Radi: «Bernal potrà tornare al top. Ma la strada sarà lunga»

02.02.2022
5 min
Salva

Da appassionati di ciclismo, siamo tutti col fiato sospeso per quel che sarà l’esito di Egan Bernal. Il terribile incidente capitato al re del Giro 2021 sul finire di gennaio pone delle serie questioni sul suo futuro da atleta e forse non solo.

Ce la farà a recuperare? E come? Quali sono i problemi maggiori?

Dalla Colombia sono giunte notizie davvero inquietanti. Il quadro clinico che è stato reso noto recitava: trauma al pneumotorace, lussofrattura delle vertebre T5 e T6 con ernia discale traumatica, frattura del secondo metacarpo della mano destra, fratture alla bocca e fratture di varie costole.
Bernal, oltre ad essere stato in terapia intensiva ed aver rischiato di restare paraplegico al 95%, ha subìto quattro operazioni principali: un’intervento maxillo-facciale per la bocca, la stabilizzazione di sei vertebre (da T3 a T8), osteosintesi del metacarpo e l’intervento al polmone. E un altro dovrà affrontarlo nelle prossime ore, a livello della colonna cervicale. Insomma non è poco.

Noi vogliamo capirne di più con l’aiuto di un medico, di un fisioterapista, osteopata, chiropratico, chinesiologo quale Maurizio Radi, titolare di un importante centro riabilitativo e di preparazione, il Fisioradi Medical Center a Pesaro.

Maurizio Radi, titolare di Fisioradi Medical Center
Maurizio Radi, titolare di Fisioradi Medical Center
Maurizio, la prima domanda è quella che tutti si pongono: riuscirà Bernal a tornare quello di prima o quantomeno a tornare alla sua normalità di uomo?

Con un atleta di questo calibro si dà quasi per scontato che possa recuperare totalmente, quindi ci si chiede se tornerà il corridore. Premetto che, per fare delle considerazioni precise bisognerebbe conoscere a fondo il suo quadro clinico. E che tipo di interventi ha subìto, soprattutto per quanto riguarda la rotula e le vertebre.

Sì è detto che ha rischiato di restare paraplegico…

È un qualcosa che può starci, quando si danneggiano tante vertebre. Se il trauma ha riguardato un tratto di vertebre specifico, un eventuale schiacciamento midollare può essere così importante da impedire poi il movimento. In situazioni così difficili si fanno tutte le considerazioni del caso. Però se questo è stato scongiurato già è un bel passo avanti. Dobbiamo pensare che l’atleta ha un’altra mentalità, un altro spirito.

Questo è vero…

L’atleta ragiona già per ritornare ad essere un corridore, non solo a stare bene. Di certo ce la metterà tutta. Vorrà tornare il prima possibile. Questa è la sua forza e al tempo stesso la gara a tappe più dura da vincere. In passato ci sono stati casi simili. Anche di Pantani si diceva che dopo l’incidente della Milano-Torino non potesse più tornare quello di prima.

Bernal a terra in seguito all’incidente avuto con l’autobus fermo. Era in sella alla bici da crono (foto Twitter)
Bernal a terra in seguito all’incidente avuto con l’autobus fermo. Era in sella alla bici da crono (foto Twitter)
Però abbiamo visto che il ciclismo è cambiato molto da allora. Tutto è più estremizzato. Froome per esempio sembra non essere più quello di una volta…

Vero, però Froome quando ha avuto il suo incidente già era in una “fase discendente” della sua carriera. Era più in là con gli anni. E dobbiamo considerare che fin quando ha vinto non ha mai avuto infortuni importanti in precedenza, tutto era filato liscio per lui. Altra considerazione da fare è che quando è rientrato si è ritrovato con dei bei “corridorini” sulla sua strada.

Quale dei suoi interventi ti preoccupa di più?

Come ho già detto, senza un quadro clinico preciso è difficile da poter dire, ma di primo acchitto potrei rispondere le vertebre. Lui ha rotto le T3 e T8 e nel contesto sono forse le meno peggio. E poi, lussazione e frattura: è qui che Bernal ha rischiato di restare paralizzato. In più, se ben ricordo, Bernal già soffriva di mal di schiena. Guardiamo Van der Poel: sembrava tutto passato, poi appena ha ripreso a correre è rimbalzato.

In tanti invece hanno puntato il dito sulla rotula, perché?

La rotula è un punto cardine del ginocchio, ma direi proprio di tutta la pedalata. Dobbiamo vedere se è una frattura composta o no ed eventualmente com’è andato l’intervento. Se pensiamo alla pedalata, la rotula è la parte biomeccanica più importante. Quando si spinge tutta la forza passa da lì. Se pensiamo che il quadricipite arriva fin sulla rotula e sulla tuberosità tibiale, questa fa da articolazione appunto fra tibia e femore. E quello è un punto dove si scarica molta energia.

La parte delle vertebre toraciche interessate nell’incidente di Bernal
La parte delle vertebre toraciche interessate nell’incidente di Bernal
E il resto dal pneumotorace all’intervento maxillofacciale?

Il pneumotorace mi preoccupa meno. In generale dà meno noia. Sì, è grave ma un atleta come lui lo recupera bene. La frattura del malleolo la supera e quella maxillofacciale è una bella rottura di scatole per lui. Per un mese non potrà mangiare.

Quindi più o meno quando potremmo rivedere Bernal? Questa stagione è andata?

Credo che il 2022 gli servirà per ritrovarsi. Magari, verso ottobre potremmo vederlo in sella se tutto dovesse filare liscio. E, perché no, anche in qualche gara visto che ormai si corre fino a fine ottobre, anche se sarà difficile e di certo non mi aspetto che vinca. Certi atleti sanno tirare fuori anche quello che non ti aspetti e loro stessi non si aspettano.

Ma potenzialmente Bernal può tornare al 100%?

Domanda da un milione di dollari! Come ho già detto mentalmente può farcela e sono certo che darà il massimo. Bisognerebbe sapere cosa ha avuto nel dettaglio, ma stando alle informazioni che abbiamo direi di sì: potenzialmente potrebbe tornare quello che era. Il mio dubbio principale riguarda le vertebre. Però è anche vero che Bernal ha il vantaggio di essere un ciclista. Fosse stato un podista o un calciatore sarebbe stata più complicata. Di certo ci sarà molto da lavorare: il suo recupero riguarderà molti professionisti sanitari, da medici specialisti, neurochirurghi, ortopedici, medici dello sport, per poi passare nelle mani di fisioterapisti, biomeccanici, preparatori, osteopati, psicologi… Sarà una bella sfida medica e anche molto interessante.