Tourmalet, ci siamo: per Remco primo test sulle salite lunghe

08.09.2023
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«Le montagne molto lunghe sono ancora un punto interrogativo. Penso che la settimana scorsa ho dimostrato di andare bene nelle salite di 30 minuti. Il prossimo test sarà su salite di 45 minuti-un’ora. Rimane la domanda su come risponderò quando le montagne saranno una dietro l’altra. Non resta che aspettare e vedere…». Così Remco Evenepoel nel giorno di riposo ha messo le mani avanti e mostrato un timore neanche troppo velato su tappe come quella che affronteranno oggi che vedono l’arrivo posto su ascese mitiche come il Tourmalet

Una Vuelta in bacheca nessuno gliela può toccare e basterebbe quella per spazzare via ogni dubbio. La corazzata Jumbo e quei 5 minuti di buco sullo scatto di Roglic però, hanno fatto scricchiolare quella figura inscalfibile e granitica che Remco si è costruito. E’ vero non resta che vedere, ma con Pino Toni, preparatore della Bardiani, abbiamo provato ad analizzare alcuni scenari possibili. 

E’ vero che quest’anno non si è ancora misurato su salite di questo tipo in un grande Giro. Ma un corridore come Evenepoel può avere timore di queste famigerate salite lunghe?

Sicuramente le farà forte, sopra quella che è la media normale dei professionisti, lo può fare tranquillamente. Il problema è vedere come la faranno gli altri. Purtroppo abbiamo a che fare con una squadra come la Jumbo. Basta pensare a Kuss, una persona abituata a tirarle quelle salite lì, figuriamoci se sta a ruota. Se fosse un “uno contro uno“ secondo me Remco, potrebbe anche non averne paura.

Lunedì ha detto: «Ho avuto 5 minuti in cui non riuscivo a fare velocità, nel momento in cui Roglic ha attaccato». Può essere stato un segnale d’allarme che lo ha preoccupato?

Nell’economia di una giornata ci sta non avere lo spunto per chiudere una situazione di quel tipo. Se si va a vedere, ha perso la ruota e avrebbe dovuto fare 30 watt in più per riuscire a chiudere e rimettersi dietro. Consideriamo che Remco ha finito solo un grande Giro nella sua carriera e l’ha vinto. Quindi ancora deve dimostrare tanto. E’ un 2000, ricordiamocelo. Il suo problema è la robustezza, quella della Jumbo. 

Come si sarà preparato a giornate come quella di oggi? Si possono simulare salite così lunghe a ritmo gara in allenamento?

Si possono simulare. Un allenatore con la bicicletta elettrica o con lo scooter sta davanti e si fanno i vari cambi di ritmo. Il problema è includere tutte le variabili che ha una corsa. In allenamento si è tranquilli, ci si gestisce, mentre in gara in una tappa come quella del Tourmalet ci sono due GPM importanti prima. Quindi, ci si può avvicinare come intensità nella singola ora della salita però tutto il resto è impensabile replicarlo. Penso che ci abbia lavorato tanto,  perché sapeva di che morte doveva morire al Giro con Roglic e Thomas. 

Evenepoel ha parlato dei suoi dubbi sulle salite lunghe durante la conferenza stampa del giorno di riposo
Evenepoel ha parlato dei suoi dubbi sulle salite lunghe durante la conferenza stampa del giorno di riposo
Remco si è dimostrato rassicurato in parte, dicendo che al mondiale a cronometro lo sforzo è durato 55 minuti e ha espresso un’ottima potenza. E’ paragonabile a uno sforzo di una salita da un’ora?

No. In una crono non vai a raschiare il fondo delle energie come magari può capitare al termine di una tappa come quella del Tourmalet. Adesso si prende e si parte, si fa un conteggio delle medie e dell’intensità e ti dicono quanti carboidrati stai consumando. In una tappa pirenaica vai molto vicino alla tua riserva. Diventa molto importante come verrà gestita la sua alimentazione. In una crono per fare un esempio si va a 450 watt per un’ora. Vieni però solo da un riscaldamento. In una tappa di montagna hai le 3/4 ore prima che non sai come te le hanno fatte fare. Quindi è un paragone che non fila. Se lo vogliono mettere in difficoltà, devono andare ad attaccargli le sue riserve e quindi devono andare forte fin da subito. Hanno la squadra per poterlo fare. Secondo me, un ragazzo così giovane come è Remco, non è ancora così economico come può essere un Roglic o un Vingegaard. 

Probabilmente ha anche provato meno fuori giri rispetto agli altri nei grandi Giri…

Gli altri hanno delle storie completamente diverse. Roglic prima di fare il capitano è andato alle corse a tappe e ha tirato per i compagni, Vingegaard uguale. Non parliamo di Kuss. Remco invece ha sempre fatto il capitano. Deve maturare, deve diventare quel diesel che serve in una Vuelta o Giro che sia. Sicuramente si aiuta, vedo che fa tutto, perché per esempio è uno di quelli che pubblicizza tanto l’utilizzo dei chetoni. Queste sono tutte accortezze che ti permettono di risparmiare quel pochino per poi avere più energia nel finale. Prendere il chetone alla fine della corsa, prima della partenza e non so se lo prende anche la notte per recuperare meglio. E’ uno che sicuramente cura ogni dettaglio per essere il più economico possibile. 

Evenepoel deve resistere alla corazzata Jumbo e pensare a come attaccarla
Evenepoel deve resistere alla corazzata Jumbo e pensare a come attaccarla
Lavorare su questo aspetto sarà quindi la chiave per migliorare?

Secondo me sì. Sia per l’età, sia per la sua storia ciclistica. Soltanto il fatto che venga dal calcio, dimostra chiaramente che è uno molto più esplosivo, molto forte, però non ha ancora ottimizzato i suoi consumi. Ci sta lavorando e i suoi timori possono essere anche ben riposti e fa bene ad averli. Però fondamentalmente a questa Vuelta il suo problema è che ne ha tre della stessa squadra da affrontare.

Sfatare questo timore attaccando in prima persona rappresenta una cosa impensabile…

Assolutamente sì. La Jumbo è una di quelle squadre che una salita come il Tourmalet la farà per tutti i suoi 55 minuti ad un ritmo infernale. Scattare sarebbe un suicidio a mio avviso, soprattuto alla fine della seconda settimana. Deve evitare fuori giri e cercare di salvare la pelle su un terreno su cui non si sente sicuro. Poi magari potrà e dovrà sfruttare le sue doti in salite più esplosive e corte per rosicchiare secondi.