Ricordate quando qualche settimana fa Mattia Cattaneo ci aveva detto di aver raggiunto il suo picco di forma nella prima gara all’Uae Tour? E sempre lui aveva aggiunto che dovendo correre al posto di alcuni compagni, causa Covid, la sua preparazione aveva un po’ sbarellato? Ebbene con coach Pino Toni vogliamo commentare questa situazione che tra l’altro non è stata l’unica.
Pino, ma davvero si può entrare in forma subito?
Partiamo dal presupposto che bisognerebbe conoscere i veri programmi della squadra, soprattutto in questo caso. In Deceuninck-Quick Step ci sono ragazzi di un certo valore e la squadra ci tiene a fare bene in tutte le corse a cui prende parte. Una volta loro puntavano quasi solo sulle classiche, adesso guardate che squadra hanno portato al Giro! Programmi che vengono fatti quindi secondo le necessità del team. Magari volevano fare bene subito all’Uae Tour e hanno individuato in Mattia l’uomo più adatto. Il Giro d’Italia per lui non era in programma mi è sembrato di capire. Quindi ci stava che partisse forte.
E hanno sfruttato il fatto che la Vuelta fosse finita tardi?
Esatto. Chiedi meno all’atleta durante l’inverno per entrare in condizione. Io poi penso che in quel team difficilmente i preparatori sbaglino se il corridore effettivamente fa quello che gli dice la squadra. Cattaneo non è un ragazzino: oltre ai dati dei file avrà comunicato loro anche i suoi feedback.
Nelle Ardenne diceva di essere stanco, però poi al Romandia è andato forte…
Magari ha influito mentalmente il fatto che abbia corso quando invece doveva staccare. Ci sono tanti aspetti da valutare. Per esempio: qual era veramente il suo obiettivo? Cattaneo ha 30 anni, percepisce uno stipendio buono, è un ottimo gregario. Se ci sono delle gare in cui può puntare e poi non può prepararle come deve perché deve correre al posto di altri, ci sta che perda un po’ di motivazione. Ma queste sono supposizioni.
Chiaro, non siamo qui per fare il processo a Cattaneo ci mancherebbe. Vogliamo analizzare un aspetto tecnico che tra l’altro ha riguardato anche altri corridori. Un aspetto che ci dice quanto sia complicato progettare al giorno d’oggi una stagione agonistica.
Pertanto, tornando al nostro caso, è importante anche l’aspetto psicologico. Cattaneo ha fatto secondo a un Tour de l’Avenir che io ho seguito da vicino. E’ un corridore vero. Alla Deceuninck è migliorato ancora.
Vero, anche a crono come ha detto lui stesso…
Ecco su questo vorrei fare un appunto. Chi è che migliora a crono? Chi utilizza certe bici e fa certi investimenti sui materiali e di conseguenza sulle posizioni. E questo ha un costo. Un costo elevato. Penso al trattamento della catena, alle ruote, ai cuscinetti, alla riduzione del peso… una bici da crono di un campione professionista è totalmente diversa da quella che esce dalla casa. Ciò non toglie che Mattia sia andato forte.
Pino, torniamo al discorso del picco di forma trovato già all’Uae Tour. Comunque tra la Vuelta e la corsa asiatica ci sono tre mesi, non è poco.
Considerate che l’atleta esce da tre settimane di sforzo pieno e poi si deve riposare perché è a fine stagione. In questo modo fa una vera supercompensazione, tanto più l’anno scorso che la Vuelta è finita tardissimo. Quando riprende, il livello è molto più alto che se avesse fatto il Tour e poi si fosse trascinato fino a fine anno con gare di un giorno. Nel primo caso finisce la corsa a 140, dico un valore a caso, e riparte da 100. Nel secondo finisce il Tour a 140 ma poi scende man mano a 100 e riparte da 60. E’ un bel gap. Per questo da sempre sostengo che per far crescere un giovane la Vuelta è la miglior corsa.
Per questo ha toccato il picco di forma a febbraio?
Anche in questo caso bisognerebbe conoscere i suoi dati reali: è stato davvero un picco di forma o era lui che “andava facile”? Mi spiego. Un conto è se in gruppo ci sono 100 corridori che sono al top e un conto se ce ne sono 20: le velocità cambiano. Per me non era al top lui.
Perché?
Perché altrimenti non avrebbe fatto il Romandia che ha fatto e non avrebbe tirato fuori quella prestazione a crono. E’ arrivato settimo in una frazione piena di campioni e specialisti. Per di più una crono molto esplosiva, 16 chilometri da fare a tutta, fuori soglia, in acido lattico. Per me al Romandia Cattaneo è andato più forte che all’Uae Tour, poi magari aveva sensazioni peggiori perché c’era tanta gente che andava più forte.