Lapierre Xelius SL3 anniversary edition 75th

29.06.2022
7 min
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«Tous les coureurs veulent ce vélo»! Tutti i corridori vogliono questa bicicletta, così ha esordito Rudy Molard quando gli abbiamo chiesto un parere a freddo in merito alla Xelius SL3. A distanza di qualche giorno dal lancio ufficiale della nuova piattaforma Xelius, Lapierre festeggia i 75 anni di attività con una bicicletta.

Una capsule collection, che ha un duplice obiettivo: il primo quello di celebrare il compleanno, il secondo di far sì che la bicicletta del pro-team diventi disponibile per tutti, con un allestimento al top e un rapporto tra la qualità ed il prezzo davvero interessante.

A spasso con i pro’, Molard e Madouas, durante la presentazione della Lapierre Xelius di terza generazione (foto Ugo Richard Lapierre)
A spasso con i pro, Molard e Madouas, durante la presentazione della Lapierre Xelius di terza generazione (foto Ugo Richard Lapierre)

La stessa Xelius SL3 dei pro’

Il frame e la forcella sono gli stessi utilizzati dal team Groupama-FDJ (in realtà c’é anche il manubrio), con il medesimo blend di tessuti compositi che collimano grazie alla tecnologia costruttiva UD-SLI, che in questo caso specifico si arricchisce del suffisso Techno Carbon Team. Il processo costruttivo ed il design sono i medesimi delle versioni “standard” inserite a catalogo e presentate ufficialmente la settimana scorsa. E’ diverso l’abbinamento cromatico, lucido con carbonio a vista, intervallato dalle scritte e dai loghi dorati.

E poi c’è un pool di componenti che non lascia nulla al caso. Facciamo una veloce panoramica sulla configurazione e poi vediamo cosa ci hanno detto gli atleti transalpini, Valentin Madouas e di Rudy Molard, entrambi coinvolti nello sviluppo della Lapierre Xelius SL3.

Gli atleti del team Groupama-FDJ utilizzano la stessa bicicletta, con alcuni componenti diversi, per via degli sponsor (foto Ugo Richard Lapierre)
Gli atleti del team Groupama-FDJ utilizzano la stessa bici, con alcuni componenti diversi, per via degli sponsor (foto Ugo Richard Lapierre)

Componentistica over the top

Partiamo dal manubrio integrato e tutto in carbonio, ben fatto e proporzionato, molto rigido. Lo stesso che usano i pro’? Sì. Nasconde tutte le guaine del sistema idraulico dei freni e si abbina perfettamente con la zona dello sterzo ed i suoi spessori. Nel nostro caso non passano i cavi della trasmissione, perché i nuovi pacchetti Shimano non hanno i fili (solo quelli per gli switch da scalatore). Questo cokpit è compatibile con le trasmissioni meccaniche.

Ha i pulsanti/switch tanto amati agli scalatori per cambiare rapporto senza togliere le mani dalla parte orizzontale e sono posizionati tra l’attacco e la sezione orizzontale del manubrio. La trasmissione è la nuova Shimano Dura Ace Di2 12v, con la guarnitura 52-36 ed il pacco pignoni 11-30. Manca qualcosa? Forse il power meter, ma con questo strumento cambierebbe il prezzo. C’è la sella, una Prologo Dimension Nack (in carbonio) con la colorazione dedicata.

Che ruote e che prezzo….

E poi ci sono quelle ruote Dura Ace C36 di ultima generazione, davvero belle e capaci di vestire la bicicletta senza essere eccessivamente alte. Sono gommate con i Continental GP5000 TL, già in configurazione tubeless. Il valore (dichiarato) alla bilancia? 6,8 chilogrammi nella taglia media. Il prezzo, considerando il pacchetto, è qualcosa che vale pena mettere sotto la lente: 8.999 euro.

Molard preferisce la Light

«Ho iniziato ad utilizzare la bicicletta definitiva nel mese di giugno. Ho avuto l’opportunità di testare differenti configurazioni, anche la M con il modulo STIFF. Personalmente preferisco la LIGHT, non tanto per la questione legata al peso, ma per quello che è capace di esprimere in fatto di reattività e comfort nel lungo termine. Rispetto alla STIFF, a parità di taglia è leggermente più morbida.

«D’altronde è sempre necessario pensare che noi siamo in bici per molte ore al giorno e anche durante le grandi corse a tappe, un buon comfort e di qualità è un fattore che molti apprezzano. Uno degli aspetti che preferisco è la sua fluidità e la facilità con la quale si rilancia, non solo quando si pedala in salita, ma anche nei tratti pianeggianti».

Madouas: «SL3 versatilità incredibile»

«Fin da subito nel team ci siamo trovati tutti bene e tutti i corridori vorrebbero salire su questa bicicletta, non solo gli scalatori come Rudy, ma anche gli atleti più veloci. La Xelius SL3 è incredibile, perché con le ruote dal profilo basso è eccellente quando la strada sale ed in discesa. Con le ruote dal profilo più alto diventa velocissima. Forse non al pari della Aircode DRS, ma la differenza non è poi così grande. Se pensi che Demare ha voluto utilizzarla per la Paris-Tours ed ha vinto, questo rende bene l’idea della considerazione che abbiamo noi corridori nei confronti di questa bicicletta.

«Inoltre ti dico che anche il manubrio integrato può fare la differenza in positivo, perché da quel tocco di rigidità in più, ma senza essere scomodo. E poi è leggera, ma non è nervosa ed instabile. Sono fattori importanti quando è necessario concentrarsi sulla corsa e sul pedalare, pensando che la bicicletta è affidabile e non ti devi preoccupare del suo comportamento nei tratti particolarmente tecnici ed in discesa».