Davvero una strana storia quella di Bernal, degli spessori sotto la scarpa destra e della sua schiena, che di colpo all’ultimo Tour ha iniziato a fargli male. Si è ritirato alla 17ª tappa, ha lasciato che il dolore passasse, poi lo hanno portato in Germania dallo stesso biomeccanico che si occupava di Froome. Sembrerebbe tutto risolto, ma della sua schiena si continua a parlare. Perciò siamo andati un po’ a ritroso nella sua storia, cominciando dalle parole di Paolo Alberati, mentre studiavamo insieme proprio il profilo Strava del colombiano per capire in che modo si stesse allenando per il Giro. Però intanto guardate la foto di apertura e il dettaglio a seguire: visto che spessore?
«Circa la sua schiena – le parole di Alberati – m’è venuto un ricordo. Anzi, è venuto a Giovanni Stefanìa che al passaggio da junior a professionista, si accorse di un problemino di postura e gli mise uno spessorino sotto la scarpa. Non vorrei che glielo avessero tolto e da lì sia partito il mal di schiena. Sarebbe strano, perché una volta che hai un atleta in equilibrio, non ha senso rimetterlo in ballo. Ma se fosse successo questo, la cura è stata rimetterci quello spessore…».
Il primo spessore
Insomma, la cosa si fa interessante. Perciò la prima cosa da fare è sentire Giovanni Stefanìa, toscanissimo di genitori pugliesi, biomeccanico molto bravo e collaboratore fra gli altri di Bartoli nel centro di Lunata. Ragione per cui, nel periodo in cui Michele seguì la preparazione di Bernal, anche a Giovanni capitò di averci a che fare.
«Gli feci una visita posturale – ricorda – e confermo che gli misi uno spessorino. Tra noi biomeccanici, chi ricorre a certe soluzioni è un… delinquente (sorride, ndr). In Toscana si dice che gli spessori si mettono sotto ai piedi del tavolo, quando dondola. Si mette solo se c’è una dismetria vera, che magari si verifica per infortuni. Egan aveva un problema di questo tipo e come prima cosa gli diedi da fare degli esercizi posturali, i cui effetti ovviamente vanno verificati nel tempo. Lo spessorino che misi sarà stato di 2-3 millimetri con cui andò a posto. Ricordo che quando vinse il Tour si continuò a sentirlo e non ha avuto alcun problema. Da quel che ho capito il dolore è venuto fuori dopo, nell’inverno successivo. Si sarà davvero allenato troppo? Il corpo fino a 25 anni cresce, carichi di lavoro troppo pesanti non gli fanno bene. Spero però che quello spessore non sia stato tolto. I corridori che stanno comodi non vanno toccati. Mi viene in mente quando provarono a raddrizzare Sagan e ottennero il solo risultato che non andava più avanti».
Sesta tappa del Tour 2020, le cose vanno ancora bene, la schiena è a posto Lo stessore è sottile e sembra addirittura un tacchetto parziale
Un messaggio da Genova
A questo punto, invitiamo nel discorso un nostro affezionato lettore: Davide Podestà di Genova. Ex corridore, laurea in Scienze Motorie, massaggiatore… Uno molto attento, insomma. Che nel leggere i nostri pezzi dalla Strade Bianche, un giorno mandò una foto mettendo in evidenza lo scarpino destro di Bernal. «C’è uno spessore lì sotto – scrisse nel messaggio – sarebbe curioso sapere se Bernal ha risolto così».
In realtà lo spessore c’è e non è così sottile. Dalla squadra non dicono molto sul precedente, ma quello messo ora è alto quasi un centimetro. La domanda semmai è come mai la dismetria fra le gambe di Bernal, che inizialmente non sembrava così marcata, ora sarebbe arrivata a 17 millimetri, come detto lo scorso anno dal bollettino della squadra?
