BILBAO – «In città non si parla d’altro. Anche a casa», ha detto Mikel Landa riferendosi al Tour de France nei Paesi Baschi. Il fermento c’è. E’ palpabile. Qualcosa del genere lo avevamo visto e vissuto lo scorso anno a Budapest al via del Giro d’Italia. In quell’occasione si parlò di un milione e passa di persone lungo le strade per uscire dalla capitale ungherese per accompagnare la corsa rosa.
Qui, al netto che Bilbao è più piccola di Budapest (350.000 abitanti contro 1,7 milioni), siamo sulla stessa intensità di folla. Lungo la prima tappa si stima ci sia stato un milione di persone. E per San Sebastian hanno varcato il confine anche molti francesi, specie dalla vicina Tolosa.
Bilbao freme
I baschi hanno investito svariati milioni di euro, ma sono consapevoli che ci sarà un ritorno. E queste sono consapevolezze della gente normale.
Per fare un esempio: siamo entrati in una farmacia per acquistare un collirio. Vedendoci col pass al collo, il farmacista ci ha detto di quanto la gente sia contenta del Tour e in qualche modo abbia collaborato (un dato curioso: nei preparativi delle strade e i vari blocchi: sono state rimosse solo 40 auto).
«Un grande movimento in questi giorni. Sono rimasto stupito dalla gente che c’era alla presentazione dei team. E vedrete con Landa e Bilbao che succederà quando ci sarà la corsa», ha detto il farmacista.
Dna ciclistico
Bandiere basche e del Tour insieme su quasi tutti i lampioni della città, non solo in centro. Bilbao ha sfoggiato i suoi pezzi migliori. Il BEC, il Bilbao Exibition Center, per la sala stampa e il quartier generale. Il Museo Guggenheim per la presentazione dei team. Il Paseo del’Arenal per il “Fan Park”, vale a dire l’area Expo. Lo stadio San Mames per la partenza.
Qui il ciclismo è sentito. Ci sono molte corse e tantissimi praticanti. Il tutto con un meteo che non invita certo a pedalare. E anche l’orografia non è da meno. Chi sceglie di andare in bici quindi è ben motivato.
Alla presentazione dei team la gente era tanta, ma quel che ci ha colpito non è stato tanto il numero, quanto la passione e la competenza dei tifosi. Lungo i 1.350 metri che dalla zona dei bus portavano al palco, un percorso che è stato ribattezzato “il cammino delle stelle”, la gente conosceva i nomi di almeno l’80 per cento degli atleti. Se poi erano spagnoli… apriti cielo. E ancora di più se erano baschi. Pello Bilabo, Landa e Fraile i più acclamati.
Festa fino alla fine
E’ stato curioso come la pioggia non abbia poi mandato a casa tanta gente durante la presentazione della squadre. E il perché è presto detto: qui ci convivono con la pioggia. L’ombrello è a portata di mano, altrimenti ci sono i poncho, che distribuivano anche a pois, come la maglia del miglior scalatore della Grande Boucle.
Le ultime squadre a salire sul palco chiaramente sono state la Jumbo-Visma di Vingegaard (e Van Aert) e la UAE Emirates di Pogacar. Le interviste nella mixed zone sono state interminabili per loro. Alle nostre spalle c’erano parecchi tifosi. Quando è passato Tadej hanno fatto una bolgia incredibile.
Ma di fatto la festa era finita. Anche sul palco si erano spenti i microfoni. Sfilato anche Vingegaard, i tifosi erano ancora lì. Non si muovevano perché erano passati 175 dei 176 partenti. Ne mancava uno, trattenuto dalla stampa più di altri, Wout Van Aert. E anche per lui cori, applausi e persino gli auguri per il figlio in arrivo.
“Aupa” Tour!
Anche i negozi non sono da meno. Molte vetrine sono addobbate di giallo, come in Italia quando c’è il Giro che si tingono di rosa.
I volumi sono aumentati, specie per ristoranti, bar e hotel. Spiuk, nel suo store in centro, ha praticamente svuotato il magazzino! «La maglia commemorativa è andata a ruba e gli sconti del 30 per cento hanno fatto il resto», ci hanno detto Miriam Galdames e Julen Martinez Gomez.
Altra cosa che abbiamo notato è stato il grande viavai di gruppi ciclistici, molti dei quali americani. Tour operator che seguono la corsa e che portano alla scoperta del percorso e dei luoghi che batte il Tour. Per tutti questi ciclisti non è mancato un “Aupa”, una sorta di saluto di incoraggiamento. E Aupa Tour ha aperto ufficialmente la Grande Boucle 2023.
La palla in qualche modo passa a Firenze e all’Italia. Le Grand Depart 2024 tocca a noi. Sappiamo che si sta già lavorando sodo. Sarà una grande festa anche a “casa di Gino Bartali”, come ha detto il direttore del Tour, Christian Prudhomme.