Il Vision Metron 5D Evo è il risultato di un’evoluzione lunga oltre sette stagioni. Integrato sì, ma anche ergonomico, aerodinamico, oggettivamente bello e gratificante. Allo sguardo “completa” l’avantreno della bici, ma il suo marchio di fabbrica (in fatto di design) è l’arcuatura di 10° che volge in avanti. Immagine o soluzione tecnica?
Nasce come un fattore tecnico tutto da argomentare, diventa con il tempo parte del DNA di Vision. L’abbiamo provato e queste sono le nostre considerazioni.
I numeri del Vision in test
Abbiamo provato la versione L (large, ovvero con una sezione piatta larga 40/45 millimetri) con una larghezza superiore di 380 millimetri (stretto e moderno, se contestualizzato alle tendenze attuali). E’ un manubrio tutto in carbonio monoblocco, compatto, con 125 millimetri di drop e 80 di reach. I terminali della curva non sono corti, fattore molto apprezzabile e sfruttabile nell’ottica di un comfort inaspettato a questo livello di componenti.
Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 318 grammi (solo manubrio). Non in ultimo, rispetto alla versione precedente, il nuovo Metron 5D Evo ha ridotto di ben 15 millimetri lo stack superiore (misurato sul retro dell’attacco manubrio), riducendo ingombri e volumi, migliorando l’impatto frontale, che si traduce (visivamente) con un angolo positivo dello stem.
Perché l’angolo in avanti?
Lo abbiamo chiesto direttamente a Vision-FSA, nello specifico ad Alessandro Ghislandi, Media & Event Specialist dell’azienda. «L’apertura di 10° – spiega – è ormai una caratteristica ergonomica che, da parecchi anni, contraddistingue i manubri Vision. Permette al rider di mantenere a 90° l’angolo d’impugnatura in presa alta, quell’angolo che si crea tra manubrio ed avambraccio.
«C’è un duplice beneficio – prosegue Ghislandi – maggior comfort con le mani in presa alta, ad esempio in salita, aiutando a mantenere un assetto naturale delle braccia. E poi si può sfruttare una maggiore efficacia in fase di tiro, ovvero quando si tende a tirare il manubrio verso il corpo. Inoltre è da considerare una posizione in sella che è cambiata molto negli ultimi 5/10 anni. I corridori utilizzano dei setting in sella più corti/compatti, con un arretramento quasi negativo e braccia meno estese. Il disegno del 5D Evo segue esattamente le nuove tendenze».
Sagomato e con poco flare
Come accennato in precedenza, l’angolo di 10° che si apre in avanti è un marchio di fabbrica, ma non c’è solo questo. Tutta la parte superiore del manubrio è arrotondata, senza spigoli e le mani ringraziano anche quando si pedala per tanti minuti in salita con la presa alta. Vicino all’attacco il volume è maggiore. Man mano che l’angolo si apre il manubrio diventa più magro, fino ad arrivare alla curva. I due lati esterni adottano delle svasature piatte che agevolano il palmo delle mani quando si è in presa ribassata, mentre il flare è contenuto, solo 5 millimetri per lato. Di fatto il manubrio Vision Metron 5D Evo (la misura in test) raggiunge una larghezza massima inferiore di 390 millimetri.
Colpisce per le tante soluzioni che possono trovare le mani, i polsi ed i diversi gradi di estensioni delle braccia. In ogni punto del manubrio c’è sempre un alloggio ottimale, leve dei freni e pulsanti non risultano mai eccessivamente distanti e la connessione con la sezione superiore dei manettini offre tanto appoggio al polso. Ecco perché lo abbiamo definito comodo.
In conclusione
698 euro per un manubrio sono un bel gruzzolo ed a nostro parere è necessaria un precisazione. Il Vision Metron 5D Evo è ben oltre l’upgrade e la pura gratificazione personale, perché è al pari di uno Step3 in una vettura da rally. Il nuovo Vision è un manubrio integrato per specialisti, dedicato a chi vuole unire un “impatto estetico non convenzionale” ad efficienza e rigidità, senza sacrificare il comfort totale del mezzo meccanico.
A dispetto della sua ergonomia, che al primo impatto visivo risulta arzigogolata, il 5D Evo è immediato e tanto sfruttabile fin dalle prime ore di sella. Come tutti i componenti super tecnici, per poterlo sfruttare al pieno delle potenzialità è fondamentale scegliere la misura e la taglia corrette, rispettando le caratteristiche fisiche ed il proprio stile di guida della bici. E poi: un manubrio integrato di questa categoria che è disponibile in 22 misure differenti (tanta roba) ed è compatibile con tutti i telai di nuova generazione presenti in commercio. Non sono dettagli banali e ampliano l’utilizzo/sfruttabilità di questo componente ben architettato.