Stavolta il maestro è Ballan: lezione sui ventagli

28.01.2021
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Da un passista ad un altro. Dalla doppia fila ai ventagli. Qualche giorno fa con Mario Scirea avevamo parlato della doppia fila, stavolta con Alessandro Ballan parliamo dei ventagli, altra “figura” splendida del gruppo. Forse la più difficile ed accattivante da mettere in atto. E anche divertente da vedere.

Servono gambe, esperienza e in certe situazioni anche un po’ di coraggio, come vedremo. Un argomento intrigante che, come lo gettiamo sul tavolo della discussione fa accendere l’iridato di Varese 2008.

Alessandro Ballan in azione nel vento
Ballan in azione nel vento
Alessandro, parliamo di ventagli…

Una mia qualità – così la chiama Alessandro – che poche volte ho mancato in carriera. Quando se ne apriva uno, Ballan c’era!

E come si apre un ventaglio?

Prima di tutto devono esserci le condizioni giuste, a partire da un buon vento, diciamo dai 30 chilometri orari in su. E il vento deve essere laterale o comunque né perfettamente “in faccia”, né a favore. Oggi le squadre mandano avanti delle auto per conoscere le condizioni del percorso e quindi tramite la radio i corridori sanno cosa li attende. Per questo già molti chilometri prima in gruppo inizia la bagarre per stare davanti. C’è nervosismo, ci sono cadute.

Ci si prepara insomma. E poi?

Se il vento per esempio arriva da sinistra chi decide di aprire il ventaglio accelera forte e si sposta sulla sinistra e protegge gli altri corridori che si mettono a fianco più o meno a metà bici.

La tipica posizione del gruppo spezzato in ventagli
Il gruppo spezzato in ventagli
Quanti ne protegge?

Dipende dalla larghezza della strada e da quel che vuol fare: se portare un attacco o se proseguire regolari. Se vuol attaccare cerca di portare più corridori possibili sul bordo della strada, di lasciarli scoperti. E quindi si sposta più verso il centro della carreggiata. A quel punto dietro chi è furbo e ha gamba deve aprirne subito un altro e restare a tiro. Se c’è un attacco di squadra, per esempio, quel team lascerà lo spazio per sette, otto corridori. E’ essenziale scegliere la ruota del corridore giusto.

Uno che nel vento ci sa fare o che ha una squadra che lavora per lui…

Io in queste situazioni cercavo Boonen, Cancellara… sapevo che gente così non restava fuori. Servono forza e astuzia. E poi tutti devono collaborare nel ventaglio. Per due motivi. Primo: non girando rischi di restare a bordo strada o scivolare dietro. Secondo: se si accorgono che fai il furbo magari attaccano ancora. Quando si apre un ventaglio di solito è perché c’è un attacco. Nella testa del corridore c’è di prendere vantaggio e di arrivare il più possibile vicini al traguardo. Poi da lì si vedrà. Posso dire che sono pochi quelli che fanno i furbi nei ventagli.

Nella carriera di Ballan c’è un ricordo particolare legato ai ventagli?

Qatar 2010, era la mia prima volta da quelle parti nonché la prima gara della stagione. Al via c’era un vento contrario assurdo. Andò via una fuga di cinque corridori che dopo 15 chilometri aveva 24′ di vantaggio! Noi dietro andavamo a 14 all’ora, davanti forse a 25. Ad un certo punto c’era una curva a destra e sapevamo che sarebbe cambiato tutto, che si sarebbe rotto il gruppo con quel vento e iniziò la bagarre per stare davanti. Io cercai subito Cancellara, lo presi ma non eravamo in ottima posizione. E così accadde che il gruppo si spezzò, restammo dietro. Fabian fece una progressione assurda, ma poi saltò. Mi ritrovai a 20-30 metri dal primo ventaglio. Feci una fatica immane per chiuderli. Ma ce la feci. Lì davanti eravamo undici passistoni, c’era Boonen, Burghardt… In un attimo la fuga tornò a 5′.

Ventagli nel Qatar 2017: la sabbia è un ostacolo ulteriore
Ventagli nel Qatar: la sabbia è un ostacolo ulteriore
Una super azione…

Non è finita. Perché ad un tratto il percorso girò ancora e il vento divenne a favore. E la velocità schizzò in alto. Boonen diede una sgasata impressionante. Io andai per buttare giù l’11 ma già era in canna. Allora pensai: forse sto col 39. Invece no, c’era il 53! Controllai il computerino… andavamo a 80 all’ora. Giravo a vuoto i pedali. Tom poi ne diede un’altra e toccammo gli 83 in pianura! Non lo dimenticherò mai.

E la fuga?

Non ricordo chi vinse ma uno di loro arrivò con un minuto, bravissimo. Gli altri quattro li riprendemmo. Sono situazioni anche stressanti comunque: vai fortissimo, sfiori i guard rail, tiri su lo sporco, sei al limite, sei attaccato agli altri, non è facile bere…

Vero, anche alimentarsi è difficile…

Una volta all’ultima tappa di un De Panne, c’era vento ed ero rimasto davanti. Ma stavo andando in crisi di fame, la tappa era lunghissima. Un ds americano, poco esperto, mi chiama alla radio: vieni a mangiare, mi diceva. Io gli rispondevo che non si poteva. E lui insisteva. Alla fine all’ingresso di un paesino, pensando fosse più coperto, mi lascio convincere e vado all’ammiraglia. Appena escono dal caseggiato riaprono il gas… e io resto solo. Al traguardo ero furioso, ma questo ci dice quanto è importante non scivolare indietro con i ventagli.

C’è una cadenza migliore da tenere in queste situazioni?

Dipende dal corridore. In quei momenti spingi e basta. Semmai andare agili ti serve prima per risparmiare qualcosa, per mettere “in tasca quella moneta”, che ti servirà dopo appunto.

Mondiali Doha 2016 sempre in Qatar, dietro i corridori sul ciglio della strada
Mondiali Doha sempre in Qatar, dietro i corridori sul ciglio della strada
Ci si allena per i ventagli?

No, almeno ai miei tempi. Io andavo bene perché ero portato, ma di fatto i primi ventagli li ho visti e imparati da professionista. Da dilettante in Veneto non capitava mai, forse qualche volta quando si correva nel veneziano, ma era poca cosa. Non è come per belgi e olandesi che ce l’hanno nel Dna.

Però la Deceuninck-Quick Step al Giro, nella tappa di Brindisi, ha aperto i ventagli senza troppi specialisti. Insomma senza la “cavalleria pesante da Nord”…

In quel caso conta molto la motivazione. Il primo che apre il ventaglio si sacrifica, fa una volata vera e propria e mette gli altri in fila indiana. Poi di sicuro loro hanno anche una grande gestione di squadra e avranno avuto dei tecnici che precedevano la corsa che hanno informato al dettaglio corridori e ammiraglia.