CALPE (Spagna) – La nuova Canyon Aeroad è il risultato di un lavoro certosino mirato a non stravolgere una bici che dal 2011 (anno in cui venne lanciata la prima versione) è diventata un simbolo. Zero compromessi per un mezzo super prestazionale che vuole rimanere aero prima di tutto.
Una vera bicicletta aerodinamica che vince sul pavè, apprezzata in salita e ancora di più per la precisione di guida? La Canyon Aeroad. Si è lavorato molto sul cuore del progetto, meno sul design complessivo ed impatto estetico (che comunque prevedono aggiornamenti e migliorie) e proprio il design vuole essere ancora una volta distintivo e riconoscibile. Entriamo nel dettaglio del nuovo progetto Aeroad.
L’apporto dei corridori
«Perché non sfruttare le evidenze di una bici che nasce aerodinamica e che primeggia un po’ ovunque, anche sul pavè? Non ci siamo basati esclusivamente sui riscontri del wind tunnel e dei modelli CFD – racconta Lukas Birr, responsabile design ed engineering – non abbiamo solo pensato a quello che i corridori avevano bisogno, ma li abbiamo coinvolti direttamente nello sviluppo. Non siamo andati da un solo corridore, anche se aver ricevuto il contributo di Van der Poel è stato fondamentale. Abbiamo chiesto agli sprinter, ai passisti, ma anche a chi è più scalatore.
«E’ anche per questo motivo che l’impatto estetico della nuova Aeroad è del tutto accostabile a quello della generazione precedente. Le differenze principali si concentrano in un orizzontale più largo, ma con un carro posteriore più sfinato, tubazione per tubazione. Significa – continua Birr – avere una bici leggermente più confortevole, più leggera e con un maggiore controllo, più facile da guidare che non ha perso in efficienza aerodinamica.
Nel complesso ogni tubazione ha un impatto frontale ridotto, se messo a confronto con la generazione precedente.
«L’aerodinamica ha un senso – argomenta Birr – anche nella cura del dettaglio. Ad esempio abbiamo calottato completamente l’ingaggio filettato del perno passante, aggiungendo pulizia estetica. I volumi maggiori riguardano gli steli della forcella, che sono più grandi. Particolare attenzione è stata posta alla zona dello sterzo e alla base dello stelo della forcella, che presenta un anello in titanio con il chiaro obiettivo di rinforzare un punto notoriamente critico. Nel complesso la nuova Aeroad è stata ridefinita e rinforzata anche nel modulo di carbonio».
Viti con testa Torx25 per tutto
«I produttori, i meccanici e anche gli utilizzatori da sempre si confrontano con una giungla di viti e minuteria che obbliga a continui cambi degli attrezzi. Per fare manutenzione sulla nuova Aeroad – ci dice Birr – abbiamo applicato quella che ci piace definire smart solution. Cambiano le lunghezze ed i diametri delle viti necessarie, ma la sede d’ingaggio rimane la medesima per ogni vite, ovvero un Torx T25. Con una chiave sola si gestisce tutto».
Le peculiarità della nuova Canyon Aeroad
I moduli di carbonio sono due, CFR e CF SLX, non ci sarà più la versione CF. CFR, ovvero la stessa bici in dotazione al World Tour e la CF SLX (cambiano ovviamente gli allestimenti). Il valore dichiarato alla bilancia della CFR è di 2070 grammi (kit telaio completo), telaio (il solo frame ha un peso di 960 grammi, verniciato), forcella e serie sterzo, reggisella ed il nuovo manubrio integrato PaceBar. Utilizza il medesimo concetto del cockpit in dotazione alla Ultimate, una sorta di componibile dove le curve si possono estrarre, ma è stato migliorato e aggiornato. Aggiornato perché la disponibilità delle curve è doppia. Si può avere un manubrio con flare classico, oppure con svasatura che volge all’esterno.
Non è necessario smontare tutto il manubrio, è sufficiente cambiare la piega, senza neppure sfinale le guaine idrauliche. La zona anteriore dello stem integra il supporto frontale del device ed è una sorta di guida anche le estensioni per le prolunghe da crono (o per il triathlon). Con il passare degli anni abbiamo imparato che il manubrio integrato Canyon è parte di un ecosistema.
Doppia regolazione per il reggisella
Il reggisella è specifico ed ha una sorta di arretramento a zero. E’ stata aggiunta una vite superiore che facilità l’inclinazione della sella. La sezione posteriore (piatta) presenta due asole per posizionare la luce. Il passaggio delle gomme è garantito fino a 32 millimetri di sezione.
Sei allestimenti e prezzi aggressivi
I due allestimenti CFR top di gamma sono il Di2 Shimano Dura Ace (power meter incluso e 7 chilogrammi precisi nella misura S) a 9.999 euro e quello con il Red AXS (misuratore Quarq compreso) a 10.499 euro. Non sono bruscolini, ma se consideriamo questa categoria di bici siamo al di sotto della media.
Sono quattro invece i CF SLX (due le versioni 8 e due per la 7). Ultegra Di2 con misuratore 4iiii e Force AXS con misuratore Quarq, rispettivamente a 6.499 e 6.999 euro, per passare alle configurazioni 7 con 105 Di2 e Rival AXS, rispettivamente a 4.799 e 4.199 euro.