Mariano: «Non esiste la posizione della vita». Valverde insegna

09.03.2022
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Posizione in sella e anni che passano: che relazione c’è tra le due cose? Quanto varia la posizione del corridore?

Una volta, quando si iniziava la stagione quasi sempre con qualche chiletto di troppo, e si andava dal biomeccanico spesso le misure erano prese “in prospettiva”. Una delle domande che venivano poste era: “quanto sei sopra”?». Riferendosi ai chili. Quindi si lasciava uno spessore in più sotto al manubrio con la promessa di toglierlo non appena si fosse raggiunto il peso forma.

Questo per dire che un po’ si è sempre intervenuti sulla posizione nel corso della stagione. Ma il discorso è ben complesso e merita l’ausilio di un esperto. Nel nostro caso è Alessandro Mariano, biomeccanico che da tantissimi anni segue molti professionisti. 

Alessandro Mariano: parte sempre dall’analisi muscolare con gli strumenti per individuare la posizione più efficiente
Alessandro Mariano: parte sempre dall’analisi muscolare con gli strumenti per individuare la posizione più efficiente
Alessandro, quanto varia, ammesso che vari, la posizione in bici nel corso della carriera?

Varia sì! Non esiste la posizione della vita, né per un pro’, né tantomeno per un amatore. Una volta venne da me un cicloamatore di 60 anni che mi disse: quando ero dilettante stavo così. E io gli risposi: ecco perché questa posizione non va più bene.

Un bel lasso di tempo in effetti… Quanto dura quindi una posizione?

La vita media è di 1-2 anni. Poi bisognerebbe rivedere sempre qualcosa. Perché ci sono molte cose che cambiano.

Cosa?

Nell’atleta il passare del tempo e quindi principalmente della sua muscolatura. In un amatore quello che fa nella vita, se ha cambiato mestiere. Se un rappresentante ha cambiato macchina me ne rendo conto dalla sua postura, pensate un po’. Ma in generale, al netto dell’ingrassare o del dimagrire, col passare degli anni cambiano le taglie dei vestiti, figuriamoci una posizione basata sui millimetri.

Hai detto che col passare del tempo, il corridore modifica soprattutto la sua muscolatura: cosa succede?

Premesso che non c’è una regola fissa, la tendenza media è quella di “accorciarsi” muscolarmente. Si diventa più piccoli. E la prima cosa che si fa è quella di portare la sella più avanti. Ma c’è stato anche chi è andato contro questa regola e si allungato.

Però molti corridori, almeno una volta, quando passavano pro’ erano grossi, potenti, poi col tempo perdevano massa: in teoria non dovrebbero allungarsi?

Questo è vero, ma appena passati. Dopo tanti anni la maggior parte si accorcia. Cambiando muscolarmente, per farlo lavorare allo stesso modo, nella stessa efficienza, con gli stessi muscoli bisogna intervenire e chiaramente cambiano anche gli angoli. Nelle mie valutazioni parto sempre dall’osservare come lavora e come rende la muscolatura.

C’è un corridore che più di altri ha variato la sua posizione in questi anni?

Valverde – risponde secco Mariano – in Alejandro la differenza è ancora più macroscopica vista la longevità della sua carriera. Io poi l’ho anche seguito all’inizio e me lo ricordo bene.

E in cosa è cambiato?

Nell’avanzamento della sella. Vedendolo adesso credo sia almeno 2 centimetri più avanti. Forse, e sottolineo forse, potrebbe essere un po’ troppo, ma di base sono d’accordo con questa tendenza. E tutto sommato nella sua condizione può anche osare di farsi male, tanto tra poco smette.

Cosa potrebbe accadergli?

Come abbiamo detto anche qualche tempo fa, oggi si esagera nel pedalare in avanti. Bisogna stare attenti ai sovraccarichi articolari, bisogna sempre trovare l’equilibrio tra l’efficienza articolare e il carico (la forza della spinta, ndr).

Se si sposta la sella più avanti poi bisogna anche alzarla?

Dipende. C’è chi ha bisogno di portarla solo in avanti, chi deve solo abbassarla un po’ (e automaticamente va un pelo avanti, ndr) e chi deve abbassarla e avanzarla.

E invece riguardo al manubrio cosa succede?

Ancora una volta dipende dal soggetto. Come ho detto, si tende ad accorciarsi, quindi gli attacchi sono un po’ più corti o un po’ più alti.

Eppure Valverde sembra sia ancora più basso. Però è anche vero che lui è un “fan” della ginnastica, addominali e dorsali in particolare, magari ha acquisito una certa elasticità…

La ginnastica incide di sicuro. Ma bisogna andare oltre addominali e dorsali, c’è anche tutta la zona paravertebrale su cui lavorare, la catena posteriore, quella anteriore… Valverde evidentemente si poteva abbassare.

E in un grande Giro varia la posizione?

Feci dei test durante il Giro e la Vuelta e se davvero uno volesse la stessa pedalata dall’inizio alla fine, a metà Giro bisognerebbe intervenire. Ma poi praticamente nessuno lo fa per paura di sconvolgere equilibri fisici e mentali.

E nel caso come si dovrebbe intervenire?

Spostandosi un po’ indietro. Il che può sembrare un controsenso, ma dopo 15 giorni di carichi intensi ci si allunga.

C’è qualcuno che ha variato la posizione durante un Giro?

Ancora una volta… Purito Rodriguez. Lui ti chiedeva: ma così vado più forte? Io gli rispondevo di sì. E lui: vai cambia!

Cambia di più uno scalatore o un velocista la sua posizione col passare del tempo?

Più o meno è lo stesso, cambiano tutti, ma nello scalatore che pedala più arretrato forse si nota di più lo spostamento.

All’inizio abbiamo parlato del peso: oggi i corridori sono molto costanti tutto l’anno anche col peso. Alla ripresa al massimo hanno 2-3 chili in più. Ma incide?

E’ una delle motivazioni che porta a cambiare posizione, ma se si dimagrisce il giusto, 2-3 millimetri la sella si può alzare (di conseguenza si è un po’ più schiacciati davanti, ndr) perché avendo “più spazio” ci si può estendere meglio.