Ancora l’ultimo Tour, ma in salita sono già iniziati i problemi La schiena inizia già a dare problemi: Egan si ritira dopo la 16ª tappa
Ancora l’ultimo Tour, ma in salita sono già iniziati i problemi La schiena inizia già a dare problemi: Egan si ritira dopo la 16ª tappa
Il caso Pantani
Ci rifacciamo di passaggio a un caso ben noto che riguarda un altro vincitore di Tour, che in realtà il Tour lo vinse dopo il terribile incidente per il quale la sua gamba sinistra rimase più corta della destra di 8 millimetri: Marco Pantani. La sua rieducazione fu seguita da Fabrizio Borra, lo stesso che di recente ha realizzato il tutore per il polso di Nibali. Parlando di altre rieducazioni, qualche settimana fa ci raccontò nuovamente del lavoro in acqua fatto con Marco per dare al corpo i necessari equilibri e sottolineò che non si raggiunse la perfezione soltanto perché la gamba era rimasta più corta.
«Avevamo studiato diverse soluzioni – ricorda – ma alla fine lavorando di frequente sulle capacità di compenso del corpo, non utilizzammo nessun spessore. Il mio lavoro quando andavo a seguirlo alle gare era proprio su gestire queste cose…».
Non c’è una regola
A questo punto però cresce la curiosità sulla gamba di Bernal e sul perché si sia deciso di aumentare l’altezza dello spessore.
«Quei 17 millimetri sono tanti – dice ancora Borra – e non c’è una regola ben precisa… L’errore che fanno tanti è mettere spessori senza però valutare bene le capacità di compenso del corpo. Prima si lavora sul potenziale massimo di adattamento fisiologico e poi si vede quanto manca. In questi casi è fondamentale che il Posturologo, l’Osteopata ed il Biomeccanico lavorino tutti insieme sulle risposte dell’atleta».
Primo anno da professionista, 2017, maglia Androni e pedali Look Sotto lo scarpino destro, lo spessore inserito da Stefanìa Debutto inatteso al Tour 2018, correrà in appoggio di Thomas e Froome Al suo primo Tour, nel 2018, ha ancora lo spessorino di Stefanìa Criterium di Saitama, 2019: in apparenza non ci sono spessori Anche la vista ravvicinata sembra mostrare la sola tacchetta per lo sgancio rapido
Primo anno da professionista, 2017, maglia Androni e pedali Look Sotto lo scarpino destro, lo spessore inserito da Stefanìa Debutto inatteso al Tour 2018, correrà in appoggio di Thomas e Froome Al suo primo Tour, nel 2018, ha ancora lo spessorino di Stefanìa Criterium di Saitama, 2019: in apparenza non ci sono spessori Anche la vista ravvicinata sembra mostrare la sola tacchetta per lo sgancio rapido
Non esageriamo
Mentre il prossimo step sarà cercare di capire che tipo di lavoro ci sia stato prima di quello spessore così alto, cioè se Bernal stia anche seguendo un programma di lavoro posturale che permetta al suo corpo di convivere con quella grave asimmetria, da altre informazioni raccolte risalta che l’uso dello spessore non sia la soluzione finale. E soprattutto che non si va mai a correggere l’intera differenza. Se si parla di 17 millimetri, visto che nel ciclismo la gamba non arriva mai a completa distensione e si può contare anche sul gioco della caviglia, lo spessore può essere ben inferiore (come i 3-4 millimetri di partenza) dato che la differenza sarà spalmata su tutta la lunghezza della gamba.
«Quei pochi millimetri – dice Paolo Alberati – sono un “segnale” per la struttura biomeccanica dell’atleta e servono a compensare anche differenze maggiori. Esperienza e scienza dicono questo».
Equilibrio a rischio
Come dire, facendo la somma delle voci raccolte e dei cambiamenti, che andare a compensare così tanto a 24 anni con degli spessori, dopo che per tutto questo tempo l’atleta ha costruito equilibri e compensazioni, potrebbe mandare in confusione la sua biomeccanica.
Nel 2017 ha usato lo spessore di Stefanìa, idem nel 2018. L’anno dopo, il 2019, senza spessore. Nel 2020 con un piccolo spessore, che sembra un cuneo. Nel 2021 con uno spessore molto alto. Avrà davvero risolto così, come ha chiesto Podestà?
Egan ha lavorato tanto sottoponendosi nuovamente a carichi importanti, come vi abbiamo raccontato. Durante il Giro, il confronto con gli avversari fornirà tutte le risposte. Noi a questo punto seguiremo il suo percorso con un motivo di attenzione in più.