La posizione attuale di Pogacar sulla bici da crono è davvero redditizia? E’ un quesito che ci siamo posti dopo la tappa contro il tempo del Giro del Delfinato, al di la del risultato conseguito dal fuoriclasse sloveno.
La sensazione è quella di un corridore che ha estremizzato ulteriormente il setting sulla bici da crono, a favore dell’aerodinamica, ma sacrificando in parte il comfort. Vediamo se il nostro approccio può essere fondato e se sì, quali potrebbero essere le motivazioni, i vantaggi e gli svantaggi. Per farlo abbiamo approfondito l’argomento con l’Ingegnere Alessandro Colò di Body frame.


Alessandro, rispetto all’anno passato, Pogacar può avere un setting biomeccanico differente? Ti sei fatto un’idea?
Sicuramente Pogacar ha cambiato diverse cose nella sua posizione da crono. Ha i gomiti più arretrati, le protesi più angolate verso l’alto e di conseguenza le mani più vicine al viso. E’ decisamente più raccolto rispetto al 2024 ed il bacino è molto più vicino al manubrio.


Quale può essere il motivo?
Hanno cercato di estremizzare il setting aerodinamico in posizione da crono. Se dovessimo tracciare una linea dalla sua spalla, verso la ruota anteriore della bici si noterebbe ancora di più, anche lo spostamento del gomito verso il retro. Il rovescio della medaglia è che un setting del generare crea instabilità e perdita di prontezza nella guida.




Avere a disposizione anche una bici aero concept, la Y1Rs, ha influito sul setting da crono?
Direi di no. La bici da crono e quella per le gare in linea hanno due percorsi indipendenti. La posizione su una bici da crono non è mai comoda ed è una sorta di compromesso tra la migliore efficienza, la penetrazione aerodinamica ottimale e l’effettiva resa su strada. E poi ci sono le regole UCI da rispettare e sono piuttosto stringenti. Pogacar rientra in una categoria 1.
Cosa significa?
Pogacar è alto meno di 1 metro e 80, 1,76 per essere precisi. Per essere a norma nella sua categoria si prendono una serie di valori numerici relativi alle proporzioni. Ad esempio la distanza orizzontale che va dalla perpendicolare del movimento centrale alla punta delle appendici non può oltrepassare gli 80 centimetri.


La sella rientra nel cambio di setting?
Il passaggio da Prologo a Fizik è prima di tutto un discorso commerciale, ma è pur vero che il modello di Fizik che utilizza Pogacar, una Argo Adaptive personalizzata, ha una forma diversa rispetto alla Prologo che ha usato fino al 2024. La nuova Fizik gli permette di essere ancora più avanzato, la cosa si nota maggiormente sulla V5Rs e sulla Y1Rs, meno sulla crono, dove, come detto in precedenza le regole da rispettare sono perentorie.
La disposizione delle frazioni a crono del Tour può avere un risvolto nelle scelte tecniche della bici?
A mio parere sì. Perché ci sarà una crono di 33 chilometri, nella tappa numero 5. Poi una crono-scalata, alla frazione numero 13, di soli 11 chilometri, dove si potrebbe anche limitare l’impiego della bici da cronometro. L’approccio è completamente diverso rispetto al Tour del 2024, dove le due crono erano più lunghe, impegnative e dove il dettaglio più piccolo poteva fare una grande differenza. In questo caso invece, facendo un ragionamento sommario, i corridori, dopo la crono di 33 chilometri potrebbero anche dimenticare la bici specifica.




Al Delfinato ha sperimentato quindi?
Da un corridore del genere ci si può aspettare anche una sorta di test in gara. Magari una sorta di esperimento adottando soluzioni differenti rispetto al passato.
A prescindere da tutto, può aver perso un po’ di attitudine sulla bici da crono, visto una primavera incentrata sulle classiche? Lui stesso ha detto di voler fare qualcosa di più in allenamento a crono…
Le gare contro il tempo nelle quali si è cimentato sono state solo due. Sono una piccolissima parte di un puzzle che include tantissime prove ed allenamenti. Rispetto a quanto visto al Delfinato sono convinto che cambierà qualcosa, lo vedremo presto.