Trek Madone SLR7, mamma mia quanto spinge

31.01.2023
6 min
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Il test della nuova Trek Madone SLR7

«La Trek Madone precedente era un po’ per tutti. Questa è una vera bici aerodinamica da corridore e pensata per chi vuole spingere, sentire la bicicletta ed essere veloce quando c’è da scattare, fare uno sprint, rientrare sulla fuga a gas aperto e tirare a vento in faccia».

Apriamo il racconto del test della nuova Madone di settima generazione con questo virgolettato di Jacopo Mosca, che dal momento della consegna non ha più mollato la nuova versione della bicicletta.

Imponente e muscolosa, unica, con l’IsoFlow che oltre ad essere una nuova soluzione, pone anche un solco netto tra le bici “normali” e quelle aerodinamiche da agonista e senza mezze misure. E poi abbiamo raccolto le considerazioni di tre corridori molto differenti tra loro: Giulio Ciccone, Juanpe Lopez e Quinn Simmons.

La nuova Trek Madone, senza dubbio aggressiva e corsaiola
La nuova Trek Madone, senza dubbio aggressiva e corsaiola

GIULIO CICCONE: «Io uso sia la Emonda come prima bici per un 70% e poi la Madone che è quella più aerodinamica e più adatta per le tappe di pianura dei grandi Giri. Quest’ultima è velocissima. E’ stata lanciata al Tour de France e proprio lì ho iniziato ad usarla. La prima impressione, quando monti in sella è quella di sentire la bici che scappa via. Offre degli enormi vantaggi nelle fasi di rilancio, ad esempio all’uscita delle curve. E si sente come agevola il mantenimento di un’alta velocità senza grosse resistenze».

JUANPE LOPEZ: «La nuova Trek Madone è velocissima. L’ho usata la prima volta alla Vuelta Burgos. Mi piace. Rispetto alla precedente è più veloce e più sfruttabile anche su salite inferiori ai 15 minuti. Il peso entro quel limite non è un problema. Quando devo affrontare dislivelli importanti scelgo la Madone. E’ utile anche nelle corse mosse, perché forse, fra le bici aerodinamiche del gruppo è la più maneggevole e leggera.

QUINN SIMMONS: «Uso due modelli di bici Trek, la nuova Madone e la Emonda, direi che ora sono probabilmente 50 e 50. Prima ero quasi sempre sulla Emonda, ma ora con la nuova Madone, un po’ più leggera e un po’ più veloce, considero fifty-fifty. Ti fa sentire sempre veloce e ti permette di tenere un’ottima impostazione in sella, favorevole all’aerodinamica».

Quinn Simmons all’ultimo Tour con la nuova Madone
Quinn Simmons all’ultimo Tour con la nuova Madone

Madone SLR7 in test

Il telaio e la forcella sono quelli costruiti con il carbonio OCLV800, ultimo sviluppo del composito Trek. Il cockpit è quello di nuova generazione, più stretto sopra e con un flare (ovvero una sorta di svasatura) che lo porta ad essere largo nella sezione bassa. Quello usato sulla bici test ha un appoggio superiore, in pari ai comandi del cambio pari a 39 centimetri, mentre le estremità basse sono aperte a 42.

C’è la trasmissione Shimano Ultegra Di2 (52-36 e 11-30) con le ruote Bontrager Aeolus Pro51. Il cerchio è full carbon con il canale interno da 21 millimetri e le gomme sono le R3 da 25, sempre Bontrager e in versione copertoncino.

La sella è corta con i rails in acciaio. Il valore alla bilancia, rilevato e senza pedali è di 8,12 chilogrammi per un prezzo di listino di 10.999 euro.

IsoFlow, stabilità da primato

Le versione più anziana della Madone SLR aveva l’IsoSpeed, ovvero il dissipatore che permetteva alla bicicletta di essere più confortevole della media delle bici aero, ma anche di garantire stabilità e trazione ottimali su fondi sconnessi. Qui invece abbiamo una bici che sfrutta la zona del nodo sella, il piantone ed i foderi obliqui per aumentare l’efficienza aerodinamica, sacrificando in parte il comfort, ma non la stabilità.

Anzi, la nuova Trek Madone ha una stabilità da primato e una reattività del tutto accostabile ad una bicicletta molto più leggera. L’Iso Flow non prevede nessun inserimento meccanico smorzante.

Reggisella diverso…

Il profilato che parte dall’orizzontale e sostiene la sella non è poi così diverso dal passato, con il reggisella vero e proprio che si innesta nel telaio. Efficiente il sistema che permette di variare l’angolazione della sella, senza che questa venga sganciata dal fermo.

Cambia la modalità di serraggio e dal lato pratico cambia anche la performance di questa parte del telaio, proprio perché non c’è più l’IsoSpeed e per via di quella tubazioni che formano una sorta di traliccio. La bici è rigida e si sente.

Il cockpit un esempio di funzionalità e comfort
Il cockpit un esempio di funzionalità e comfort

Tubeless da 28, tanta roba

A nostro parere è la configurazione migliore, considerando una ruota medio-alta. Un buon tubeless da 28, gonfiato nel modo corretto permette di non disperdere nulla quando la strada sale, essere scorrevoli e attaccati al terreno quando si spinge nei tratti pianeggianti e di andare alla corda in discesa, piegando senza paura. E anche il comfort ne guadagna in differenti contesti stradali.