su strada sono due dei suoi obiettivi principali perché è alla ricerca di nuovi traguardi. Ecco perché ha deciso di cambiare la sua pianificazione, fare meno gare in primavera e ancora prima di dedicarsi meno al ciclocross. Avrebbe fatto solo Fiandre e Roubaix, poi sarebbe andato in ritiro in quota per il Giro, ma sempre pensando a Parigi. Dedicando molto spazio per concentrarsi sull’allenamento specifico per la cronometro di Parigi e la corsa su strada. Naturalmente ora le cose sono cambiate.

Intorno al belga c’è sempre una grande pressione mediatica, anche in Norvegia
Intorno al belga c’è sempre una grande pressione mediatica, anche in Norvegia
In che maniera?

Il Norvegia è il primo passo per prepararsi verso Parigi. Non è ancora chiaro se parteciperà al Tour. Io sono abbastanza sicuro che ci sarà, ma nella comunicazione del team si procede per gradi. Ma sì, Parigi resta il suo obiettivo principale. Ora ha una gran fame di vittorie e una medaglia d’oro olimpica è in cima alla sua lista dei desideri. E’ già stato secondo a Tokyo, quindi se sei secondo una volta, vuoi essere il vincitore in quella successiva. Le due gare di Parigi ovviamente sono molto importanti per lui. Nella cronometro dovrà battere Ganna, sarà difficile ma io sono ottimista.

Il percorso di Parigi è adatto alle sue caratteristiche secondo te?

Ci ho parlato, lui dice di sì, gli ricorda un percorso da classiche. Lo conosce bene, ci ha già corso un paio di volte, sembra anche molto simile al tracciato di Glasgow dell’anno scorso. Su quel percorso, lui che ha vinto sprint ma anche corse collinari, può inventare qualcosa. Se è in ottima forma, se la può giocare su ogni tipo di tracciato. Quello di Tokyo è stato un percorso molto duro eppure lui era lì ed è riuscito a chiudere secondo. Se sta bene è tra i favoriti, questo è certo.

Per Van Aert l’avvicinamento ai Giochi potrebbe ora prevedere anche il Tour de France
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Tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei, Van Aert ha 6 medaglie d’argento e 2 di bronzo. Non c’è il rischio che questo sia un peso psicologico, che corra pensando all’ennesima sconfitta?

E’ stato anche tre volte campione del mondo di ciclocross, quindi sa cosa vuol dire vincere. E’ un problema che forse riguarda più noi, la stampa o i tifosi che lui. Non si può negare che sia stato secondo troppe volte, non solo in campionati ma anche nelle classiche. Ma è così forte mentalmente che normalmente non gli importa. Voglio dire, se arriva 2° e ha fatto del suo meglio, allora può sopravvivere. Avrebbe potuto vincere se qualcosa fosse andato un po’ diversamente? Forse, ma non ho mai avuto l’impressione che sia frustrante per lui arrivare al secondo posto, anche se so che vorrà ancora di più vincere. Questo è un dato di fatto. Vuole diventare campione olimpico o campione del mondo o campione europeo. Wout pensa che i Mondiali di quest’anno sono troppo difficili per lui. Ma crede con fermezza che un giorno ci riuscirà, che diventerà campione del mondo o campione europeo. Ogni volta che è sulla linea di partenza, sa che può essere la volta buona. E’ un vero animale da competizione.