Lo abbiamo (ri)visto anche in queste Olimpiadi: la preparazione è fondamentale. Il nostro quartetto, per esempio, è stato perfetto in tutto. Condizione, alimentazione, dettagli, materiali, idratazione, massaggi… Si parla di atleti fatti al computer: magari non è proprio così, ma essere aggiornati, anzi avanti, è sempre più importante. E allora ci si domanda il preparatore moderno a cosa faccia riferimento per la crescita dei suoi atleti. A Pino Toni, coach toscano sempre all’avanguardia, abbiamo chiesto i tre “strumenti” principali su cui basa il proprio lavoro. E come sempre la sua risposta è stata molto chiara.
«I tre strumenti, chiamiamoli così – dice Toni – sono il potenziometro, il misuratore del lattato e il misuratore della glicemia. Con essi si misura-monitoria rispettivamente: la parte del “motore, la parte da cui estrapolare i valori su cui lavorare e la parte dell’alimentazione».
Potenziometro e computerino
«Per misuratore di potenza – dice Toni – intendo anche il computerino nella sua “completezza”, per dire che non si fa riferimento solo ai watt, ma ci si leggono anche le capacità prestative dell’atleta: quanto riesce a spingere, come… Un dato importante che si ha per esempio è la cadenza. Questa ci dice come sviluppa la potenza quel ragazzo e analizzi il suo gesto atletico».
Questo è chiaramente lo strumento base. Quello che ci dice i dati più importanti, immediati e facilmente comprensibili, anche per svolgere dei lavori. Ma chiaramente nel ciclismo elitario di oggi non basta più.
Lattato e Inscyd
Il misuratore del lattato invece serve per individuare le zone di lavoro che serviranno per i successivi allenamenti. Da qui puoi tirare fuori moltissimi dati, come i vari metabolismi che stai stimolando. In pratica puoi capire quanti grassi o carboidrati stai consumando.
«Tra questi test il più conosciuto è quello di Sebastian Weber. E da qui, in modo più approfondito, ne deriva l’Inscyd».
E’ un po’ una libreria: che indirizza molto bene il preparatore e che aiuta il corridore a conoscersi. E’ utile sia nel breve periodo che nel lungo. Se per esempio sei in gara o magari a gennaio per non fare dei fuorigiri inutili. E’ qualcosa che va ad analizzare più il corpo, “la centralina” e non tanto i suoi effetti cioè i valori espressi (watt, battiti, velocità…).
Glicemia sotto controllo
E la glicemia la puoi vedere anche in tempo reale. Si può anche condividere su un altro dispositivo, semmai c’è qualcuno che ti segue in allenamento o in gara. Quello che è importante è che puoi vederci i picchi glicemici o quando sei troppo vuoto. E’ un po’ come la lancetta del serbatoio della benzina».
Che poi è il famoso dispositivo (Supersapiens, ndr) che è stato utilizzato e contestato alla Jumbo-Visma.
«Beh, loro – commenta Toni – per me sono stati dei furbacchioni. Sono stati loro stessi a chiedere all’Uci se lo potevano usare in gara. E chiaramente l’Uci ha detto di no. Ma perché lo hanno fatto? Perché ormai lo utilizzavano anche gli altri, solo che loro avevano già tutti i dati. Gliel’ho visto (di persona) utilizzare per la prima volta all’inizio del 2019».
L’importanza dell’alimentazione
E su questo ultimo “strumento”, ammesso si possa chiamare così, Toni si sofferma. In base alla sua esperienza e alla sua capacità di essere un innovatore il preparatore toscano fa molto riferimento alle curve glicemiche.
«In questo momento – spiega Toni – con un atleta di vertice si ricorre a delle analisi che indicano la sua capacità di mantenere la potenza dopo determinati step di consumo energetico, per esempio dopo 1000 kj (chilojoule, cioè l’unità di misura adottata per indicare l’energia spesa. Ogni chilocaloria (kcal) equivale a 4,186 chilojoule, ndr), dopo 1.500 kj o 2.000 kj. Studi le curve di potenza espresse col passare delle spesa energetica. Faccio un esempio, dopo 1.500 kj, generalmente circa 2 ore di gara (me è un dato variabile), sui 20′ la tua curva di potenza è scesa del 10%. Questo ti dice i tuoi valori di resistenza.
«Se dopo 2000 kj ha perso solo l’1-2% di potenza sai che quell’atleta è in condizione e ha anche ottimizzato l’alimentazione. Ma la cosa molto interessante riguarda proprio l’alimentazione. Se sai che quell’atleta è in condizione ma perde molta potenza, evidentemente è perché non si è alimentato bene. A quel punto si raccolgono i dati e si analizzano anche con il nutrizionista.
«Oggi, ragazzi, tutti si allenano bene, la differenza la fai nelle piccole cose, che poi non sono piccole, come quelle che riguardano l’alimentazione – conclude Toni – Chi sta avanti è perché è avanti con l’alimentazione. E ne sa interpretare i dati. Noi siamo quello che mangiamo… soprattutto in corsa. Il corridore che va forte è quello che non è mai vuoto».