Nella lunga confessione di Caruso sul pullman per Santander, alcune parole sono rimaste lì nella testa, a ronzare. Il siciliano ha… rivalutato il lockdown del 2020: «Pensavo che alla mia età i lunghi stop fossero deleteri, invece nel periodo dopo la sosta il mio livello si è alzato. Quel lockdown, pur forzato, mi ha fatto bene. Perciò ora voglio impormene uno da me». Se è legittimo presupporre che i suoi grandi risultati siano scaturiti anche da quel forzato stop, siamo sicuri che fa bene a riproporlo?
Nel 2021 Caruso ha compiuto ben 66 giorni di gara, che aumenteranno progressivamente con l’avvicinarsi della Vuelta al suo termine. Una cifra notevole, considerando che il limite stabilito dall’Uci è 85. Ha esordito il 21 febbraio negli Emirati Arabi, disputando le altre gare tra Italia, Svizzera e Spagna, senza dimenticare la gara olimpica in Giappone.
Andando a cercare negli archivi, abbiamo ritrovato dichiarazioni di un vecchio volpone del ciclismo come Guido Bontempi, che sosteneva la necessità per un corridore anziano di aumentare il lavoro per essere brillante, quindi evitando lunghe soste. Il bresciano, vincitore in carriera di ben 70 corse tra cui 25 tappe di grandi Giri e due Gand-Wevelgem, è ancora convinto delle sue idee.
«Il metabolismo del recupero di un corridore cambia con il tempo – spiega Bontempi, oggi regolatore in motocicletta per le corse della Rcs – dopo i 30 anni il recupero non è più veloce come prima, quindi serve un allenamento costante. Diciamo che più gli anni passano, più la sosta invernale deve essere abbreviata e parlo anche per esperienza personale».
Tu come ti regolavi?
Io solitamente finivo la stagione con le ultime gare di ottobre, facevo una Sei Giorni a novembre, poi riprendevo gradatamente tra dicembre e gennaio per gareggiare già a febbraio in un’altra Sei Giorni ed arrivare al ritiro prestagionale già con un minimo di condizione per sostenere certe andature.
E’ una questione anche di tenuta della condizione fisica?
Certo, ma non è detto che il corridore più anziano sia sempre penalizzato. Mi spiego meglio: a 25 anni il picco di forma lo raggiungi più velocemente che oltre i 30 anni, ma lo perdi anche più rapidamente, mentre con l’esperienza impiegherai sicuramente più tempo per costruire la miglior condizione, ma questa durerà di più.
Caruso parlava di ripetere un lockdown personale, staccando completamente la spina per un periodo lungo: fa bene?
Dipende dai programmi della squadra per il prossimo anno. Se punta al Giro d’Italia, come è presumibile, e la Bahrain Victorious gli dà tempo per raggiungere la miglior condizione non mettendogli fretta di esordire, allora può prendersi anche un lungo stop, un “lockdown” per ricaricare le batterie, ma significa che dovrebbe evitare le competizioni almeno fino alla Milano-Sanremo. Da marzo avrebbe tutto il tempo per trovare la necessaria brillantezza per la corsa rosa.
Il siciliano ha detto che dovranno decidere il programma in base al percorso del Giro…
Parliamoci chiaro: possono cambiare le località, ma le caratteristiche generali del Giro d’Italia restano sempre quelle. Sai che avrai a che fare con una settimana almeno di grandi salite nel Nord Italia e che ti troverai qualche tappa aspra anche sugli Appennini e nel Centro-Sud. A ben guardare, alla fine i numeri relativi a chilometraggi, salite, pendenze cambiano poco, quindi si può già programmare il 2022 in funzione della corsa rosa.