Presto ci sono i campionati europei a Plovdiv in Bulgaria, ma la nazionale su pista per certi aspetti è già con la testa alle Olimpiadi di Tokyo 2021. E questi aspetti sono quelli strettamente tecnici. Entro la data di Coppa mondo a Cambridge (dicembre 2019), andavano punzonati i materiali da portare in Giappone.
Il manubrio di Ganna
Ormai il manubrio Most 3D di Filippo Ganna è diventato famoso dopo il Giro d’Italia. E’ stato oggetto del desiderio di altri atleti, delle cronache tv, dei media specializzati. Ma per la pista ci potrebbe essere un cavillo burocratico legato a questo speciale pezzo. Il manubrio di Pippo infatti è arrivato dopo la famosa “tagliola” di Cambridge. Il tecnico della nazionale, Marco Villa, però è relativamente sereno e ha una carta da giocare.
«Proprio in previsione di eventuali cambiamenti – racconta Villa – ai mondiali di Berlino ho già fatto usare questo manubrio ad Elia Viviani. Chiaramente non è quel pezzo specifico, essendo stampato sull’atleta ognuno ha le sue forme e le sue misure. L’unica cosa che ci possono contestare è che Pippo tiene le mani con i palmi paralleli al terreno ed Elia perpendicolari, ma di fatto il pezzo ha la stessa struttura. Ganna ci si è trovato bene questa estate ed hanno realizzato il manubrio che abbiamo visto al Giro anche per la pista».
Quello per il parquet si differenzia perché non ha i fori per il cambio sulla punta delle protesi ed è leggermente più stretto nella zona dei gomiti.
In galleria del vento
La pandemia poi non aiuta Villa e i suoi ragazzi. Il 19 novembre dovevano andare al Politecnico di Milano per fare dei test su body, gomme e corridori stessi, ma il Coni ha fermato tutto: non vuol mettere a rischio la salute degli atleti. L’idea di muovere dell’aria in Lombardia, regione chiusa per Covid, non li convince, nonostante dal Politecnico arrivino rassicurazioni sulla frequenza di pulizia dei filtri. Tutto sarà rimandato a fine febbraio, marzo.
Tuttavia almeno sul fronte dei body gli azzurri sono a posto. Merito del fatto che alcuni body risultavano efficienti per un corridore e non per altri.
«Eh sì, i body indossati da Viviani e Scartezzini reagivano in modo opposto. Quello che era aerodinamico per uno, non lo era per l’altro e viceversa. Così Castelli ne ha già presentati tre».
Il 61 Miche utilizzato in allenamento Il tubolare Vittoria da 23 millimetri Per gli azzurri body Castelli personalizzati (in foto, Milan)
I materiali per Tokyo
Per la scelta definitiva dei setup da montare alle Olimpiadi bisognerà essere inevitabilmente a Tokyo.
«E’ lì – dice Villa – che valuteremo cosa montare in base al clima che condiziona la pista, in particolare umidità e temperatura».
Solo allora sceglieranno quali gomme montare e anche quali rapporti. Per le gomme, Villa ha chiesto a Vittoria (partner azzurro) il tubolare Pista Oro da 19 millimetri. In realtà questo già esiste ma non nella nuova mescola in grafene. Il brand lombardo infatti lo produce solo nelle misure 23 e 28 millimetri.
Villa lo vorrebbe all’anteriore nonostante oggi, almeno su strada, si tenda ad avere sezioni più larghe. «Nel quartetto – dice Marco – è l’atleta che apre l’aria».
Sempre legata alle condizioni climatiche, ma anche a quella delle gambe è la scelta dei rapporti.
«Se ci sarà la possibilità – riprende il tecnico – l’idea è quella di utilizzare la corona da 63 denti. Miche l’ha già preparato, ma servono le gambe! Si recupera meglio quando si sta a ruota, ma poi bisogna avere la forza di spingerlo quando si va davanti». Quindi 63×14 per tutti, semmai Michele Scartezzini, che tiene molto bene le altre frequenze ma paga qualcosa in termini di potenza, potrebbe utilizzare un dente in meno.
«Di certo – conclude Villa – non posso avere chi gira a 116 Rpm e chi a 130, come ai miei tempi».