Qualche tempo fa, parlando della Coca Cola con il dottor Andrea Giorgi un’importante “fetta del discorso” riguardava la caffeina, sostanza che dà una certa verve. Per questo motivo la caffeina è tanto amata dai corridori. Ma al tempo stesso è anche temuta.
Ed è “temuta” perché va presa con qualche precauzione. E forse anche perché c’è ancora un bel po’ da sapere in merito ai suoi effetti, almeno ai più alti livelli sportivi.
Non più doping
«La caffeina – spiega Giorgi, medico della Drone Hopper-Androni – è uscita dalla lista dei dopanti nel 2004. Pertanto si può assumere in libertà, ma restano comunque dei limiti. Oltre una certa quantità (9 milligrammi per chilo) infatti diventa tossica.
«Si utilizza principalmente per migliorare la performance, ma i suoi dosaggi restano comunque molto bassi rispetto a quella soglia e oscillano dai 3 ai 6 milligrammi per chilo. Favorisce la performance in quanto la caffeina è un’antagonista dell’adenosina (volgarmente la sostanza del rilassamento, ndr)».
Si dice, e questo è vero, che la caffeina sia uno stimolante. Ma poi alcuni aspetti di tale definizione vanno verificati e approfonditi quando si parla di attività fisica intensa. E allora perché si prende la caffeina? E come va assunta?
Contro la fatica
Secondo il dottor Giorgi per l’assunzione della caffeina molto dipende dall’obiettivo. Chi deve fare una partita di calcio la cui durata è di 90′ o magari una cronometro, che con ogni probabilità dura meno di un’ora, ha effetti più precisi per così dire.
«Discorso diverso – riprende Giorgi – se si parla di una gara di ciclismo che dura molto di più. Con sforzi come quelli prima elencati si dovrebbe assumere 60′-120′ prima della prestazione, in una gara di ciclismo invece si assume prima del via e poi anche in corsa. E più che per andare forte, la si prende per sentire meno la fatica. E’ questa la sua vera valenza».
Come si assume
«La caffeina – spiega Giorgi – è presente in molte bevande: il caffè, la Coca Cola, il the… e persino in alcune gomme da masticare, soluzione che deriva dagli eserciti. Per esempio in Quick Step-Alpha Vinyl le utilizzano, le hanno tra i loro sponsor.
«Una volta assunta, come detto, va a contrastare il neurotrasmettirore del rilassamento, l’adenosina, e pertanto si è un po’ più brillanti. Anche per questo motivo non bisognerebbe prendere il classico caffè cinque ore prima di andare a dormire».
«Tuttavia questo ultimo aspetto è molto soggettivo. Ad alcune persone infatti la caffeina fa effetto ad altre no. Dipende da specifici enzimi che quel soggetto ha o non ha».
Nel caso di una gara lunga la caffeina va dosata con attenzione. Magari si concerta la sua assunzione in vista dei punti critici, analizzati in precedenza con i direttori sportivi. Pensando di dover andare forte in quei momenti ci si organizza per farsi trovare pronti. Mentre se si parte per andare subito in fuga, la si prende un’ora prima del via.
«In linea di massima – spiega Giorgi – tutti i corridori prendono un caffè (70-110 milligrammi, ndr) prima del via, fa bene ma è giusto ricordare che la sua dose resta comunque molto, molto bassa e non è così stimolante come si pensa. Perché la caffeina diventi davvero stimolante e abbia effetti sulla prestazione ne servono 200 milligrammi e quindi iniziamo a parlare di quei 3 milligrammi per chilo (ipotizzando un corridore di 60 chili, ndr)».
E con i crampi?
L’assunzione della caffeina si lega poi al discorso dei crampi ed è questo che più di altri mette i corridori sul “chi va là”. Si diceva, e in parte di dice ancora, che la caffeina favorisce i crampi: questo non dovrebbe essere vero, però non è un aspetto ancora del tutto chiaro.
«Questo è un discorso molto ampio – dice Giorgi – e il dibattito scientifico è aperto. Sembra che la relazione crampi-caffeina sia più frequente per chi è a riposo. In quel caso altera il metabolismo muscolare. Mentre è meno rilevante e ha meno effetti su chi sta facendo attività».
Caffeina e integratori
Oggi si trovano molti integratori che contengono caffeina, ma il loro apporto non è così sostanzioso sul singolo pezzo. Ci vorrebbe una ricetta medica, andare in farmacia e farseli fare per assumerne certe dosi come i 200-250 milligrammi in un’unica soluzione. Ma poi si va incontro alle controindicazioni quali ipertensione, irritabilità, tachicardia e in qualche caso anche mal di stomaco… per questo va presa con cautela.
«Gli integratori a base di caffeina – riprende Giorgi – ormai li hanno un po’ tutti i marchi. Alcuni integratori solidi ne contengono 60-70 milligrammi. Le fiale di caffeina arrivano anche a 160-170 milligrammi e si avvicinano a quella soglia dei 200 milligrammi. Occhio ad abusarne, perché contenendo anche zuccheri si va incontro ad altre problematiche.
«Sono integratori che i corridori chiedono, ma ho notato che li chiedono soprattutto in base al tipo di percorso e non sempre. E li chiedono non solo in gara, ma anche d’inverno per dimagrire.
«Per esempio escono a digiuno, dopo un po’ prendono della caffeina. Questa gli fa sentire meno la fatica e pedalano più a lungo senza aver mangiato. E a proposito di dimagrimento: la caffeina ha anche un effetto lipolitico, cioè favorisce il consumo dei grassi»