La giusta posizione delle tacchette per un corridore è importantissima. Si tratta di una questione millimetrica che se mal gestita o sottovalutata può causare anche spiacevoli inconvenienti, per questo sono fondamentali la precisione e soprattutto una persona competente che conosca bene la materia. Ne avevamo già parlato con Aldo Vedovati, questa volta invece ci siamo rivolti ad Alessandro Mariano, esperto biomeccanico, noto per aver posizionato in bici molti campioni come Alberto Bettiol e Davide Formolo.
Quanto è importante per un corridore avere le tacchette ben posizionate?
E’ la base di tutto, bisogna dedicarsi a quest’aspetto con molta attenzione e precisione.
Perché?
Perché stiamo parlando della parte del corpo verso la quale scarichiamo la potenza, quindi è necessario trovare il giusto punto in cui imprimerla.
Come si montano le tacchette? Ci sono strumenti che possono aiutare?
Io utilizzo una pedana baropodometrica e stabilometrica in modo tale che riesco a vedere bene la morfologia del piede così da individuarne il punto di forza.
Come funzionano questi strumenti? Esistono anche altri modi?
Questi strumenti nascono per la medicina, vengono utilizzati dagli ortopedici. Per me sono molto utili perché forniscono dati affidabili. Ti faccio un esempio: la pedana baropodometrica misura la pressione che il piede esercita sulla suola, è un dato importantissimo.
Una volta individuata la posizione delle tacchette è facile riportarla ad esempio su un paio di scarpini nuovi?
Potrebbe esserlo solo se parliamo di due paia di scarpini dello stesso modello. Se così non fosse bisogna affidarsi a un biomeccanico.
Cosa consiglieresti a un corridore che deve scegliere tra tacchette mobili o fisse?
Io preferisco quelle mobili senza ombra di dubbio. Il piede non può essere costretto a rimanere fermo, ha bisogno di muoversi, non siamo nati per essere bloccati.
Questa differenza influisce sulla prestazione?
Parecchio, c’è una falsa credenza secondo cui le tacchette mobili fanno perdere la potenza. Io dico che è il contrario e non solo, se non lasci un margine di movimento al piede è la volta buona che insorgono problemi.
Ad esempio?
Problemi con le ginocchia e i corridori sanno bene quanto sia poco simpatico imbattersi in tendiniti e infiammazioni varie. Se il piede lo blocchi stai pur sicuro che scarica altrove la tensione.
Ti ricordi qualche caso di atleti con problemi simili?
Ce ne sono molti, in linea di massima ti dico che si infiammano le ginocchia, in alcuni casi anche il tendine d’Achille.
A chi consigli invece le tacchette fisse?
Ai corridori che hanno una costituzione fisica perfetta. Si può iniziare con un periodo di prova, poi si fanno le dovute considerazioni.
Si dice che un velocista ne ha più bisogno di uno scalatore: è vero? Il velocista può avere vantaggi, usando la tacchetta fissa?
Se facciamo un discorso inerente ai pistard vi dico di sì, ma se parliamo delle corse su strada scordatevelo! Quando facciamo prove di resistenza è rischioso obbligare le articolazioni a un solo movimento. Non è la loro struttura fisiologica, i velocisti a mio avviso devono usare le tacchette mobili.
Per i corridori che hanno subito traumi articolari, muscolari o rotazioni del bacino a seguito di una caduta, si può intervenire anche sulle tacchette?
No, in tal caso io consiglio esclusivamente un osteopata o un fisioterapista. Se un atleta ha il bacino ruotato e tu monti le tacchette di conseguenza, succede che inizialmente ha delle buone sensazioni, ma nel lungo periodo si crea un casino. Credetemi, è meglio evitare.
Che tipo di problemi si creano? Qui si entra nel campo delle compensazioni che il fisico mette in atto ed è molto interessante.
Le compensazioni nascono quando il problema non si è risolto in tempo, allora in questo caso si corregge l’errore lentamente, ammesso che ce ne sia bisogno. Comunque è preferibile far crescere la pianta dritta, in caso contrario bisogna sempre rincorrere qualcosa.
Insomma qui non si può sgarrare di un millimetro…
Considera che se hai la sella più bassa o più alta di due millimetri, la correggi senza compromettere nulla. Se invece hai le tacchette spostate anche di un solo millimetro è troppo e non te lo puoi permettere, per questo consiglio le tacchette Time, sono veramente affidabili sotto ogni punto di vista, e naturalmente consiglio soprattutto un bravo biomeccanico.
Pensi sia giusto abbinare il posizionamento in sella con quello delle tacchette?
In bici il movimento è omogeneo, si deve fare questo tipo di abbinamento. Io consiglio sempre di considerare questo aspetto nella sua generalità. Un corridore sulla bici lo si posiziona trovando il giusto equilibrio tra i punti fondamentali quali l’altezza della sella, la distanza tra manubrio e sella, la giusta posizione delle tacchette e cosi via.
Pensi che la posizione delle tacchette possa variare a seconda della condizione fisica dell’atleta?
No, non sono favorevole, è una buona idea intervenire sulla posizione in bici, ma non sulle tacchette.
Ritieni giusto che i corridori si facciano montare le tacchette dai meccanici della squadra prima della corsa?
Ci può stare, i meccanici hanno una mano esperta. Certo devono avere le misure giuste e soprattutto il cambio può avvenire tra lo stesso modello di scarpini, altrimenti conviene che sia il biomeccanico ad intervenire tra due modelli di scarpini diversi.