Ritornano e si rinnovano in modo importante le ruote Mavic Ultimate, tutte in carbonio, dal cerchio ai mozzi, passando dai raggi. Sono le Ultimate Disc, un prodotto destinato a pochi, per il prezzo e per le performance estremizzate. Uno strumento da competizione che nasce dopo oltre un triennio di sviluppo, oltre 66 prototipi, 409 test d’impatto e 470 prove di trazione. In termini di sicurezza le nuove ruote Mavic superano del 150% le norme imposte dall’UCI per questa categoria.
Sono completamente fatte a mano e il processo costruttivo di una ruota può durare anche 8 ore, necessario per far collimare le 71 pelli di carbonio, oltre alle diverse tecnologie in gioco. Le abbiamo provate.
Il peso non è tutto
Scriviamo di una coppia di ruote che ha un valore alla bilancia di 1.295 grammi (rilevati), un peso che è soggetto a variazioni, per via della costruzione completamente hand-made. Il peso è ovviamente importante, perché le nuove ruote Mavic Ultimate sono un prodotto hors-categorie, ma è il blend della resa tecnica a fare la differenza.
Rigide e reattive, scorrevoli e stabili, ma comunque grintose anche quando le andature sono basse. Sono uno strumento da gara capace di cambiare il carattere della bicicletta. Tuttavia per sfruttarle al pieno delle potenzialità è fondamentale capire come reagiscono nei diversi frangenti della competizione e bisogna usarle per più tempo in modo da capirle.
Lo zampino di Martin
«Una ruota del genere ti fa venire la voglia di andare in bicicletta e personalmente mi fa tornare la voglia di gareggiare, reattiva e un bell’abito per tutta la bicicletta».
Daniel Martin, vincitore di un Lombardia, è stato uno dei pochi atleti ad aver testato su strada uno dei primissimi prototipi. Il corridore irlandese è da sempre legato all’azienda transalpina e in passato è stato coinvolto nel processo di ricerca e sviluppo della scarpe Comete Ultimate, quelle con la scocca esterna completamente in carbonio.
Tubolare? No, grazie
Le nuove Mavic Cosmic Ultimate Disc sono disponibili nella sola versione tubeless ready (quindi configurabili anche con il copertoncino/camera d’aria).
Il cerchio è da 45 millimetri di altezza e ha un canale interno da 19 (28 è la larghezza complessiva del cerchio con profilo Naca). Lo stesso canale non necessita del tubeless tape. Il carbonio è un blend di 5 tipologia fibre che si basano sulla matrice UD, che in base alle zone hanno degli orientamenti differenziati. La scritta Ultimate sul cerchio non è un adesivo, ma è ottenuta grazie ad un procedimento laser long-life.
I raggi sono 10 per ruota, anche questi fatti a mano come una sorta di monoblocco e adottano la tecnologia R2R (rim-to-rim tecnology). Significa che da un’estremità a quella successiva il raggio è unico, non ha interruzioni neppure nella zona del mozzo. Ogni raggio contiene un filo di nylon che ha l’obiettivo di trattenere la fibra composita in caso di rottura.
Si innestano nel cerchio grazie alla soluzione Fore Carbon. Quest’ultima si basa su un nipplo (e la sua base di appoggio) in CNC che trattiene il raggio, tecnologia che non altera le proprietà della fibra, che non viene interrotta. Per dare un’idea, un raggio con i rispettivi due nipples è in grado di rare un’automobile.
Mozzi in lega
Proprio così, i due mozzi hanno lo scheletro in alluminio 2014 T6 e sono rivestiti (a mano) con la fibra di carbonio. Questo procedimento è voluto per garantire una resistenza senza pari alle torsioni e per garantire il perfetto posizionamento dei cuscinetti interni. Il cuore del sistema interno si basa sull’Infinity Hub.
Mavic è tornata
Sono un prodotto in grado di cambiare completamente il carattere della bicicletta e in qualche modo influiscono anche sul modo di guidare il mezzo. Se contestualizzate all’interno di un ambiente agonistico spinto, dove la ricerca del limite è una costante, fanno la differenza nella stragrande maggioranza delle situazioni.
In salita e in discesa, sul passo e durante le accelerazioni, che siano esse progressioni ad andature già sostenute, oppure con le classiche ripartenze. Sono incredibilmente reattive quando c’è da cambiare ritmo e farlo in modo repentino, ad esempio allo scollinamento di una salita, oppure rilanciandole in uscita di curva.
Richiedono un po’ di manico e pelo sullo stomaco per sfruttarne le infinite potenzialità. Meglio se usate con uno pneumatico pastoso, con il battistrada che offre un po’ di elasticità.
In conclusione…
Esclusive in tutto, a partire dal prezzo e passando dalla costruzione, fino ad arrivare ad una resa tecnica che difficilmente trova dei paragoni. Le nuove ruote Mavic Ultimate Disc sono uno strumento da gara, senza se e senza ma. Il paradosso è che, è più semplice guidarle quando si va a tutta e si sfiora il limite.
Tecnicamente è difficile trovare un neo, oppure un punto di debolezza, un qualcosa che faccia storcere il naso anche al ciclista agonista più pignolo. Dopo i tanti chilometri fatti con queste ruote e con questa tecnologia, ci si rende conto di quanto è fondamentale il “sistema ruota” e di quanto può cambiare la prestazione complessiva del mezzo meccanico.
Il prezzo è di quelli importanti, 3.900 euro di listino, ma in linea con una categoria di “prodotti di lusso” fatti a mano che non lesinano sulla qualità dei materiali.