C’erano una volta le forature e le auto dell’assistenza meccanica che intervenivano quando l’ammiraglia non faceva in tempo con la necessaria tempestività. Oggi quasi non si buca più, alle squadre è stata concessa ormai dovunque la seconda ammiraglia e così il lavoro dell’assistenza ufficiale, anche al Giro, cambia faccia. Durante i giorni della corsa rosa, vedendo alla partenza le auto blu di Shimano con le Bianchi ufficiali sul tetto, ci è capitato più di una volta di chiederci quali e quanti interventi facessero. Così, dando a tutti il tempo di tirare un po’ il fiato, abbiamo chiesto lumi a Massimo Rava, che del team Shimano è uno dei responsabili.
«Il report vero e proprio post Giro – dice – non è stato ancora completato, ma non serve stilare troppo elenchi per renderci conto che gli interventi come cambio ruote sono diminuiti, mentre si sta ampliando la gamma degli interventi come assistenza tecnica vera e propria. Le squadre ci chiedono come fare tante cose connesse a elettronica e freni a disco, per cui il supporto avviene anche fuori corsa. A cose normali, dovrebbero pensarci i ragazzi di Shimano Europa, ma con il Covid si può girare meno e spesso siamo intervenuti noi a copertura».
E qui il discorso si fa interessante, perché pensi che i meccanici dei grandi team siano ferratissimi e invece scopri che in qualche leggerezza capita a tutti di incorrere.
Di cosa stiamo parlando?
Alcuni hanno avuto problemi con i freni, perché hanno usato materiali non originali. Non facciamo il nome del team, ma una squadra ha usato pinze Shimano, con dischi e pastiglie ricevute in sponsorizzazione. Hanno avuto seri problemi dovuti al surriscaldamento e questo non solo diminuisce l’efficienza della frenata, ma compromette le guarnizione e la consistenza dell’olio. Ho parlato con i meccanici e il direttore sportivo. Magari prendere 30-40.000 euro di sponsorizzazione fa comodo, ma che almeno vi diano materiale di qualità.
Il cambio bici è sempre più raro, ma dovete essere pronti per tutto.
Abbiamo messo a punto un database su cui inseriamo le misure e le dotazioni squadra per squadra, corridore per corridore. Per cui capita che i meccanici che hanno l’uomo in classifica chiamino per sincerarsi che siamo pronti per ogni eventualità. Ma la verità è che, nonostante ciò, siamo molto meno presenti, perché la seconda ammiraglia copre bene la fuga. Ma se ci sono situazioni critiche, come un barrage, gli unici a poter ancora intervenire siamo noi.
Avete cambiato tante ruote?
Il dato ufficiale, come dicevo, non c’è ancora. Però quando negli anni scorsi seguivo il Giro con Vittoria, ricordo una media di 15 forature per tappa, con certi giorni che si arrivava anche a 60. Ora le gomme sono cambiate e sono più larghe. I cerchi sono più larghi. Si usano i tubeless e obiettivamente si buca molto meno. A Montalcino mi aspettavo l’ecatombe, al punto che avevamo delle postazioni fisse con l’autorizzazione dell’Uci a dare bici da fermi, che non sarebbe possibile. E invece niente da fare. I materiali sono migliorati tantissimo. E tranne qualche rara eccezione, sono gli stessi che si trovano in commercio.
In che modo avviene l’assistenza fuori corsa alle squadre?
Di solito basta una telefonata, altrimenti si va negli hotel.
A parte quel problema ai freni, che tipo di problematiche si riscontrano?
A volte capita che il Di2 vada in crash-mode, cioè che si blocchi per un utilizzo improprio, come un incrocio eccessivo di ingranaggi fra anteriore e posteriore. In realtà basterebbe che spiegassero ai corridori come usare il Synchro Shifting e si accorgerebbero che con la cambiata assistita non avrebbero di questi problemi. Invece preferiscono usarlo in manuale e sotto sforzo a volte il cambio si blocca.
Cos’altro fanno che proprio non va?
A volte abbiamo riscontrato problemi con la batteria, ma non per problemi tecnici, quanto piuttosto per il tipo di montaggio, dato che la lasciano a mollo nell’acqua. Quest’anno ha piovuto tanto e comunque le bici vengono lavate ogni giorno. La batteria magari viene montata bene nel reggisella, ma la gomma in cui viene avvolta trattiene l’acqua proprio nel punto in cui avviene l’innesto col cavo. L’acqua entra e non riesce a uscire…
Diciamo che il Giro sta diventando meno oneroso per voi?
Interveniamo meno e abbiamo meno visibilità, ma alla fine il lavoro di pulizia e sistemazione devi farlo comunque. Una volta diedi personalmente una bici ad Antonio Nibali per la rottura del manubrio e una a Froome alla Tirreno-Adriatico. Adesso sono più assistiti dai loro meccanici e il nostro lavoro si sposta non più tanto sull’assistenza in corsa, ma sull’assistenza ai team.